Salone della Difesa Idex 2025: comincia la rivincita russa
Il primo giorno del salone Idex/Navdex 2025 di Abu Dhabi, vetrina internazionale della Difesa, ha visto le aziende russe presentarsi per rientrare nel mercato globale delle armi, con le aziende statali di Mosca che hanno potuto esporre in modo prominente la loro produzione. Quella emiratina è la più importante mostra delle tecnologie per la Difesa del Medioriente, un evento cresciuto negli ultimi 17 anni e alla quale negli ultimi 8 si è aggiunta la mostra navale, appunto Navdex. Il ritorno dei russi vede però una presenza emiratina decisa a voler diventare trainante nella regione, così come quella israeliana, che vantava un’area espositiva tre volte più grande di quella allestita nel 2023. Di fatto, nonostante la guerra a Gaza, Israele vuole espandere le vendite di armi e sa che il ritorno della Russia, che con gli Emirati ha da sempre un rapporto speciale, costituisce la presenza di un grande concorrente, e gli emirati sono anche un ottimo posto per triangolare forniture destinate dove l’Onu non vorrebbe arrivassero. Oltre una dozzina gli espositori da Mosca, molti dei quali hanno presentato varianti aggiornate delle loro armi, novità necessarie per recuperare il terreno perso con i contratti annullati dopo l’invasione dell’Ucraina, perdendo quote di export finite in mani francesi, americane e appunto israeliane. Secondo il think tank Jamestown Foundation con sede a Washington, alla fine del 2024 i trasferimenti di armi russe erano diminuiti del 92% rispetto ai livelli del 2021, principalmente a causa della ridistribuzione delle risorse nazionali per sostenere l'invasione dell'Ucraina e dei tassi di interesse più elevati derivanti dalle sanzioni internazionali. Poi, come sempre avviene, Rosoboronexport, l'agenzia statale responsabile del commercio militare di Mosca, ha dichiarato di aver ricevuto un livello record di ordini per l’anno 2024, ed è stato curioso assistere, nelle ultime settimane prima della fiera, al fermento che le aziende russe hanno cercato di creare attorno ai nuovi prodotti, contattando giornalisti occidentali e pubblicando comunicati stampa in inglese. Tra queste, il gruppo Kalashnikov a metà gennaio aveva annunciato un nuovo drone da attacco Kub-2-E dotato di munizioni guidate come parte di un concetto di sciame di droni progettati per colpire equipaggiamenti militari leggermente corazzati, sistemi di difesa aerea e basi per elicotteri, secondo un comunicato stampa aziendale. L’evidenza è che Mosca stia cercando di capitalizzare i successi degli equipaggiamenti collaudati in combattimento nell'invasione dell'Ucraina. Esposta anche una variante da esportazione del carro armato da combattimento T-90 Proryv dotato di diversi tipi di protezione contro i droni con visuale in prima persona, che si sono dimostrati sempre più difficili da contrastare. In casa degli Emiri non si poteva che assistere a un tripudio delle produzioni locali, con la holding di stato, Edge, a raccogliere l’esposizione dei mezzi terrestri di Adasi, missilistici di Halcon e quelli unmanned (droni) con Adasi. E poi i francesi, che dopo aver festeggiato il maxi ordine da quasi 18 miliardi di euro per 80 esemplari di caccia multiruolo Rafale F4, sul quale sono installate avioniche sviluppate e pagate dagli stessi emirati. Questi nuovi aeroplani sostituiranno i vecchi Mirage 2000-9 (comunque più moderni di quelli che Parigi ha rifilato a Kiev), che paiono già disponibili sul mercato dell’usato. Non potranno essere economici, in quanto moderni e impiegati per poco tempo, ma hanno senza dubbio meno limitazioni d’esportazione rispetto ad altri caccia prodotti negli Usa o in Europa.
Dopo l’incontro tra la presidente del Consiglio ei Ministri Giorgia Meloni e il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, i rapporti tra il nostro Paese e l’area degli Uae sono in una nuova fase di espansione. Non sorprende quindi che Leonardo sia presente con i sistemi di combattimento venduti su molte delle le unità della Marina emiratina, e che stia proponendo la produzione elicotteristica a cominciare dallo Aw149. La joint venture Maestral, detenuta al 51% da Edge, ha annunciato un contratto da 500 milioni di euro per il supporto alle unità della Marina emiratina per cinque anni, puntando a costruire nuove navi militari per nazioni amiche degli Emirati come Egitto, Filippine e altri Paesi africani. Elt Group, da decenni presente in questa parte del mondo, ha sottoscritto un accordo con Edge il cui obiettivo è creazione di una joint-venture locale per il settore navale. Intanto, mentre si attende l’arrivo, anzi il ritorno, del ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, passato da queste parti meno di un mese fa, per le prossime giornate si attendono nuove firme per accordi legati alla Difesa.