Tobias Kastlunger chiede fiducia: “In slalom e gigante abbiamo potenziale, stiamo seguendo un percorso”
Tobias Kastlunger, dopo cinque gare stagionali, è il migliore degli italiani nella Coppa del Mondo di slalom 2024-2025 in 23ma piazza a quota 48 punti. Lo sciatore altoatesino ha avuto il merito di trovare un grande exploit con il settimo posto in Val d’Isere, ma sta facendo ancora fatica a trovare una buona costanza di rendimento, come dimostrano le due mancate qualificazioni ed in generale nessun altro piazzamento tra i migliori 20. L’azzurro si è raccontato ai microfoni di OA Sport, parlando del suo percorso di crescita nel circuito maggiore e delle sue ambizioni per il futuro.
Cos’ha di speciale per te la pista della Val d’Isere, l’unica dove sei arrivato in top10 in carriera?
“La pista di Val d’Isere mi piace davvero molto. Veramente la pista contiene di tutto, tra muro, medie pendenze dei dossi, l’ultima parte che è un po’ più pianeggiante… c’è veramente di tutto. Penso che ho un buon feeling con quella pista. Ma soprattutto sono stato bravo nelle due volte in cui ho fatto i due buoni risultati: in questa stagione e due anni fa. Penso che sono riuscito a sfruttare veramente l’occasione del giorno della gara“.
Sin qui hai faticato a scalare la lista di partenza. Quali problemi hai incontrato nell’ultimo biennio?
“Sì, penso comunque che per scalare la classifica e per abbassare sempre i numeri di partenza ci voglia costanza. Bisogna essere lì in tutte le gare, veramente dalla prima fino all’ultima, fino alla fine. Questo sicuramente mi è un po’ mancato l’anno scorso, che ho avuto un po’ alti e bassi. Qualche gara veramente bene, qualcuna un po’ meno. Quindi penso che sia stato quello il fatto, un po’ della difficoltà. Però ci ho lavorato tanto su questo punto e sono contento di come è iniziata questa stagione, comunque con già degli ottimi risultati e non vedo l’ora per le prossime gare“.
In questa stagione pensi di aver svoltato dal punto di vista tecnico?
“Ho lavorato veramente tutti i giorni per migliorarmi. Come faccio sempre. Concentrandomi veramente anche sul punto sicuramente tecnico, oltre al fatto mentale, fisico e tutto quanto. Penso che ho lavorato veramente bene per tutte e due le discipline durante l’estate e nel pre-inverno. Continuo tutti i giorni a lavorare sul lato tecnico e penso di essere migliorato tanto. C’è ancora un po’ di lavoro da fare, come è giusto che sia ed è anche il bello. Continuo ad analizzare il tutto tutti i giorni e cercare di migliorare sempre e poter far meglio“.
In gigante sei andato a punti una sola volta nella tua carriera: è una disciplina che hai un po’ accantonato?
“No, assolutamente. Io punto a tutte e due le discipline e a portarle sempre avanti. Poi in futuro magari chissà, anche una terza. Intanto le due discipline vanno benissimo. Sono solo riuscito una volta a qualificarmi e a fare i punti in gigante in Coppa del Mondo. Penso che comunque anche lì il livello sia molto alto. Non è mai facile avendo un po’ i punti FIS alti. Partire da dietro comunque, dal 50 al 60, non è mai facile. Bisogna azzeccare la gara. Ma sicuramente è sempre possibile e continuo a lavorare anche lì. Nell’ultimo anno ho fatto un po’ più fatica, però anche su questa disciplina ci ho lavorato tanto. Adesso sono partito bene con la Coppa Europa e continuo comunque sul mio percorso anche con questa disciplina, dove magari come risultati sono un po’ più indietro, però le porto veramente avanti tutte e due“.
Arrivare tra i primi 15 nella classifica di specialità di slalom è un obiettivo credibile per questa stagione?
“Sì, anche qui per essere nei primi 15 o comunque anche soprattutto nei primi 7, ci vuole costanza e bisogna essere lì tutte le gare. Però non è proprio il mio obiettivo. Io cerco di migliorarmi giorno per giorno, di lavorare e di migliorare con ogni gara. Cerco sempre di crescere e di dare il mio meglio. Di migliorarmi sempre. Quindi penso che anche questo sia un percorso e sia un progresso che posso fare. Sicuramente voglio essere lì. C’è ancora un po’ di strada da fare e quindi non vedo l’ora di migliorarmi e di vedere cosa riesco a fare”.
Cosa pensi che ti sia mancato sin qui per spiccare definitivamente il volo?
