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Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
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Pattinaggio artistico: l’Italia ancora leader agli Europei. Adesso tutte le strade portano al Team Event Olimpico

Un passo alla volta. Non possono che considerarsi positivi i Campionati Europei 2025 di pattinaggio artistico appena passati agli archivi in quel di Tallinn. In terra estone la spedizione azzurra si è attestata in cima al medagliere, portando a casa una medaglia d’oro (con Charléne Guignard-Marco Fabbri) e due d’argento (con Nikolaj Memola e Conti-Macii), confermandosi Regina del Vecchio Continente in questa fase momentanea priva di quella che è invece la grande potenza indiscussa, la Russia.

Alla vigilia abbiamo rimarcato la forza della compagine tricolore, sulla carta in grado di guadagnare un piazzamento sul podio in ogni specialità. In questo caso è mancata la medaglia in ambito femminile. Tuttavia emerge un dato mai registrato nella storia del nostro sport, ovvero la conquista di otto piazzamenti tra le prime otto posizioni su dieci concorrenti schierati. Qualcosa di clamoroso considerando che gli unici rappresentanti rimasti fuori, Irma Caldara-Riccardo Maglio e Victoria Manni-Carlo Roethlisberger, non erano oggettivamente attrezzati per raggiungere i primi dieci della classe.

Anna Pezzetta e Lara Naki Gutmann si sono attestate rispettivamente al quinto ed al sesto posto. Per la quarta volta nella storia, due rappresentanti del nostro movimento hanno centrato la top 6 europea nella stessa edizione, replicando di fatto un’impresa segnata solo dal binomio di spessore composto da Carolina Kostner e Valentina Marchei nello scorso decennio.

Non manca però certamente anche un pizzico di rammarico: Pezzetta, all’esordio assoluto, ha dimostrato di essere un vero talento cristallino, rallentato solo da alcune sbavature figlie dell’inesperienza in gare di un certo tipo, al contrario delle prime tre classificate (Petrokina-Gubanova-Pinzarrone). Numeri alla mano, un’Anna pulita nello short (ricordiamo che ha raggiunto un punteggio sopra quota 60 senza la combinazione triplo-triplo e con un triplo flip sporcato da un atterraggio falloso) sarebbe balzata in testa alla classifica. Certo, la leadership doveva poi essere difesa, ma quanto successo fa capire le potenzialità fuori dell’ordinario dell’altoatesina, una che se riuscirà a mettere tutto a posto potrà essere competitiva anche a livello mondiale, combattendo ad armi pari con gran parte delle concorrenti in ballo, big escluse.

Leggermente fallosa Lara Naki Gutmann, a cui va però dato atto di aver compiuto un exploit davvero straordinario nella prima parte di stagione, con tanti risultati importantissimi (il terzo posto al Grand Prix in Finlandia su tutti). Un calo, forse fisiologico, può essere considerato normale.

Le prestazioni delle azzurre lasciano presagire buone cose in ottica team event olimpico, gara in cui l’Italia dovrà cercare di puntare su una medaglia di bronzo difficilissima ma non impossibile. Le Nazioni che lotteranno con noi saranno con tutta probabilità il Canada e la Georgia; tocca rimanere al livello delle pattinatrici dei due Paesi (occhio che Gubanova non è imbattibile, tanto meno la nordamericana Schizas) per compiere l’impresa. Buona parte del sogno passa proprio da questa specialità.

E a proposito di sogni, cosa dire di un Nikolaj Memola che ha conquistato la prima medaglia d’argento, sfiorando il metallo più pregiato nella prova maschile? Quanto fatto dal pattinatore seguito da mamma Olga Romanova ha un sapore speciale. Si tratta infatti della terza medaglia ottenuta da un atleta italiano diverso nelle ultime edizioni (prima Rizzo, poi Grassl, ora Memola). Numeri clamorosi che non possono essere sottovalutati.

