Intelligenza Artificiale: sfida Cina -USA
Le spese in conto capitale (il famoso capex) legate allo sviluppo dell’AI negli Stati Uniti sono arrivate a $250 miliardi nel 2024 (+48% sul 2023) e nel 2025 sono attese raggiungere i $320 miliardi (senza contare Stargate il progetto “lanciato” da Trump che da solo varrebbe 500 mld). Parliamo soprattutto di datacenters e di altre infrastrutture necessarie a gestire, conservare ed elaborare i miliardi di miliardi di dati di qui il mondo sembra non poter fare a meno, di chips super rapidi e performanti in stile Nvidia. Questi investimenti sono simili come ordine di grandezza al totale del piano dell’agenda Draghi per tutti i settori merceologici in Europa, tanto per avere un termine di paragone.
Fino a un paio di settimane fa tutto bene, il dominio americano sul tema era ovvio e la spinta all’utilizzo dell’AI, in ambito lavorativo e non, avrebbe spinto tutti noi umani, volenti o nolenti, a spendere e investire nei così detti copiloti e in tutto quanto renderà, apparentemente, molto più semplice, veloce ed efficiente il nostro lavoro e la nostra vita.
Poi è arrivata lei, la cinesissima Deepseek e tutto è cambiato.
Chi scrive non è certamente un esperto di informatica e meno che meno uno heavy user di tecnologia e quindi eviterà qualsiasi raffronto fra Lei e ChatGPT o altri sistemi simili.
Riporterà alcuni fatti che sono venuti fuori in queste due settimane:
- DeepSeek democratizza l'accesso allo sviluppo dell'IA, aprendo la strada a una proliferazione di nuovi modelli direttamente su smartphone, PC, automobili. E’ infatti opensource, disponibile e scaricabile da tutti a differenza dei concorrenti americani.
- Ha alcuni vantaggi competitivi importanti, acclarati anche da membri della Silicon Valley, soprattutto in termini di riduzione della quantità di memoria / chips utilizzati, capacità di utilizzare molti meno input / parametri a parità di risultato ottenuto, ottimizzazione di processi inferenziali, compressione di memoria e funzioni di ricompensa (e qui lo scrivente alza le mani e vi rimanda allo studio di Bain denominato DeepSeek A Game Changer in AI Efficiency, appena pubblicato).
- Costerebbe molto meno. E qui il vantaggio sarebbe duplice perché potrebbe accelerare ulteriormente lo sviluppo dell’IA, moltiplicando gli investimenti a livello numerico, perché accessibili a molte più persone, aziende, istituzioni. Qui un bel grafico, proprio di Bain che vi mostra la situazione attuale.
Tutto bene quindi? Non proprio direi. La reazione dei mercati è stata in prima battuta molto preoccupata; la domanda è: si è registrato un eccesso di investimenti in AI soprattutto da parte dei MAG7 o Hyperscalers, come vengono chiamati nel grafico da JPM AM? Siamo di fronte a un secondo caso simile a quello registrato solo 3-4 anni fa sul Metaverso? Presto per dirlo.
Senza dubbio però, i calcoli dicono che i 250 miliardi di capex spesi nel 2024 richiedono ricavi per 500 miliardi di dollari nel campo dell’AI al fine di mantenere il 50% di margine lordo medio con il quale vivono oggi queste aziende, a pena di ridurne la marginalità, i multipli ai quali trattano e di conseguenza le valutazioni borsistiche. Le dichiarazioni finora fatte dalle stesse ne proiettano 100 mld come vedete sotto. Quando e come arriveranno gli altri 400?
Chiudiamo con una curiosità dedicata a chi si è stupito di veder apparire DeepSeek dalla Cina. Sapete quanti erano i cinesi che hanno partecipato alla stesura del paper del 2017 che ha posto le basi per la successiva nascita di ChatGPT? 15. Su 25 esperti in totale che contribuirono.