Il mondo dello sport piange la scomparsa di Bruno Pizzul a 86 anni: un’icona del giornalismo
“Tutto molto bello!“, “Ha il problema di girarsi“, “Fa la barba al palo“. Frasi celebre di chi per 16 anni ha raccontato la Nazionale di calcio ed è stato un maestro giornalismo, non solo sportivo. Stiamo parlando di Bruno Pizzul che, avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni, e purtroppo è venuto a mancare in quest’ultime ore, ricoverato all’ospedale di Gorizia.
Nato a Udine nel 1938, Pizzul iniziò la sua avventura in Rai nel 1969 e nell’anno successivo commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia). Dai Mondiali del 1986, è diventato la voce storica della Nazionale, tracciando un segno di discontinuità indelebile nel racconto della partita.
Un uso di termini ricercati nel suo eloquio, senza mai però eccedere e forzare, facendo vivere all’appassionato l’emozione del match. Sfortunatamente, Pizzul non ha avuto mai la soddisfazione di condividere una grande vittoria della selezione del Bel Paese, ricordando gli atti conclusivi persi nei Mondiali del 1994 e negli Europei del 2000. Lo si ricorda anche alla conduzione della Domenica Sportiva nella versione estiva del 1975 e nella stagione 1993-94, affiancato da Simona Ventura e Amedeo Goria, nonché di Sport Sera, Domenica Sprint dal 1976 al 1990 e curatore dello spazio dedicato alla moviola all’interno di 90º minuto, in quel periodo condotto da Fabrizio Maffei, dal 1990 al 1992.
Sobrietà e garbo non mancavano mai, dovendo anche commentare partite che forse si sarebbe voluto evitare. Il riferimento è alla Finale di Coppa Campioni del 1985 tra la Juventus e il Liverpool, vinta dai bianconeri, ma fortemente condizionata dalla strage sugli spalti: 39 persone morirono schiacciate negli scontri tra tifoserie. Una cronaca difficilissima e con le lacrime agli occhi, come poi rivelò il telecronista.