“Ognuno penso che abbia il proprio percorso. Che è anche il bello. Qualcuno arriva un po’ prima, qualcuno arriva un po’ dopo. Io personalmente ho sempre lavorato tanto e lavoro duramente giorno per giorno. Miglioro sicuramente. Sempre passo dopo passo. Sono anche felice di questo, perché ogni cosa mi fa crescere, ogni cosa mi migliora. Penso che comunque sono sulla buona strada e continuo il mio percorso. Poi vediamo“.
Dopo l’infortunio di Tommaso Sala, l’Italia può contare su pochi slalomisti puri in gruppo. La poca concorrenza interna è uno svantaggio?
“Sì, per Tommy mi è veramente dispiaciuto. È stato un peccato. Ma sicuramente lavorerà duramente e tornerà ancora più forte. Siamo rimasti così e già eravamo un gruppo piccolo. Abbiamo lavorato veramente sulla qualità. Sicuramente io e Vinny (Alex Vinatzer, ndr) che facciamo tutte e due le discipline, più Gross che fa solo lo slalom. Però penso che comunque, anche se siamo in pochi, la concorrenza anche in allenamento è veramente alta. Ci sfidiamo anche uno con l’altro e cerchiamo di migliorare e di alzare il livello in ogni allenamento. Questo fa sicuramente tanto. Nella squadra c’è un grande livello. Quindi penso che anche così ci tiriamo sempre avanti e ci miglioriamo“.
Secondo te per quale motivo, da ormai più di dieci anni, l’Italia fa così fatica in gigante e slalom in campo maschile?
“È una domanda difficile, a cui sicuramente non so dare di preciso una risposta. Penso che negli ultimi anni non ci sia stato il campione, proprio quello che abbia vinto tutto, o comunque tanto come in altre nazioni. Ma penso che comunque ci siano stati degli ottimi risultati, sia in gigante che in slalom. Siamo un gruppo giovane in tutte e due le discipline. Molto forte. Sicuramente con del gran potenziale, e penso che si tratti solo di, almeno parlo per me, continuare il percorso, migliorare, lavorare e cercare comunque di avvicinarsi sempre di più. Non è una cosa che succede da un giorno all’altro. Ogni tanto serve anche un po’ del tempo per arrivare lì davanti. Per essere lì davanti comunque tante cose devono essere giuste e devono coincidere. Penso che il potenziale ci sia per essere lì“.
Il gap da nazioni come Francia e Norvegia è più di natura tecnica o mentale?
“Ci sono tante nazioni veramente forti. Sicuramente tra le discipline tecniche la Norvegia, la Svizzera e la Francia. Come anche nelle discipline veloci, dove la Svizzera in questo momento è molto forte. Penso che tanto faccia anche il gruppo, perché non ce n’è solo uno. Se non è uno, è l’altro. Sicuramente quando tutto il gruppo va forte, uno va forte e con l’altro si tira. Questo viene anche dai risultati e dal livello che c’è nel gruppo. Ognuno ha un po’ il proprio metodo tecnico, diciamo anche di lavoro. Ma penso che sul lato tecnico noi lavoriamo molto bene, e si vede perché sciamo bene e abbiamo una bella tecnica. Ognuno con le proprie caratteristiche. Sicuramente dal lato mentale è difficile dire. Sicuramente, soprattutto nei norvegesi, si vede proprio la cattiveria, la voglia di vincere e soprattutto di sciare al massimo, dare sempre gas ed essere ancora più decisi nei punti dove si può fare la differenza. Vanno veramente a tutta ogni manche porta per porta. Ovunque vanno veramente al massimo e molto decisi. Questo fa sicuramente una grande differenza. Da questo lato io almeno personalmente posso dire che ci sto lavorando. Sto cercando di migliorare, soprattutto per fare anche questa cosa“.
Braathen ha portato una ventata di novità con i suoi atteggiamenti. Che idea ti sei fatto del brasiliano?
“Sicuramente per tanti può sembrare una novità o comunque qualcosa di nuovo. Qualcosa di diverso. Ma io lo capisco molto bene e penso che personaggi come lui facciano molto bene allo sci, che è il nostro sport, e allo sport in generale. Comunque ognuno di noi è particolare, per quello che è. Ognuno ha la propria storia da raccontare. Ognuno ha il proprio cammino e ognuno ha qualcosa di diverso da dire, da raccontare, e questo penso sia il bello non solo del nostro sport, ma del nostro mondo in generale. Lui sicuramente è un grandissimo campione, come ha già dimostrato“.