Добавить новость
ru24.net
Panorama
Февраль
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
24
25
26
27
28

Nuovo Coronavirus identificato nei pipistrelli: rischio pandemico o solo una nuova scoperta?

0

La recente scoperta di un nuovo coronavirus nei pipistrelli in Cina ha fatto subito scattare l’allerta tra i ricercatori di tutto il mondo. Denominato HKU5-CoV-2, il virus è stato identificato da un team di studiosi guidati dalla virologa ShiZhengli, famosa per le sue ricerche sui coronavirus, insieme a vari istituti cinesi.

HKU5-CoV-2 appartiene al lignaggio HKU5, un gruppo di coronavirus precedentemente rilevato nei pipistrelli giapponesi e già associato a virus noti per la loro pericolosità, come SARS-CoV e MERS-CoV, che in passato hanno causato epidemie con elevata mortalità.

L’identificazione di HKU5-CoV-2 ha spinto i ricercatori a valutare il rischio di spillover, ovvero il passaggio del virus dagli animali all’uomo, un meccanismo già osservato con il SARS-CoV-2, responsabile della pandemia di COVID-19. Questo virus appartiene alla sottofamiglia dei merbecovirus, un gruppo di coronavirus considerato ad alto rischio di trasmissione interspecie. Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso questi virus tra i patogeni emergenti, ossia quelli che, se non monitorati con attenzione, potrebbero rappresentare una potenziale minaccia per la salute pubblica.

Uno degli aspetti più rilevanti dello studio è l’analisi della capacità di HKU5-CoV-2 di infettare le cellule umane. Sebbene i dati suggeriscano che questo virus abbia una capacità inferiore di infettare l’uomo rispetto a SARS-CoV-2, i ricercatori hanno osservato che possiede un certo grado di affinità per il recettore ACE2 umano, la porta d’ingresso che SARS-CoV-2 utilizza per infettare le cellule polmonari. Questo significa che, pur non essendo attualmente altamente adattato all’organismo umano, potrebbe acquisire mutazioni che potrebbero consentirgli di infettare le persone con maggiore efficienza nel tempo.

Ma allo stato attuale, non ci sono prove che HKU5-CoV-2 sia in grado di trasmettersi tra esseri umani. Il rischio che questo virus si evolva in un agente pandemico è quindi considerato molto basso.

Ce ne parla il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano

Professore, quanto è importante questa scoperta?

«Quella del team di scienziati cinesi è una ricerca interessante. I risultati evidenziano l’opportunità e la necessità di approfondire lo studio di virus che determinano zoonosi, quindi malattie che possono colpire diverse specie animali e potenzialmente l’uomo. Vediamola in positivo: questa scoperta dimostra quanto sia importante la capacità di individuare nuove varianti».

Dobbiamo preoccuparci?

«È chiaro che tutto questo, ad oggi, non deve preoccupare. Quello che deve emergere è piuttosto la necessità di un coordinamento e di un monitoraggio internazionale, per vigilare sull’eventuale diffusione di patogeni a rischio sia nel mondo animale che in quello umano. È un tema di sanità pubblica che va affrontato con serietà, ma senza allarmismi».

Le zoonosi rappresentano una minaccia crescente?

«Le zoonosi sono il futuro, lo vediamo già con l’influenza aviaria, che si trasmette ad altre specie. I virus cercano sempre nuove modalità per ampliare la propria platea di contagio. L’importante è riuscire a individuare le caratteristiche di questi patogeni e a raccogliere nuove informazioni. Dobbiamo essere preparati e questa ricerca ci aiuta in tal senso».

Quali sono le caratteristiche della nuova variante individuata in Cina?

«Al momento, sappiamo che questa nuova variante ha caratteristiche specifiche, ma non possiamo ancora confermare se possa infettare l’uomo. Attualmente, si tratta di un virus che riguarda i pipistrelli, quindi non ci sono segnali di trasmissione tra esseri umani. Ma, dagli studi genetici emerge che potrebbe avere la capacità di adattarsi ai recettori ACE2 dell’uomo, il che rende la situazione meritevole di attenzione. È importante sottolineare che si tratta di una possibilità teorica, basata su ipotesi derivanti da indagini di biologia molecolare. Non è ancora possibile dire con certezza se questa variante evolverà in un virus umano. Quindi, non c’è motivo di allarmarsi, ma è fondamentale monitorare la situazione».

C’è una possibilità concreta che questo virus possa diventare una minaccia pandemica?

«Al momento è solo un’ipotesi da esplorare. Non ci sono segnali di trasmissione tra esseri umani. Siamo ancora in una fase preliminare: ha delle caratteristiche che potrebbero renderlo potenzialmente pericoloso. È una scoperta scientifica che serve per approfondire la conoscenza dei coronavirus, non per creare paure.»

Negli ultimi mesi c’è stato un aumento significativo dei casi di polmonite. Esiste un legame con il Covid o altre infezioni stagionali?

«Quest’anno la stagione influenzale è stata particolarmente intensa, creando condizioni favorevoli per l’insorgenza di infezioni batteriche secondarie. Durante l’inverno, i virus influenzali indeboliscono il sistema immunitario, rendendo l’organismo più vulnerabile all’attacco di batteri come lo Streptococco, che può causare polmoniti. Questo fenomeno si verifica ogni anno e porta a un aumento dei casi di polmonite batterica successiva a un’infezione virale. In particolare, alcuni pazienti colpiti da infezioni virali, come il Covid, possono sviluppare polmoniti atipiche, ovvero infiammazioni polmonari causate direttamente dal virus e non da batteri. Inoltre, il Covid compromette il sistema immunitario, riducendo le difese dell’organismo e aumentando il rischio di infezioni respiratorie secondarie, tra cui quelle provocate dal pneumococco, un batterio noto per causare polmoniti severe.»

La polmonite bilaterale che ha colpito alcune persone è legata a questi fenomeni?

«Sì, potrebbe esserlo. La polmonite bilaterale può svilupparsi a seguito di un’infezione virale, come l’influenza o il Covid, che indebolisce il sistema immunitario e predispone all’insorgenza di complicanze, tra cui sovra-infezioni batteriche. Durante la stagione invernale, con un’elevata circolazione di virus respiratori, il rischio di polmoniti bilaterali aumenta, soprattutto nei soggetti più fragili. Nel caso del Covid, la polmonite virale tipica presenta un aspetto ‘a vetro smerigliato’ nei polmoni, mentre una polmonite bilaterale più severa può coinvolgere estese aree polmonari, compromettendo lo scambio di ossigeno. Se si tratta di una polmonite batterica secondaria, questa può essere causata da agenti patogeni come lo Streptococco o il Pneumococco, che colpiscono più facilmente quando le difese immunitarie sono già indebolite.»

I ricoveri ospedalieri per infezioni respiratorie sono in aumento?

«Sì, c’è stato un incremento dei ricoveri, soprattutto tra le persone più fragili. È un fenomeno legato alla circolazione di virus influenzali e ad altre infezioni respiratorie. Per questo è fondamentale la prevenzione e misure di protezione per le categorie più a rischio.»




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus




Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса
WTA

Теннисистка Андреева станет первой ракеткой России после выхода в финал WTA






Владимир Ефимов: Семь спортивных объектов построили инвесторы в ЗАО за пять лет

Нижегородская телебашня включит праздничную подсветку 23 февраля

В мире: «Демократическое» электричество ускорило разорение Прибалтики

Собянин поздравил защитников Родины и пожелал успехов в службе России