Alessio Foconi: “A 35 anni non ho mai pensato di smettere. Non devo dimostrare nulla”
Alessio Foconi, a 35 anni suonati, è ancora uno dei fiorettisti italiani più forti in circolazione ed è reduce da un ottimo avvio di stagione in cui ha centrato due vittorie individuali in Coppa del Mondo a Takasaki e a Parigi. Proprio nella località francese il romano ha ottenuto nel 2024 la prima medaglia olimpica della carriera, conquistando l’argento nella prova a squadre pur non avendo un buon impatto da subentrato in finale contro il Giappone.
“Sicuramente la medaglia olimpica ha il suo gusto, però quella che ho proprio nel cuore è l’oro individuale ai Mondiali in Cina nel 2018. E’ forse quella a cui sono affezionato di più. Quando ho messo l’ultima stoccata in finale ho visto arrivare tutti i miei amici sportivi e percepire tutto quell’affetto è stato un bel momento, perché ti fa capire che contano i risultati e la rivalità, ma poi l’affetto e soprattutto l’amicizia che si crea in questo mondo è bellissima“, racconta Foconi in un’intervista al canale Youtube di OA Sport.
Sulle sue due esperienze olimpiche: “Sono state due Olimpiadi completamente diverse perché Tokyo è stata molto particolare, essendo blindata per il Covid, quindi ho un ricordo purtroppo abbastanza limitato. Io avevo tanto sentito parlare del villaggio olimpico e del clima olimpico, ma tutti noi lo abbiamo percepito poco perché non potevamo fare quasi nulla bloccati dalle varie norme del protocollo. Però ho sperimentato e mi sono portato quell’esperienza a Parigi, dove mi sono goduto tutto quello che non mi sono potuto godere a Tokyo, vivendo la città durante i Giochi. È stato molto bello“.
Sull’importanza della componente fisica nella scherma di oggi: “Nell’ultimo decennio l’aspetto fisico è cresciuto tantissimo. Ci troviamo adesso ad affrontare atleti che si stanno allenando in maniera più specifica, quindi l’aspetto fisico è cresciuto tanto, ma secondo me la parte mentale fa ancora la differenza. È l’aspetto meno curato, perché è ancora sottovalutato, ma l’allenamento mentale è importante. Io per esempio ho un mental coach ed è come affrontare un allenamento reale, a tutto tondo. Aiuta la gestione delle vittorie, delle sconfitte e di tutto quello che ci circonda“.
Sulla ripartenza dopo Parigi 2024: “È stato facile, perché era molto chiaro quello che volevo fare. A un certo punto mi sono fatto delle domande avendo 35 anni, un’età abbastanza avanzata per uno sportivo, ma la qualità dell’allenamento è migliorata e la longevità agonistica è aumentata. Io ero consapevole che fisicamente stavo bene, la parte finale della scorsa stagione prima delle Olimpiadi l’avevo fatta bene ed ero contento. Mi piaceva ancora mettermi lì sulla pedana, faticare, lottare e sacrificarmi, quindi sono ripartito con molta serenità volendomi godere quest’ultima parte di carriera, che potrebbero essere quattro anni o più, non lo so. Vivo gara per gara, assalto per assalto, senza avere in testa degli obiettivi da raggiungere per forza. Mi godrò questo periodo come meglio posso e almeno non vivo con lo stress di dimostrare agli altri, lo faccio solo per me. Non devo rendere conto a nessuno ed è questo a darmi molta energia e forza quando gareggio e quando mi alleno“.
“Questa stagione è iniziata abbastanza bene. Sono riuscito a portare a casa due vittorie in Coppa del Mondo, quindi sono contento di come sta andando. Adesso abbiamo avuto un cambio al vertice della Nazionale, c’è stato il cambio del CT e ci saranno quindi degli equilibri nuovi. Dobbiamo capire come verrà impostato il lavoro, ma sicuramente ogni cambio è un nuovo stimolo. Sono curioso. Voglio continuare a divertirmi anche nelle prossime gare. Vado per vincere, ma con estrema serenità“, dichiara Foconi.