La nuova corsa alla Luna è una sfida tra manager
Più sicurezza, meno errori commessi, ma restano problemi insoluti per la missione lunare Artemis e per i servizi commerciali nell’orbita terrestre. Questo è quanto si apprende dal rapporto annuale dell'Aerospace Safety Advisory Panel (Asap) pubblicato dall’Agenzia spaziale statunitense, nel quale si possono apprezzare importanti progressi in termini di un ridotto numero di malfunzionamenti e rischi, ma anche la consapevolezza e le preoccupazioni delle sfide ancora aperte. Il rapporto è stato inviato a Janet Petro, amministratore esecutivo della Nasa, al vicepresidente degli Usa James D. Vance e a Mike Johnson, speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. L' Asap, istituito dal Congresso Usa nel 1968 per fornire consulenza ed emanare raccomandazioni all'amministratore della Nasa e al Congresso su questioni di sicurezza, è oggi formato da gruppo di esperti guidato dall'ex astronauta americano Susan J. Helms, alto ufficiale dell’Usaf oggi in pensione, nota che ci sono considerevoli problemi correlati al rischio che possono affliggere la transizione pianificata dalla Nasa verso destinazioni commerciali in orbita terrestre bassa, alcuni dei quali non sarebbero completamente sotto il controllo dell’Agenzia.
Spingendosi più lontano nello spazio, il rapporto evidenzia importanti osservazioni sulla sicurezza sia per il programma Moon to Mars dell'Agenzia, sia per le attuali operazioni della Stazione Spaziale Internazionale che si trova in orbita terrestre bassa. Riguardo il programma Artemis, il ritardo accumulato sarebbe soltanto l'ultimo di molti errori commessi dalla Nasa e deriverebbe da questioni di sicurezza dell'equipaggio, di aspetti riguardanti la medicina spaziale e dall’impatto dei vincoli di bilancio dell’ente sulla necessità di adeguare le spese alle necessità che stanno emergendo e che non potevano essere previste dai responsabili dei singoli progetti (project manager). Le missioni Artemis 2 e Artemis 3, cruciali per il ritorno degli esseri umani sulla Luna dopo più di mezzo secolo, sono state rinviate. La Artemis 2, inizialmente programmata per settembre 2025, è stata posticipata dalla Nasa nell’aprile 2026; Artemis 3, quella destinata a riportare gli umani sulla superficie selenica, è stata rimandata dal dicembre 2026 a giugno 2027. Tra le cause dei ritardi ci sono i problemi tecnici riscontrati sulla navicella Orion durante la missione Artemis 1 (16 novembre 2022), avvenuta senza equipaggio a bordo nel 2022. Nella fase di rientro nell'atmosfera terrestre, lo scudo termico di Orion subì danni importanti: l’intenso calore sprigionato aveva generato gas che erano rimasti intrappolati nello strato esterno dello scudo portando alla formazione di crepe e causando distacchi di alcune parti del rivestimento protettivo. Per risolvere il problema la Nasa ha pensato a modifiche della navicella ma anche a far compiere all’Orion della missione Artemis 2 una traiettoria di rientro differente che dovrebbe avere l’effetto di provocare un minore stress termico.
Contemporaneamente la Nasa sta ottimizzando i sistemi di allunaggio e perfezionando le tute degli astronauti che saranno utilizzate per le attività extraveicolari. Tuttavia l’impossibilità di prevedere tempi esatti per la soluzione dei problemi mette in crisi anche i tempi e soprattutto i costi delle forniture da parte degli appaltatori esterni, facendo lievitare i costi del programma e soprattutto quelli di Artemis II, la prima missione che avrà persone a bordo, quattro astronauti, e che prevede il completamento del percorso di volo portando gli esseri umani più lontano di quanto non siano mai stati dalla Terra, per sorvolare la Luna, superarla di circa 8.800 km e rientrare sulla Terra. La missione durerà tra gli otto e i dieci giorni e raccoglierà importanti dati per la successiva Artemis III. Questa, finalmente, dopo oltre mezzo secolo vedrà un allunaggio umano e la permanenza di due persone sul nostro satellite naturale per circa una settimana nella regione del polo sud lunare, mai visitata prima. Qui i due nuovi “moonwalker” eseguiranno una serie di studi scientifici tra i quali il prelievo di ghiaccio d'acqua.