United Cup 2025, Fritz e Gauff escono bene da Sydney. Paolini e non solo: indicazioni verso gli Australian Open
Chi esce meglio e chi peggio dalla United Cup? Un discorso abbastanza articolato da definire, ma è evidente come quest’edizione forse ancora più di altre abbia saputo regalare tantissime sfide di alto livello. Il tutto coronato anche da una finale, USA-Polonia, che ha restituito il senso della competizione: di fatto equiparabile ad ATP 500 e WTA 500, ha trovato una chiusura che, se non è da 1000 in entrambi i casi (nel femminile sicuramente), ci va molto vicino.
Escono bene gli USA. Benissimo Coco Gauff, che ha praticamente dominato tutte le partite giocate, comprese quelle con Karolina Muchova e Iga Swiatek, le due che, un po’ per forma, un po’ per classifica e un po’ per aspettative, erano tra le più attese tra Perth e Sydney. Abbastanza bene anche Taylor Fritz, sebbene abbia esordito col freno a mano tirato e con la sconfitta contro Felix Auger-Aliassime in USA-Canada, ha poi proseguito alzando i giri del motore. Certo, resta sempre un ma: quello di Tomas Machac. Il ceco era arrivato a un nonnulla dal batterlo, poi, in tre game, ha praticamente rovinato tutto cambiando di fatto l’intero destino della competizione.
Per quel che riguarda l’altra finalista, la Polonia, il percorso è stato un tantino più tortuoso. Se non altro perché Hubert Hurkacz, nel girone, non pareva proprio al massimo, anche se ha affrontato Ruud e Machac, non due qualsiasi. E anche perché Iga Swiatek ha potenzialmente capito quali saranno le avversarie da cui guardarsi a Melbourne, tra una settimana, ferma restando Sabalenka nell’altro lato di tabellone. I nomi sono quelli di Gauff (ovviamente), Muchova, Elena Rybakina, sì, ma attenzione anche a Katie Boulter. Perché la britannica, oltre a giocare molto bene contro di lei, ha veramente fatto capire di volere più ancora rispetto a un ottimo 2024.
Casa Italia: Jasmine Paolini ha vinto due partite che doveva vincere, ma contro Muchova non è riuscita a ingranare da un certo momento in poi (metà primo set, per l’esattezza). Vero, il 6-2 6-2 è stato bugiardo, ma resta il fatto che, e lo sa bene anche lei, ancora con la ceca non riesce a trovare la chiave di volta. Per il resto, le vittorie contro Bencic e Paquet significano il tipo di status che ora ha la toscana, che da numero 4 del mondo ha la conferma di poter puntare molto in alto nelle settimane di Melbourne. Salterà Adelaide, la rivedremo direttamente nel primo Slam dell’anno. Molto bravo anche Flavio Cobolli, soprattutto contro Ugo Humbert, e la sfida contro il francese era appesa a un filo, anzi a un match point. A Melbourne Park sarà testa di serie ed è una gran cosa (certo, l’altra gran cosa sarebbe evitare sorteggi-trappola). Confermato anche l’ottimo affiatamento tra Sara Errani e Andrea Vavassori, destinati a giocare in misto insieme per tutto l’anno. E chissà che ora non possano togliersi altre soddisfazioni nei quattro Slam (che poi sono quasi gli unici eventi in cui il misto c’è).
In linea generale, alcuni promossi sono molto evidenti. Abbiamo detto spesso di Machac, che però dovrebbe riuscire a trovare più serenità in un certo tipo di situazioni: può migliorare sicuramente, anche dal punto di vista mentale, e allora si avrà un tennista ancora più forte di quel che già è. Poi ci sono i top ten: Alexander Zverev, nelle due partite giocate, è apparso in una fase di sostanziale rodaggio, mentre Alex de Minaur ha fatto in tempo a far capire di avere già una bella forma. Da scoprire se si tradurrà in qualcosa di buono nello Slam di casa. E occhio anche a Casper Ruud, che non sarà il favorito numero uno tra una settimana, ma non è cliente facile. Dietro la lavagna, e non di poco, uno che nei 10 a oggi non c’è di poco: Stefanos Tsitsipas non convince granché nell’avvicinamento, e perdere con un pur davvero bravo Alexander Shevchenko non depone a suo favore.
Capitolo di ciò che rimane sulla questione donne: molto s’è narrato nelle righe precedenti, e si capisce come bene o male le top ten siano tutte con un grado di preparazione piuttosto elevato, come a poter tranquillamente essere cariche dopo la fine dell’offseason. Uscendo appena fuori dal novero delle migliori dieci, non si può non rimarcare come, al momento, ci sia un problema per Beatriz Haddad Maia: la brasiliana ha perso da Gao Xinyu e Laura Siegemund, di livello a lei senz’altro inferiore, il che più di qualche dubbio lo pone verso Melbourne. E poi c’è Belinda Bencic, che al momento probabilmente la top 30 non la vale, ma va attesa con calma. Verrà anche il suo tempo.