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Milano capitale dei divieti flop

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19 multe. Questo il bilancio del primo mese di divieto di fumo all’aperto a Milano. Dal 1° gennaio, infatti, nel capoluogo lombardo è entrata in vigore la nuova ordinanza del sindaco Beppe Sala: niente più sigaretta accesa nelle aree pubbliche, incluse le strade, i dehors e i tavolini dei bar all'aperto, a meno che (e qui si cade nel farsesco) non ci si trovi ad almeno 10 metri dagli altri cittadini presenti. Questi divieti da “polizia morale” vanno ad aumentare quelli già implementati dal 2021, che, in maniera più blanda, vietavano il fumo nelle aree verdi, nei parchi giochi per bambini, nei cimiteri e alle fermate dei mezzi pubblici.

Delle 19 sfortunate vittime dell’ordinanza liberticida pseudo-green, ben 12 hanno avuto la colpa di non essere usciti di casa con i dovuti strumenti di misurazione, visto che la multa è arrivata per il non rispetto dei 10 metri di distanza. Farebbe ridere, se non ci fosse da piangere. Eppure, dalla maggioranza in seno al Consiglio comunale si alzano voci di dissenso, ma non per l’assurdità dell’ordinanza, bensì per la lassità con cui si dà la caccia ai fumatori. I pasdaran della rivoluzione green non ci stanno.

Carlo Monguzzi, consigliere comunale per i Verdi, va all’attacco: “Diciannove multe sono sconfortanti, le eteree dichiarazioni del Sindaco ancora di più. È da irresponsabili perché il fumo fa malissimo alle persone, ma anche all'ambiente perché contribuisce a formare il pm10. Chiedo invece che il sacrosanto e giusto regolamento venga fatto rispettare, e che il Comune faccia una seria campagna di informazione”.

L’ordinanza sul fumo è solo la punta dell’iceberg. Negli anni l’amministrazione Sala ha fatto delle politiche green e della lotta alle macchine la stella polare del proprio operato. Ecco quindi in ordine temporale: l’istituzione di Area B, l’aumento del ticket di ingresso in Area C, le circa 100 strade in cui è stato imposto il limite massimo di 30 chilometri all’ora (in alcune addirittura 15 all’ora), la riduzione degli sfalci nelle aree verdi per “tutelare la biodiversità”, gli infiniti (e controversi) lavori sulla ciclabile di corso Buenos Aires, il divieto di fumo e, infine, il progetto di eliminazione totale dei parcheggi gratuiti dalla città.

Nuova chicca in arrivo: a marzo partiranno i lavori per il rifacimento di Piazzale Loreto, importantissimo snodo stradale della città. I lavori, nelle intenzioni del Comune, dovevano essere ultimati per l’inizio delle Olimpiadi, cosa che molto probabilmente non accadrà. Quel che invece accadrà sicuramente, sarà il maggior traffico dovuto ai lavori. Ne sanno qualcosa i frequentatori di corso Buenos Aires, che da quasi 5 anni è ormai diventato un “campo di battaglia” disseminato di ruspe, cancellate e rider che sfrecciano sui marciapiedi, sulle strade e nelle piste ciclabili.

Nelle intenzioni del Comune e dei progettisti il nuovo piazzale Loreto diventerà una “agorà green”, “un luogo inclusivo, uno spazio pubblico ed un ambiente di qualità che sarà per Milano un simbolo di architettura contemporanea e di vita”. Più probabile che si trasformi in un punto di ritrovo per maranza di quartiere, perdigiorno e senzatetto.

Sui disagi al traffico nemmeno una parola. È ormai chiaro che per il Sindaco la macchina a Milano non si deve usare. Meglio i mezzi pubblici, peccato che dal 2016 (l’anno in cui è stato eletto Beppe Sala) a oggi, i biglietti singoli Atm siano aumentati da 1,50 euro a 2,20, quello giornaliero da 4,50 a 7,60 euro, il carnet da 10 viaggi è aumentato da 13,50 a 19,50 euro, mentre l’abbonamento mensile è passato da 35 a 39 euro. Si salvano solo (fortunatamente) gli abbonamenti mensili per giovani e anziani e gli abbonamenti annuali (330 euro).

Il risultato di questa “crociata all’automobile” sarà stata una sensibile diminuzione dei mezzi privati circolanti in città? Nemmeno per sogno. Anzi, nel decennio 2013-2023, analizzato dall’Automobile Club d’Italia, il numero di veicoli privati circolanti è aumentato del 5%, passando da 945mila a 993mila. Che sia forse l’approccio del Sindaco a essere sbagliato?




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