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Le voglie borderline dell’algida Nicole

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Nicole Kidman è coraggiosa. Non solo perché affronta un rave in cappotto cammello. Ma perché a 57 anni il suo viso e corpo biotech, esibiti in Babygirl, il film che sta sbancando i botteghini, sono il vero spettacolo. Vincitrice della Coppa Volpi (ingiustamente non candidata all’Oscar), l’algida attrice interpreta una manager di successo.

Oltre che madre amorevole, moglie perfetta con immancabile villa in campagna e lussuoso appartamento a Manhattan. Naturalmente figlia queer e marito che la desidera ogni santa notte (giusto Antonio Banderas può far sì che accada). Nonostante tutto questo è terribilmente insoddisfatta.

Ecco, non c’è nessuna attrice al mondo che sappia interpretare l’infelice borderline come lei. Occhio liquido, voce rotta, sguardo sognante verso lo stagista bono (quando mai ne esiste uno che non sia un nano da giardino?). E poi al primo appuntamento giù prona sulla moquette lurida a provare quelle sensazioni tanto agognate.

Semplicemente perfetta a metà tra un’eroina di Ibsen e Nove settimane e mezzo del XXI secolo. Il web non riesce a trattenere la libidine e (come la protagonista) striscia verso la tastiera: «Stupenda. È una leggenda vivente», «Sembra non avere età». Ma anche: «È cringe e imbarazzante», «Perché sceglie sempre questi film dove è nuda?». E così tra un bicchiere di latte (dopo non guarderete più il latte nello stesso modo) e il solito gioco sadomaso di Master&Servant si dipana un (debole) thriller erotico che tenta il doppio carpiato tra Cinquanta sfumature, Attrazione fatale e Disclosure.

Lì Demi Moore (oggi candidata agli Oscar a 62 anni: è la vendetta delle milf) fu la prima a sedurre un sottoposto, Michael Douglas. Nel 1994 fu scandalo. Ora ne è passato di woke sotto i ponti, eppure la signora agée è sempre quella che finisce nelle trame del toy boy in canotta bianca (un ammaliante Harris Dickinson in versione James Dean): «È un film degradante per le donne», «È una bambolina di plastica, ormai», «È incredibile quante persone si sentano minacciate da una bella donna di mezza età che ha una sua sessualità».

Romy-Nicole è fredda nelle scene di sesso, eppure quella ricerca di redenzione nell’umiliazione la rende l’ultima diva dell’audace. E anche se noi donne-criceti quando arriva la sera l’ultima idea che abbiamo è di guardarci un porno per soddisfare le nostre voglie da sole invece di affidarci fiduciose al piumone, crediamo comunque che la regista olandese Halina Reijn abbia colto quello che abita questi tempi malati di sesso e solitudine.

Cedere il potere diventa potere. Ed è qualcosa di molto diverso dal nudo esibito di Bianca Censori ai Grammy. La moglie-bambola di Kanye West oltre al corpo spogliato mostrava uno sguardo perduto, disarmato. L’attrice australiana invece dice una frase da scolpire sulla lapide: «Se voglio l’umiliazione, la pago». Nicole, sei meglio di anni di terapia.




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