Guignard/Fabbri si sfogano: “Il nostro programma considerato una schifezza, ma se fosse stato della scuola di Montreal…”
Charléne Guignard e Marco Fabbri sono intervenuti come ospiti all’inizio della decima puntata di Salotto Bianco, trasmissione di approfondimento sulle discipline olimpiche invernali visibile sul canale Youtube di OA Sport, condotta da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi. La coppia azzurra è reduce dalla conquista del terzo titolo europeo nella danza ed il prossimo obiettivo sarà quello di riconfermarsi sul podio ai Mondiali 2025 previsti tra meno di due mesi (25-30 marzo) a Boston.
“Siamo contentissimi di esserci confermati sul tetto d’Europa. La costanza è sempre stata il nostro punto di forza, a parte poche gare che non sono andate proprio come avremmo voluto nel corso della nostra carriera. Nella danza, visto che in questi ultimi anni si stanno un po’ rimescolando tante carte, ritrovarsi sempre al vertice per noi è molto importante e significativo. Questo, anche in ottica Milano Cortina 2026, è importante“, dichiara Fabbri.
“Vorrei togliermi un piccolo sassolino dalla scarpa. Continuo ad essere dell’idea che questo programma, se fosse stato fatto da coppie di un’altra scuola, sarebbe stato subito dipinto come un capolavoro. Ultimamente uno che esce dagli schemi leggermente, ne è la prova magari il programma degli spagnoli che per me era bello sin da Oberstdorf, dove hanno pattinato male, ma il potenziale lo avevo visto e mi era piaciuto. Poi magicamente, pattinando nella scuola di Montreal, adesso è diventato il capolavoro della stagione. La cosa che mi ha dato fastidio sin da subito è il fatto che lo abbiamo presentato noi e veniva ritenuto una schifezza, mentre se lo avesse presentato qualcun altro lo stesso programma sarebbe stato subito dipinto come un capolavoro. Purtroppo c’è questa tendenza“, aggiunge il 37enne italiano.
Sull’innovativo programma libero di questa stagione incentrato sul tema ‘robot’: “Per noi era comunque una scommessa, perché non abbiamo mai presentato lo stesso programma da una stagione con l’altra. Abbiamo sempre cercato di cambiare e abbiamo fatto vedere che siamo in grado di fare tante cose diverse. Ci siamo messi alla prova e abbiamo sempre tirato fuori credo dei bei programmi, a prescindere dallo stile. Il fatto di aver preso un rischio questa stagione ci dà la possibilità magari di fare qualcosa che mette maggiormente in risalto le nostre qualità nella stagione olimpica, aprendoci le porte ad una scelta da un certo punto di vista un po’ più sicura. L’anno olimpico non è l’anno ideale per fare degli esperimenti“.
“Questo programma libero all’inizio è stato molto criticato. C’era a chi piaceva e a chi non piaceva, ma quello lo posso capire essendo un programma veramente particolare. Comunque abbiamo ricevuto tante critiche soprattutto da gente non espertissima e meno competente, perché allenatori e pattinatori l’hanno apprezzato da subito. Noi eravamo comunque convinti di questo programma e sapevamo che prima o poi sarebbe potuto diventare quello che abbiamo presentato agli Europei, anche se comunque non è ancora perfetto quindi abbiamo margine di lavoro per arrivare ai Mondiali. Quando abbiamo cominciato a montare questo programma a giugno, a un certo punto abbiamo avuto qualche dubbio, ma poi ci abbiamo creduto fino in fondo e non abbiamo mai pensato di riprendere un vecchio programma, anche dopo il Grand Prix in Francia che non era andato bene. Volevamo dimostrare che questo programma potesse funzionare, quindi è stata una grande soddisfazione“, spiegano i due pattinatori azzurri.
Sulla scelta di cambiare i costumi a stagione in corso: “Per quanto i costumi di inizio stagione fossero molto spinti e più adatti da un certo punto di vista perché più realistici, ma forse per quelli che sono gli standard del pattinaggio ci eravamo spinti un po’ oltre e avevamo osato un po’ tanto. È stato un passo indietro verso un costume più da gara. Poi onestamente tanto ci erano piaciuti in esibizione quei costumi, tanto poi con le luci accesi in un contesto di gara non rendevano allo stesso modo. Charléne, pur rappresentando un robot, comunque la sua femminilità veniva un po’ meno. Poi mi hanno obbligato a trasformare il pantalone da fuseaux a pantalone, perché c’è una regola non proprio chiarissima, e mi faceva un po’ schifo (ride, ndr) perché perdeva il senso della tuta tutta attillata che doveva definire le linee del corpo. In Francia poi è andata male e abbiamo voltato pagina“.
Sul segreto della loro longevità agonistica ad alto livello: “Quando abbiamo iniziato la nostra carriera non avremmo mai immaginato così tanti successi, quindi da un certo punto di vista ci sentiamo anche appagati. Dall’altra parte però una volta che raggiungi qualcosa di così bello e gratificante dopo tanti sacrifici, non vuoi lasciarla andare. Per citare il mio idolo sportivo Kobe Bryant: ‘Non vuoi lasciarla andare quella cosa lì, quella sensazione, quell’emozione’. Non siamo ossessionati dallo sport come lui, però è vero. Alla fine è questo che ti invoglia ad andare avanti ogni anno per cercare di riconfermarti. Neanche noi pensavamo di essere ancora qui a quest’età onestamente (ridono, ndr). Per fortuna fisicamente non abbiamo mai avuto grossi problemi e ci sentiamo bene, quindi questo sicuramente fa tanto oltre ai risultati“.
Sulla coppia più forte del mondo ad oggi: “Oggettivamente non ci sono i Papadakis/Cizeron di turno, che erano due gradini sopra gli altri essendo dei talenti naturali incredibili. In questo momento la danza ha tante coppie di alto livello. Escludendo noi, le coppie che ad oggi sono due gradini sopra gli altri sono Chock/Bates e Gilles/Poirier. Ecco, però non siamo d’accordo sul fatto che Chock/Bates ricevano questi punteggi e che tante volte vengano messi su un piedistallo come se fossero Papadakis/Cizeron, perché non sono Papadakis/Cizeron. È una coppia eccellente sotto tanti punti di vista, con grandi qualità e tanta facilità d’esecuzione di certi elementi, soprattutto i sollevamenti per una questione di proporzioni fisiche. Comunque non trovo che i punteggi che ricevono rispecchino quello che è effettivamente il valore della coppia rispetto agli altri. Dipende dai programmi e dalle performance, ma dal nostro punto di vista Gilles/Poirier hanno delle qualità soprattutto a livello tecnico e di qualità di pattinaggio che Chock/Bates non hanno, eppure gli americani vengono sempre messi anche su quell’aspetto lì un gradino sopra. Sicuramente sono queste le due coppie più forti del panorama mondiale“.
Sulla possibilità di svolgere il ruolo di portabandiera nella cerimonia d’apertura di Milano Cortina 2026: “Essere portabandiera credo che implichi anche una visibilità che noi non abbiamo. Non penso che saremo presi in considerazione, anche se comunque ci piacerebbe e sarebbe un grande onore. Se dovessi decidere se essere portabandiera o vincere una medaglia olimpica, tutta la vita la seconda…“.