Meeting di Rimini: dalla Calderone a Savini, in scena c’è la politica
Si è parlato di sviluppo economico, di disuguaglianza, di integrazione, di cittadinanza, di Tfr e politiche del lavoro, di mobilità e di infrastrutture nella seconda giornata del Meeting di Rimini.
Il primo incontro ha visto come ospite il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta che ha affrontato il tema della sostenibilità del debito e dello sviluppo economico. A introdurre la conferenza, Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà, che ha sottolineato l’aumento della povertà relativa ed assoluta e la necessità di rilanciare la produttività, fondamentale per fare il salto verso lo sviluppo. Infatti «il nostro Paese ha una produttività strutturalmente più bassa, anche in Europa. L'Italia tra il 2000 e il 2019 a fronte di una crescita media dei paesi europei registra un valore pari allo 0,3 della produttività, con valore particolarmente basso nelle costruzioni e nei servizi». Sono necessari investimenti non solo in macchinari ma anche nel capitale umano, quindi con una visione dell’uomo al centro. A prendere la parola poi nel panel è stato l’atteso Panetta, secondo cui lo sviluppo dell’Ue e dell’Italia sono intrecciati non solo da punto di vista economico, ma anche sociale, normativo e geopolitico. Facendo un excursus storico dell’Unione europea, ha sottolineato come oggi siano in discussione i pilastri che avevano posto in essere la sua creazione: i principi di cooperazione e l’assetto multilaterale.
In vista della manovra, ha lanciato un monito: «la crescita resta l'obiettivo fondamentale per l'Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti». Le sfide più rilevanti toccate dal governatore riguardano il problema demografico e del mercato del lavoro che impatterà inevitabilmente sul sistema pensionistico, su quello sanitario e sulla capacità di innovazione; la definizione di politiche migratorie adeguate per quanto riguarda l’occupazione; la necessità di aumentare la collaborazione tra mondo scientifico e le imprese dato che si fa ricerca ma i prodotti si fanno altrove. Parlando di intelligenza artificiale, ha sottolineato come l’Europa non stia facendo abbastanza in quanto mera utilizzatrice di questa tecnologia, ma senza aver assunto un ruolo attivo che aumenterebbe anche la concorrenza. Essenziale, ha aggiunto Panetta, gli investimenti a livello europeo nella doppia transizione digitale e ambientale e cercare di diminuire la dipendenza dall’estero nel settore alimentare, di difesa ed energetico. La riduzione del debito pubblico resta il cuore del problema, il governatore ha affermato infatti che «un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l'incentivo a investire; espone l'economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo». La soluzione è gestire in modo prudente i conti pubblici e per Panetta il Pnrr dovrebbe insegnare un metodo: l’intervento dello Stato sull’economia con maggiori riforme ed investimenti. Se questo diventerà il modus operandi, allora gli effetti potrebbero avere maggiormente successo.
Nel pomeriggio è stata la volta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone che nella conferenza «Politiche e strategie per un lavoro che cambia» ha affermato che una riapertura di sei mesi sul conferimento di Tfr a fondi «è una cosa che io sostengo e credo sia necessaria, perché uno degli elementi che ha costituito una scarsa appetibilità della previdenza complementare, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, è il fatto che non è stata spiegata bene, non è ben compresa». Il dibattito è in corso tra il ministero del Lavoro e il Mef come è giusto che sia per salvaguardare i conti pensionistici e rispondere alle esigenze delle nuove generazioni. Il ministro ha parlato anche di consolidare gli strumenti per sostenere la genitorialità.
Spazio anche per integrazione e cittadinanza durante la tavola rotonda «Dal bisogno all’integrazione» con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente Fondazione Progetto Arca onlus Alberto Sinigallia e il Group CEO Randstad Marco Ceresa presentati dal giornalista di Avvenire Angelo Picariello. Tramite il lavoro congiunto tra istituzioni e terzo settore, è stata messa in luce la questione delle case confiscate alla criminalità organizzata: laddove c’erano situazioni di degrado con spacciatori ora ci sono madri con bambini. A parlarne è stato Alberto Sinigallia, sottolineando però quanto ancora ci sia da fare, dato che per esempio nella sola Lombardia ci sono 16.000 case sfitte che non si riescono a ristrutturare con 10.000 persone in lista d’attesa. Piantedosi ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra lo Stato e le associazioni del terzo settore per essere efficienti nel restituire alla società i beni confiscati alle attività criminali, ha sostenuto infatti che «nessuno Stato, nessun governo, nessuna formula di governo può prescindere dalle organizzazioni sociali. Significa arrivare meglio negli interstizi della vita sociale».
Sul fronte di integrazione e immigrazione, se Ceresa ha messo in evidenza la realtà di Randstad non solo nel fornire competenze, ma anche nell’insegnare a queste persone la lingua italiana insieme ad una attività di educazione civica, Piantedosi ha messo in luce la necessità di porsi il problema sulla sostenibilità dei fenomeni migratori, perché non si tratta meramente di soddisfare bisogni primari ma anche interrogarsi su come le persone acquisiscano un ruolo nella società. In un clima piuttosto disteso si è anche parlato di cittadinanza, per Piantedosi la discussione dovrà essere tecnica, e se serve ad aggiornare il ventaglio delle valutazioni sul tema della cittadinanza italiana, è giusto farlo poiché «anche alle macchine più belle, che vanno veloci, lucide, si fa il tagliando». Un punto, sollevato da Piantedosi, che vale la pena sottolineare è che l’Italia in tutta l’Europa è al primo posto per le concessioni di cittadinanze.
Infine, si è parlato di infrastrutture e mobilità con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che è intervenuto a fianco del presidente ACI Angelo Sticchi Damiani, del direttore generale FNM Group Marco Piuri e degli amministratori delegati di ATM Arrigo Giana, di RFI Gianpiero Strisciuglio e diAutostrade per l’Italia Roberto Tomasi.
Salvini ha subito parlato di sostenibilità: nonostante i letti di cartone alle Olimpiadi di Parigi, i monopattini e i proclami delle case green, il 2023 è stato l’anno con più emissioni di CO2, «l’Europa si sta autocastrando» ha aggiunto, spiegando come di fronte a un’Ue che taglia le emissioni, la Cina e l’India rispondono con un aumento di CO2 e questo si traduce in un declino del mondo occidentale. Riguardo la questione del ponte sullo Stretto, la cui cantierizzazione è prevista entro l’anno, e lo sviluppo della metropolitana con tre fermate, ha ribadito che contribuiranno a portare sviluppo anche nelle due province con il tasso più alto di disoccupazione giovanile d’Europa. La giornata non è terminata qui per il leader della Lega, infatti, nella serata, insieme al ministro dell’Interno Piantedosi ha inaugurato il progetto Ragazzi on the road partecipando alla prima esperienza di pattugliamento interforze a Rimini per spiegare che «il monopattino va usato con il senno».