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Trump prepara le tariffe reciproche, a rischio auto, farmaci e fertilizzanti europei

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"Oggi è il grande giorno: tariffe reciproche!". Con queste parole, affidate al suo social network Truth, Donald Trump ha annunciato la presentazione del “Fair and Reciprocal Plan”. Come spiegato ieri dallo stesso Presidente nello studio ovale della Casa Bianca, il piano punta a bilanciare Paese per Paese le aliquote fiscali applicate sulle importazioni, con l’obiettivo di eliminare gli squilibri commerciali degli Stati Uniti. Tradotto: se per esportare una macchina americana in Germania il produttore deve pagare una tassa del 10%, il piano di Trump prevede che anche il produttore tedesco dovrà pagare una tassa del 10% (invece dell’attuale 2,5) se vuole esportare in America, fair and reciprocal, per l’appunto. “È giusto per tutti. Nessun altro Paese può lamentarsi”, è stato il commento finale del Presidente.

Questo nuovo piano andrà ad intaccare anche l’export europeo. Partiamo da un dato: l’Ue, in media, applica ai prodotti americani che importa un dazio del 4,7%, gli Stati Uniti, invece, del 4%. Per alcuni prodotti la differenza può essere di molto maggiore, come nel caso sopracitato delle automobili, o come nel caso dei medicinali e dei fertilizzanti. Un altro problema per l’Europa riguarda l’Iva. L’imposta sul valore aggiunto che Bruxelles vuole applicata ad ogni bene importato non va affatto giù al Presidente americano: “Considereremo i Paesi che usano il sistema Iva, che è molto più punitiva di una tariffa, come simile all’imposizione di un dazio”. Nel piano in studio alla Casa Bianca si terrà quindi conto dell’Imposta sul valore aggiunto per determinare la tariffa reciproca finale da applicare.

I dazi per Trump sono cosa seria, non semplici misure protezionistiche. Lo hanno ben compreso Canada e Messico, per i quali il mercato americano rappresenta rispettivamente il 75 e il 77% dell’export totale (dati del 2022). Dopo l’annuncio dell’imposizione di dazi del 25% hanno repentinamente acconsentito a tutte le condizioni imposte da Trump per sospendere le tariffe fino a marzo: invio di 10mila soldati alle frontiere per combattere l’immigrazione clandestina e stretta sul traffico del Fentanyl (la droga oppiacea più diffusa negli States). I dazi per Trump sono anche uno strumento geopolitico.

Ma torniamo al Fair and Reciprocal Plan. Trump sostiene che “per molti anni, gli Stati Uniti sono stati trattati ingiustamente, sia dagli avversari che dagli alleati”. Da decenni, ormai, gli Usa sono il Paese con il più alto deficit commerciale, nel 2023 sono stati importati prodotti per un valore di 3 triliardi, mentre il valore di quelli esportati è stato 1.86 triliardi. Applicando tariffe reciproche, Trump mira anche a ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti, incoraggiando l’export di prodotti e materie prime americani e invogliando aziende di Paesi stranieri (soprattutto europei) a spostare la produzione in America, sfruttando i bassi costi energetici e la tassazione agevolata. Politica ribadita anche ieri, durante l’incontro con il Primo ministro indiano Narendra Modi, quando Trump ha sottolineato che l’India potrebbe evitare nuove tariffe se le aziende indiane incrementassero (o spostassero) la produzione negli Stati Uniti. “Se costruisci qui, non hai dazi di alcun tipo. E penso che questo è ciò che accadrà. Penso che il nostro Paese sarà inondato di posti di lavoro", ha chiosato il Presidente americano.




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