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Combinata nordica, ha senso ‘convertire’ Iacopo Bortolas al salto come Annika Sieff? Discorso ora prematuro, ma nel 2026…

La Coppa del Mondo di combinata nordica sta vivendo una lunga pausa prima di tornare in azione a Schonach, dopo la metà di gennaio. L’Italia è reduce da un inizio di stagione sofferto in campo femminile (dove i risultati sono complessivamente inferiori all’anno passato) e tutto sommato discreto nell’ambito maschile, nel quale si è visto qualche segnale di vita.

Dopotutto, Aaron Kostner è in linea con le attese della vigilia, poiché si attesta costantemente nello spicchio di classifica che va dal 21° al 30° posto. Raffaele Buzzi è reduce dal miglior risultato della carriera nel massimo circuito (la 17ma piazza conseguita nella gundersen di Lillehammer) e Alessandro Pittin ha “ri-approcciato” l’agonismo di altissimo livello entrando più volte in zona punti.

Non bisogna dimenticare come la squadra azzurra maschile abbia perso Samuel Costa, ritiratosi in primavera, leader del movimento. Dunque, il bilancio iniziale sugli uomini deve essere improntato alla benevolenza (il che non significa ‘buonismo’, concetto totalmente diverso e invero deleterio).

Sarebbe però intellettualmente disonesto non aprire una finestra sul rendimento di Iacopo Bortolas, che inizia a destare delle perplessità. Il ventunenne trentino, campione del Mondo junior 2023, era (ed è) considerato la grande speranza del settore in ottica futura. Cionondimeno, è attualmente in affanno in ambedue le componenti della disciplina, come testimoniato dal regresso delle sue performance.

C’è chi, più o meno apertamente, inizia a valutare l’ipotesi di convertire Bortolas al salto con gli sci, tramutandolo in uno specialista del trampolino. Si tratterebbe della medesima transizione effettuata da Annika Sieff (la quale peraltro si fregiò di un oro iridato juniores lo stesso giorno del coetaneo e conterraneo) e, restando nell’ambito della combinata maschile, da Davide Bresadola quasi tre lustri orsono.

Il tema è d’attualità e, in sede d’analisi, merita di essere discusso. Effettivamente, l’idea è da prendere in considerazione. Una specializzazione nel salto potrebbe consentire a Bortolas di sviluppare al meglio le innegabili qualità di cui è dotato, focalizzando gli allenamenti e strutturando l’intero suo fisico su di esse. Peraltro, i numeri del movimento italiano sono esigui (quattro atleti eleggibili per il massimo circuito, di cui uno fermo per infortunio).

Tuttavia, certe mosse vanno ponderate e pianificate, non possono essere decise a tavolino “tanto per provare”. I Giochi olimpici 2026 sono dietro l’angolo e, in questo momento, non ha senso ragionare su un cambio di disciplina del giovane azzurro. Bisogna avere pazienza e capire se “‘a nuttata” può passare. La crescita agonistica non è sempre lineare e può seguire percorsi accidentati.

Il discorso è dunque rimandato di sedici mesi, quelli che intercorrono fra il dicembre 2024 e il marzo 2026. In quel momento, si potrà ragionare in maniera razionale e con più elementi relativi al futuro migliore per un ragazzo che resta un patrimonio del trampolino azzurro.




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