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Jacopo Trulla: “Almeno due vittorie al Sei Nazioni è l’obiettivo dell’Italia. La rivalità interna ci fa bene”

Il 2024 si è concluso con l’Italia del rugby che si è tolta importante soddisfazioni, sia con la Benetton Treviso sia con la nazionale. E parlando di nazionale, dopo una lunga assenza, si è rivisto quest’estate e poi a novembre Jacopo Trulla, trequarti delle Zebre. Un ritorno importante in un anno importante per un giocatore ancora giovane, anche se da tempo nel panorama dell’alto livello. E con lui abbiamo raccontato l’anno passato e gli obiettivi per il 2025.

Il 2024 è stato sicuramente un anno importante per te, tornando a vestire la maglia azzurra nel tour estivo e poi in questo novembre. Come lo hai vissuto?

“Sicuramente è stato un anno ricco di emozioni, a livello personale ho toccato traguardi importanti. Anche con le Zebre abbiamo ottenuto risultati belli e importanti. Sicuramente un bell’anno, da ricordare”.

Anche nelle Zebre sei un punto fermo per Massimo Brunello. Questo avvio di stagione è stato un po’ dai due volti, con la bellissima vittoria con Munster, poi quella con gli Ospreys, ma anche il doppio ko di misura con Treviso proprio nelle ultime settimane. Cosa vi aspettate per la seconda parte della stagione, che obiettivi vi ponete?

“Abbiamo alle porte tante sfide importanti, anche in Challenge Cup. Il nostro obiettivo è di far di tutto per qualificarci alla seconda fase della coppa europea. Nell’United Rugby Championship, invece, abbiamo una serie di partite importanti, vogliamo confermarci come prestazioni e identità di squadra, in questo modo di sicuro i risultati arriveranno”.

La storia delle Zebre, in campo ma anche fuori, non è mai stata facile. Cosa vedi di diverso oggi?

“Sicuramente Brunello e Dolcetto quest’anno hanno portato questo credere nella squadra, danno fiducia alla squadra. Il cambio di allenatore porta sempre qualcosa di nuovo e loro ci hanno trasmesso la loro passione, il loro impegno. Ed è qualcosa che credo si veda in campo”.

Tornando alla Nazionale, anche qui il tuo rapporto con l’azzurro non è stato facile. Hai esordito giovanissimo, poi a un certo punto sembravi uscito dal radar. Ora, invece, sei tornato. Che Italia hai ritrovato ora con Quesada?

“Ho trovato un’Italia giovane e molto più competitiva rispetto agli anni passati. Un gruppo che riesce a esprimere molto di più il proprio gioco, merito di anni di lavoro e di sacrificio, merito dei vari coach avuti in questi anni. Ora otteniamo delle ottime prestazioni. I ragazzi, nonostante siano molto giovani, giocano comunque molto, anche quelli che giocano all’estero, e bene anche a livello di club e questo poi si riflette sulle prestazioni in azzurro”.

Una volta se si parlava di Italia si parlava subito di mischia. Oggi, invece, con giocatori come te, ma anche Menoncello, Brex, Ioane, Capuozzo, così come i tuoi compagni Gesi e Pani – solo per dirne alcuni – c’è tanta qualità al largo. E, ovviamente, tanta concorrenza. Come vivi la sfida di giocarsi un posto in squadra?

“Onestamente l’ho sempre vissuta bene. Mi piace la competizione, la competizione sana. Ci conosciamo bene tra noi ragazzi, abbiamo un ottimo rapporto di amicizia, quindi c’è sicuramente rivalità, ma è molto sana e sprona tutti noi a fare sempre meglio”.

Manca poco al Sei Nazioni. Che obiettivi pensi possa porsi l’Italia e che obiettivi ti poni tu sul piano personale?

“A livello di squadra dobbiamo porci di vincere almeno due partite, una cosa che abbiamo dimostrato di poter fare. Io, come obiettivo personale ovviamente ho quello di riuscire a essere convocato, di far parte del gruppo. Poi, se così sarà, la volontà è di giocare più partite possibili, ma la cosa più importante è far parte del gruppo”.

Come detto, sei nel giro azzurro dal 2020, ma alla fine hai solo 24 anni. Quali sono i punti di forza di Jacopo Trulla e dove, invece, deve ancora migliorare?

“Penso che come punti di forza io abbia la velocità, la rapidità, le prese al volo. Da migliorare, e ci sto lavorando costantemente, i calci dalla lunga distanza e magari la lucidità da tenere in campo in determinate condizioni. Quindi la maturità, ma questo è qualcosa che. si impara ogni giorno, così come come stare in campo e come migliorare sempre, che poi è l’obiettivo che un giocatore deve sempre avere”.




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