La chiave di volta è stata la continuità nel quadruplo lutz – salto eseguito due volte nel libero, una volta singolo e un’altra in combinazione con il triplo toeloop – e un davvero pregevole approccio ad un pattinaggio personale e di qualità. E se non fossero arrivate quelle chiamate su alcuni elementi (attention nel primo quadruplo lutz, l’arrivo sul quarto nel triplo flip, il livello 1 nella flying sit e quello 2 nella sequenza di passi), forse oggi staremmo commentando un’impresa dai contorni ancora più storici. 

Nessuna medaglia invece per gli esperti Matteo Rizzo (quinto) e Daniel Grassl (ottavo) entrambi comunque alle prese con una situazione non facile. Il gioiellino in questo Campionato ha cercato di alzare nuovamente l’asticella, snocciolando due quadrupli nel free e incorrendo in qualche caduta. La stella di Merano, così come Gutmann, forse ha pagato un pizzico di fatica mentale in più, specie dopo il pazzesco cameback della prima frazione di stagione, in cui non ha sbagliato praticamente quasi niente performando al meglio delle sue possibilità. Adesso tocca preparasi per i Mondiali e per il World Team Trophy con la giusta attitude.

E poi, le certezze. Sara Conti-Niccolò Macii stanno raggiungendo numeri mai visti per una coppia italiana. Gli allievi di Barbara Luoni, argento con una gara quasi perfetta, si sono attestati per la quinta volta in stagione (la quarta consecutiva) sopra quota 200 punti, cedendo il passo soltanto ad un binomio che fa della costanza la sua arma vincente. Minerva Fabienne Hase-Nikita Volodin non hanno infatti assolutamente nulla in più rispetto ai nostri ragazzi, se non una sicurezza ed una capacità realizzativa disarmante che, probabilmente, li porterà molto in alto anche a livello mondiale, anche al cospetto di team più attrezzati.

Abbiamo già visto che l’unico modo per battere i teutonici è quello di confezionare due segmenti senza sbavature, sperando in un loro, anche minimo, passaggio a vuoto. Sara e Niccolò dovranno mantenersi sempre lì, a mordere le caviglie degli avversari in attesa di un passo falso. In Cina ha funzionato, potrebbe funzionare anche in altre occasioni. Anche se (soprattutto guardando al Team Event) bisogna stare attenti anche ai georgiani medaglia di bronzo Metelkina-Berulava, a volte incostanti, ma terribilmente pericolosi una volta imbroccata una gara positiva.

Solo una sesta posizione invece per Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini dopo due anni consecutivi in top 3. Per loro il problema arriva spesso e volentieri dagli elementi di salto. Serve lavorare ancora su questa direzione per arricchire un pacchetto invece già molto completo per il resto delle difficoltà.

Solo tanti applausi per Charléne Guignard-Marco Fabbri, laureatisi per la terza volta consecutiva Campioni d’Europa in una competizione affrontata completamente a senso unico, così com’era giusto che fosse. Stavolta non c’è stato niente da temere: la superiorità con i britannici – evidente a tutti a parte i soliti noti che di tanto in tanto si affacciano per provare a mischiare le carte – è talmente palese da risultare per certi versi imbarazzante. In questo contesto Lilah Fear-Lewis Gibson si sono tra l’altro dovuti accontentare di una terza posizione, complice una sbavatura nei twizzzles (la ruota gira per tutti), cedendo il passo ai francesi Evgeniia Lopareva-Goffrey Brissaud. Lo scarto di sei punti sulla concorrenza ci dice che le gerarchie, finalmente, sono state ripristinate anche con le giuste distanze, malgrado il vento contrario della prima parte di annata sportiva.

Nel ghiaccio della Tondiraba Ice Hall gli allievi di Barbara Fusar Poli hanno sfoggiato inoltre un programma libero molto più sicuro ed oleato rispetto al passato, tanto da fare emergere anche nuove sfumature della coreografia a tema robot: un vero gioiellino che magari verrà riscoperto – come certi film d’autore – soltanto tra qualche anno. Ma adesso non c’è più tempo per pensare al passato. A fine marzo ci sono i Mondiali a Boston, poi le prove generale della prova a squadre olimpica con il World Team Trophy. Abbiamo altre medaglie da conquistare. È il nostro quadriennio.




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