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Salto con gli sci, Ryoyu Kobayashi ha dato fuoco alle polveri! La doppietta di Sapporo alza l’attesa verso i Mondiali di Trondheim

Francamente, chi ama il salto con gli sci, a volte odia Ryoyu Kobayashi. Una clamorosa contraddizione? Sì, ma fino a un certo punto. Perché, di tanto in tanto, il fenomenale nipponico sa farsi “detestare”, dando l’impressione di essere un accidioso. Se è in giornata, allora sa essere sublime e superiore alla concorrenza. Come avvenuto, per la prima volta quest’inverno, a Sapporo tra sabato e domenica.

Ecco perché viene da odiarlo. Sai che potrebbe fornire uno spettacolo perenne, ma semplicemente non ne ha voglia. Ti fa rabbia, insomma. Perché potrebbe, ma non vuole. D’altronde questo è un tratto tipico dei virtuosi. Tale è il Concorde di Hachimantai, un artista prestato al salto con gli sci. Dotato di un talento smisurato, ma proprio per questo poco incline all’abnegazione. Può permettersi di vivere di rendita, almeno sino a un certo punto.

Non passi il messaggio che Kobayashi sia un lavativo. Anche lui, come tutti, deve lavorare sodo per essere competitivo. Proprio per questo, non sempre lo è. Perché durante la off-season si concede una vita “normale”, concentrandosi sull’aspetto agonistico solo il minimo indispensabile. D’altronde, sono sufficienti le parole di Stefan Kraft a tratteggiare i contorni del personaggio.

“Se salto bene, so di poter battere chiunque. Tranne Kobayashi se è in giornata. Lui è l’unico fuori dalle mie possibilità”. Detto da chi è sulla cresta dell’onda da una dozzina d’anni ed è diventato uno dei saltatori più vincenti di ogni tempo. Non uno qualunque, bensì uno dei candidati al ruolo di Greatest of All Times, il quale ammette di non essere necessariamente all’altezza di chi può permettersi il proverbiale “Veni, vidi, vici”.

Al riguardo, le parole del compagno di squadra Ren Nikaido sono illuminanti: “Ammiro Ryoyu per la sua capacità di dedicarsi ad altri interessi oltre al salto con gli sci. Credo sia fondamentale per lui, altrimenti non potrebbe performanre a un livello così alto”.

In effetti, anche se non sembra, il fenomenale asiatico è al vertice da tempo. Le due affermazioni dell’Hokkaido gli hanno permesso di completare la settima stagione consecutiva con più di una vittoria in Coppa del Mondo. Solo Gregor Schlierenzauer, spintosi a otto, può dire di aver fatto altrettanto. Si parla di eccellenze assolute, non a caso.

Il ventottenne giapponese, che a inizio agosto anziché partecipare alle gare estive faceva il turista ai Giochi olimpici di Parigi, lo aveva spiegato a inizio anno. “Ho saltato pochissimo tra marzo e ottobre, ma il mio obiettivo sono i Mondiali di Trondheim”. Puntuale come le tasse, eccolo riemergere dal (relativo) anonimato proprio nell’ultima tappa prima della manifestazione iridata. Quella di Sapporo, appunto, dove però ha un vantaggio legato alla conoscenza del contesto pressoché incolmabile dagli avversari.

Mai sul podio prima di metà febbraio, vincente e a tratti dominante nei giorni scorsi. Una metamorfosi improvvisa, quasi avesse acceso l’interruttore giusto in tempo per andare alla caccia di quell’oro iridato che ancora manca al suo palmares e poi, magari, ri-spegnersi sino a quando non gli interesserà vincere qualcosa.

Signori, ormai ci siamo. Il più grande talento puro contemporaneo ha subordinato tutto il suo 2024-25 al successo nei Mondiali di Trondheim. I giorni del destino saranno domenica 2 marzo (gara sul trampolino piccolo) e sabato 8 marzo (trampolino grande).

Manca ancora del tempo, forse provvidenziale per lui. Perché al di là della doppietta di Sapporo, a domanda specifica sull’evento iridato, ha risposto “devo prepararmi ancora un po’”. Quanto sia quel “po’” lo sa solo lui. Se basteranno due settimane scarse a colmarlo, calibrando al meglio la propria annata, noi lo scopriremo a brevissimo. Nell’augurio di goderci quello spettacolo che esclusivamente Ryoyu Kobayashi sa offrire.




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