Alice Mangione: “Vorrei avvicinarmi al record italiano di Libania Grenot”
È stata Alice Mangione l’ospite dell’ultima puntata di Sprint2u, in onda sul canale Youtube di OA Sport. La velocista azzurra si è raccontata a Ferdinando Savarese a 360° partendo dagli inizi della carriera, passando per le partecipazioni alle Olimpiadi, fino agli obiettivi per un 2025 che si apre all’insegna di grandi speranze anche a livello cronometriche.
L’atleta siciliana ha iniziato il suo racconto partendo letteralmente dalle sue origini. “Con l’atletica ho iniziato ai tempi delle scuole medie. Evidentemente qualcosa si era già intravisto con le prime scuole campestri, poi sono arrivate le prime gare sugli 800 metri ed io ne ero felicissima. Non pensavo di essere portata per le lunghe distanze e, infatti, ho subito stravinto in quella specialità. Dopodiché a 14 anni mi sono trasferita a Palermo per allenarmi con il CUS. Sono rimasta 5 anni, ma vi assicuro che all’inizio non era semplice. Studiare e allenarmi a quella età. Quindi a 19 anni sono passata a Roma. Nonostante un infortunio immediato, ho iniziato la mia crescita. Nel 2019 ho messo a segno il mio personale, anche se di poco, quindi è arrivata la prima nazionale, fino al 2020 con il titolo italiano e il 52.70 che mi ha lanciata”.
Dagli inizi alla consacrazione. L’atleta classe 1997 è reduce da un 2024 di altissimo profilo: “Che voto mi do? Penso un 8. Ho realizzato il mio nuovo personale sui 400, arrivando quasi al tanto agognato muro dei 51″, quindi è arrivato l’argento nella staffetta mista dei Campionati Europei che è stata senza dubbio la gioia più grande. Eravamo contro squadre fortissime. Devo dire che sono andata bene anche nella gara individuale, peccato per il nono tempo che non mi ha permesso di prendere parte alla finale. Ero stanca, anche per la staffetta, ma volevo quella finale. Essere la prima esclusa brucia. Ad ogni modo mi sono rimboccata le maniche in vista delle Olimpiadi. Anche li, però, la finale della staffetta mista ha visto il ‘disastro’ con l’atlete francese durante il cambio. Mi ha costretto a partire da ferma e non siamo andati oltre la sesta posizione. Sapevamo che la medaglia non era fattibile, ma quarti potevamo arrivare. Nella gara individuale sono andata molto bene e ho ritoccato il mio personale, non facile farlo ai Giochi. Ero piena d’acciacchi ma ho dato tutto”.
Alice Mangione ha già disputato due Olimpiadi. Tokyo 2021 e Parigi 2024. Le differenze sono state parecchie: “Senza dubbio Tokyo è stato un vero e proprio incubo più che una Olimpiade. Non solo per le porte chiuse. Eravamo sempre dietro a fare tamponi, eravamo impauriti per una eventuale positività per cui era tutto molto rischioso. Io ho accusato il fatto che non ci fosse il pubblico, quello che a Parigi invece ho apprezzato. Mi ha fatto vivere una vera Olimpiade. Per la prima volta sono entrata in un campo atletica pieno di tifo e gente. Avevo la pelle d’oca. Anche il villaggio è stato completamente diverso. A Parigi eravamo tutti insieme, a Tokyo no”.
A questo punto quali saranno i programmi per la stagione indoor della nativa di Niscemi? “Ora andrò a Nantes per i 400 metri. Sto bene, ho sensazioni positive e voglio confermarle. Dopodiché il 7 febbraio sarò in Germania a Karlsruhe, quindi sarà la volta di Campionati Italiani e Campionati Europei. In teoria dopo ci sarebbero stati i Campionati Mondiali in Cina e, da lì a poco, i Campionati Mondiali di staffetta, sempre in Cina. Troppo ravvicinate due trasferte simili. Proprio per questo abbiamo privilegiato la kermesse continentale, poi penserò ai Mondiali di staffetta di maggio. Sarà una stagione ricca. Dopodiché sarà la volta dei Mondiali all’aperto a Tokyo, finalmente con il pubblico”.
Sugli obiettivi del 2025 le idee sono chiare: “Ovviamente voglio provare nuovamente ad abbattere il muro dei 51″. Penso di essere in crescita e che ora potrò migliorarmi sempre di più. Sento di avere una marcia in più rispetto ad un anno fa. Quel tempo penso di valerlo poi, perché no, fare un pensierino al record italiano. Il 50.30 di Libania Grenot? Almeno avvicinarmi. Dopodiché voglio fare bene con la staffetta mista”.