Il direttivo esecutivo di PTPA dalla parte di Sinner: “Coinvolto ingiustamente in una disputa ITIA-WADA”
La vicenda “Clostebol” che vede coinvolto Jannik Sinner è sempre d’attualità e le recenti esternazioni del presidente della WADA, Witold Banka, interpellato dal sito polacco Rz, hanno alimentato ulteriormente la discussione. Un caso che fa discutere quello di Sinner, nel suo sviluppo molto particolare e per questo valutato in maniera diversa dalle due Agenzie proposte al giudizio: l’ITIA e appunto la citata WADA.
Una discrepanza di giudizio che si fonda su una differente applicazione del codice. L’Agenzia mondiale dell’antidoping crede nel fatto che il n.1 del mondo sia stato vittima di una contaminazione involontaria, ma ritiene che sia responsabile per gli errori del suo staff, dal momento che sul ‘datore di lavoro’ ricadono le colpe dei propri dipendenti. Il riferimento è all’articolo 10.6.2 del regolamento antidoping. Si parla di un caso in cui l’atleta non presenti colpa o negligenza significativa, ma non possa imputare la positività a un “prodotto contaminato”. Si prevede in tale circostanza una possibile riduzione della pena solamente fino al 50% del massimo previsto, quindi fino a un anno.
Di contro, in primo grado, il Tribunale Indipendente convocato dall’ International Tennis Integrity Agency si era avvalso di un altro articolo, il 10.5, secondo cui qualsiasi sanzione viene annullata in caso di assenza di colpa o negligenza. Questo perché? Come si legge nel Comment, questa norma può essere usata solo in circostanze eccezionali come in quella di Sinner. Nella misura in cui l’altoatesino non sapeva e non avrebbe potuto ragionevolmente sospettare che il Clostebol fosse presente nel luogo in cui si trovava e il fisioterapista Giacomo Naldi avesse usato il noto Trofodermin per medicare il suo dito (non sapendo che contenesse il principio attivo citato), la sentenza aveva stabilito che il giocatore avesse esercitato la massima cautela e fatto tutto il possibile per evitare una positività, potendosi così avvalere dell’articolo citato.
E così il ricorso da parte della WADA al TAS tiene sulle spine da diverso tempo il pusterese. Il 16-17 aprile, a questo proposito, è prevista l’udienza a Losanna, con Jannik chiamato nuovamente a parlare di questa situazione. A questo proposito e non solo ha colpito l’attenzione degli appassionati quanto scritto in un lungo post su X dal direttore esecutivo della PTPA, acronimo di Professional Tennis Players Association (associazione dei giocatori con Novak Djokovic come punto di riferimento), Ahmad Nassar.
Un lungo intervento per punti in cui l’associazione vuol chiarire la propria posizione sul sistema antidoping generale e anche sul caso di Sinner, visto il coinvolgimento del giocatore.
“Quando dico che l’intero sistema antidoping è ingiusto, ecco cosa intendo. Attenzione: questa è una lunga lista”, la premessa di Nassar. Di seguito i tempi per punti:
“1. Il sistema antidoping dovrebbe preoccuparsi di colpire i dopati. I dopati sono coloro che cercano di migliorare le proprie prestazioni tramite sostanze illegali.
2. I giocatori si preoccupano più di chiunque altro di questo e hanno bisogno di uno sport pulito e devono essere sicuri che i loro avversari giochino secondo le stesse regole.
3. Le sostanze illegali e le soglie di test per i risultati positivi devono essere strutturate, tenendo presente il punto 1.
4. Quanto detto nel punto 3, però non accade. Parliamo per lo più di quantità irrisorie, cose che in realtà non migliorano le prestazioni, ecc. Questo è l’inizio dell’ingiustizia per tutti.
5. Per complicare le cose, il processo di test antidoping è poco pratico e oneroso per gli atleti che viaggiano per il mondo. È irrazionalmente gravoso e, ancora una volta, apparentemente volto a colpire maggiormente chi commette “un fallo di piede” che doparsi davvero. Questo è anche ingiusto per tutti.
6. Poi entriamo nel dettaglio di cosa succede se qualcuno risulta positivo al test. Il sistema di appello deve funzionare per tutti ed essere coerente e fornire a tutti gli atleti il giusto processo e la possibilità di difendersi. Non si tratta di favorire i dopati, si tratta di un sistema che funzioni correttamente e sia legale.
7. In aggiunta al punto 6, dobbiamo notare che la PTPA funziona per tutti i giocatori. Il nostro compito non è esprimere un’opinione sulla colpevolezza o innocenza di un caso o di un atleta specifico. Il nostro compito è assicurarci che il sistema sia equo e funzioni per tutti. Un sistema rigoroso con un processo completo e risorse di difesa accessibili rende il punto 1 più realizzabile. Evita anche situazioni più sfortunate in cui i giocatori hanno la loro reputazione e carriera rovinate (troppi esempi da citare).
7. L’accesso alle risorse per organizzare una difesa adeguata è un problema da anni. Parte di ciò è naturale e rispecchia la società di tutti i giorni (ad esempio, le persone più ricche possono permettersi gli avvocati). Ma questo è anche ingiusto per tutti i giocatori: coloro che non possono permetterselo perdono l’opportunità di organizzare una difesa adeguata, mentre coloro che possono permetterselo devono spendere i propri soldi per farlo.
8. I sistemi di appello ITIA e WADA sono costruiti su queste (e altre) premesse imperfette. Ogni giocatore coinvolto nel loro sistema, anche quelli con risorse, è colpito da questa ingiustizia. Soprattutto considerando i mesi/anni che spesso ci vogliono per risolvere questi casi.
9. Nel caso specifico di Jannik Sinner, è stato messo in una situazione ingiusta. L’ITIA sostiene di aver seguito il suo processo e le sue regole. La WADA non è d’accordo e sente la necessità di respingere l’ITIA. Sfortunatamente, questo non è stato un risultato sorprendente per altre situazioni. Ciò non significa che siamo d’accordo con l’appello della WADA o con la decisione originale dell’ITIA (vedere il punto 7 sopra). Lui è, di fatto, coinvolto in una disputa politica/legale tra le due agenzie. E sta ancora aspettando da quasi un anno che ci sia un giudizio definitivo. Di nuovo, ciò è ingiusto.
10. Come spero sia chiaro ora, questo intero sistema è terribile per gli atleti (come gruppo e come individui), i tifosi e lo sport in generale. Deve cambiare”.
POST DIRETTORE ESECUTIVO PTPA
So, when I say the entire anti-doping system is unfair, here’s what I mean. Warning – this is a long list
1. The anti-doping system should be concerned with catching dopers. Dopers are those who are trying to improve their performance via illegal substances.
2. Players care…
— Ahmad Nassar (@ahmad4athletes) February 11, 2025