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Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
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L’Italia sogna a lungo, ma la medaglia in staffetta sfuma nel finale. Norvegia senza rivali

Ancora Norvegia nella staffetta dei Mondiali a Trondheim. Erik Valnes, Martin Loewstroem Nyenget, Harald Oestberg Amundsen e Johannes Hoesflot Klaebo dominano la 4×7,5 in 1:08’13″7, sostanzialmente un monopolio che parte dalla prima frazione e finisce con Klaebo in tripudio davanti al suo pubblico, a superare Petter Northug nel numero di ori iridati complessivi, ora 14. Gara ritardata di mezz’ora per le condizioni non proprio clementi.

Nella prima frazione le cose si mettono subito bene per Norvegia, Cechia e Svezia, con Valnes, Novak e Gisselman che iniziano subito a fare la voce grossa. Resiste Bourdin per la Francia, a metà cade Anttola per la Finlandia, il che significa sogni di medaglie finiti per il Paese.

Valnes, poco prima della fine del secondo giro, inizia a dettar legge e se ne va, poi Novak riesce a prendere del vantaggio prima di cedere a Fellner il testimone. Ma il protagonista è Pellegrino, che in men che non si dica si mette a fare la voce grossa andando a prendere chiunque non si chiami Nyenget (ormai per altri lidi): di fatto l’Italia torna così nel discorso medaglie, che si riduce presto ad azzurri, Svezia, Svizzera, Francia, USA e Canada.

Nella terza frazione, la prima a tecnica libera, per larga misura non ci sono novità significative, anche perché alla fine dei conti il quadro di chi fa cosa è già fondamentalmente deciso. Improvvisamente, dopo la metà dell’opera, Graz attacca in salita e riesce a staccare tutti meno Rueesch, che in un modo o nell’altro riesce a tenere. Si arriva così all’ultimo cambio con la Norvegia ormai in fuga e Italia e Svizzera prossime a essere riprese da Svezia, Francia e Canada.

Di fatto, si svolgono due gare separate. La prima è quella di Klaebo, che nei fatti è una sorta di diversamente competitivo che prima rallenta, poi concede al pubblico un forcing dei suoi e, infine, si trascina la bandiera norvegese davanti al muro di pubblico che ha davanti per la quinta medaglia d’oro dell’edizione. Dietro ne accadono diverse: prima Desloges prova a forzare, ma Grond e Anger non si fanno staccare e rientrano anche Daprà e Leveille. L’attacco decisivo lo portano proprio Grond e Anger, che finiscono per misurarsi in uno spettacolare duello nel quale lo svizzero rallenta prima del dovuto, rischiando di far recuperare allo svedese il necessario per l’argento.

Il podio si completa dunque a 21″6 con la Svizzera (Cyril Faehndrich, Jonas Baumann, Jason Rueesch e Valerio Grond) e a 21″8 con la Svezia (Truls Gisselman, William Poromaa, Jens Burman ed Edvin Anger). Quarta la Francia al fotofinish, a 25″2 con Remi Bourdin, Hugo Lapalus, Jules Lapierre e Mathis Desloges, davanti al Canada (Xavier McKeever, Antoine Cyr, Max Hollmann, Olivier Leveille) per un decimo.

L’Italia (Giovanni Ticcò, Federico Pellegrino, Davide Graz, Simone Daprà) chiude sesta a 31″1, ma la prestazione è indubitabilmente positiva. Settimi gli USA a 1’03” con James Clinton Schoonmaker, Zak Ketterson, Kevin Bolger e Ben Ogden, poi ci sono Germania (Florian Notz, Albert Kuchler, Friedrich Moch e Janosch Brugger) a 1’12″2, Gran Bretagna (Gabriel Gledhill, Andrew Musgrave, Andrew Young e James Clugnet) a 2’12” e Finlandia (Niko Anttola, Ristomatti Haola, Remi Lindholm, Lauri Vuorinen) a 2’13″2.




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