Beppe Conti: “Fiducioso con Ganna e Milan. Pogacar-Vingegaard non si affrontano mai: un male per il ciclismo”
Nuovo appuntamento con la rubrica Bike Today condotta da Gian Luca Giardini sulla web TV di OA Sport. Ospite di questa puntata è il giornalista della Rai Beppe Conti, andiamo a rileggere i passaggi salienti.
Il momento del ciclismo attuale: “Siamo difronte a questo fenomeno, Tadej Pogacar, che aggiorna la storia del ciclismo. Va all’assalto delle corse che non ha mai vinto. Vuole vincere la Sanremo, rinuncia sia alla Tirreno-Adriatico che alla Parigi-Nizza per andare in quella settimana quasi tutti i giorni a scalare Cipressa e Poggio. Il primo a far così nel 1984 fu Francesco Moser che, reduce dal record dell’ora messicano e dalla Sei Giorni di Milano, rinuncia alla Tirreno-Adriatico per preparare la Sanremo, che vinse”.
Sempre riguardo Pogacar: “Lui non vuole aspettare di mettere due chili in più per vincere la Roubaix e ci proverà già quest’anno”.
Sugli italiani: “Sono fiducioso, sono ottimista. Nelle gare a tappe è chiaro che Pogacar e Vingegaard hanno tre marce in più rispetto a tutti gli altri, quindi non se ne parla proprio. Nelle corse di un giorno ho un fiducia sia in Milan sia in Ganna. Al Trofeo Laigueglia Christian Scaroni è stato bravissimo, ha iniziato la stagione alla grande. Ci sono dei ragazzi di talento, per cui io sono fiducioso. Ci manca l’uomo da gara a tappe, ma per quanti anni ci è mancato Sinner nel tennis? Sono fiducioso per il nostro ciclismo: abbiamo Milan che può diventare il più forte velocista al mondo”.
Su Ayuso: “Vuole vincere il Giro e ha la fortuna di non fare il Tour e fare un calendario differente rispetto a Pogacar. Il problema del ciclismo di oggi è che due personaggi straordinari come Pogacar e Vingegaard si incontreranno solamente a giugno al Delfinato. È brutta questa cosa, dovrebbe intervenire l’UCI. Ad affrontare questo problema è stato Paolo Bettini dicendo che bisogna mettere un regolamento per cui tutto ciò non può accadere. È come se Sinner e Alcaraz si affrontassero solo a Wimbledon. Ci rimette l’immagine del ciclismo”.