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Tari: differenze fino a 425 euro tra una città e l’altra in Italia

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A La Spezia si spendono 170 euro all’anno, a Pisa 595 euro. Comune che vai e tassa sui rifiuti che trovi. Il caro Tari (di oltre il 7%) c’è ovunque (anche a causa dell’evasione), ma per alcuni cittadini è molto più onerosa. E, paradosso, al Sud si spende di più, per servizi meno efficienti. Secondo un’indagine realizzata dal Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, Immigrazione delle Uil, la media nazionale è di 337,77 euro e nel Mezzogiorno ogni famiglia paga 388 euro, contro i 278 euro del Nord-Est del Paese.

Pisa è la città con la Tari più alta: una famiglia tipo (quattro persone con una casa di 80 metri quadrati e un reddito Isee di 25mila euro) spende in media 595 euro all'anno. Seguono Brindisi (518 euro), Trapani (511 euro), Genova (508 euro), Pistoia (504 euro) e Napoli (493 euro). Al contrario, La Spezia è la più economica dal punto di vista della Tari, con una spesa media di 170 euro annui. Costi più bassi rispetto alla media nazionale si registrano anche a Belluno (186 euro), Novara (189 euro), Brescia (195 euro) e Ascoli Piceno (200 euro).

Ci sono forti differenze anche nelle città metropolitane. Genova è la più costosa con 508 euro, seguita da Napoli (493 euro), Reggio Calabria (487 euro), Catania (475 euro) e Cagliari (450 euro). Roma e Milano, invece, sono sotto la media nazionale, con una spesa rispettivamente di 326,04 euro e 305,92 euro.

Dallo studio emerge poi una notevole disparità tra Nord e Sud. L'impatto della Tari sul reddito netto medio familiare è particolarmente pesante nel Mezzogiorno, dove l'incidenza media è dell'1,34%, più del doppio rispetto allo 0,64% registrato nel Nord-Est. Uno squilibrio che va a braccetto con un sistema di gestione rifiuti meno efficiente e privo delle infrastrutture necessarie per abbattere i costi di smaltimento.

Sui costi della tassa sui rifiuti pesano tre criticità, secondo la Uil: la mancanza di impianti di raccolta e trattamento adeguati, il ricorso persistente allo smaltimento in discarica e i livelli insoddisfacenti di raccolta differenziata e recupero delle risorse. "I Comuni meridionali si trovano a gestire da soli una sfida enorme, con poche risorse e senza il supporto necessario. Senza nuovi impianti di trattamento e riciclo, i rifiuti del Sud continueranno a essere trasportati fuori regione con costi esorbitanti, che pesano sulle famiglie e sui bilanci locali", ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo

Ma l'aumento generalizzato della Tari ha anche un’altra causa. I Comuni italiani hanno un deficit di sette miliardi di euro dovuto a Tari e Imu non riscosse, con solo sei contribuenti su dieci che pagano regolarmente. Questo ha pesato sull’aumento medio della tassa sui rifiuti del 7% tra il 2018 al 2022 e sui rincari del 2024. L’inefficienza nella gestione dei rifiuti e la mancanza di controlli sui pagamenti aggravano la situazione, costringendo chi paga regolarmente a sostenere anche il peso dell’evasione.




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