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Israele: Restituiti i resti di Shiri Bibas. Liberati gli ultimi ostaggi della prima fase

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Ieri sera Hamas ha affermato di aver consegnato il corpo dell'ostaggio ucciso Shiri Bibas alla Croce Rossa. Secondo quanto riportato da Channel 12 News , la Croce Rossa ha informato Israele di essere stata convocata da Hamas in un luogo della Striscia di Gaza, dove sarebbe stata consegnata una bara con il corpo di Bibas. Successivamente, un funzionario israeliano ha confermato che Hamas aveva consegnato una bara alla Croce Rossa. Quest'ultima, a sua volta, l'ha passata all'IDF, che provvederà a trasferirla al National Institute of Forensic Medicine per procedere con l'identificazione del corpo. Il Ministero della Salute ha dichiarato: «Il National Center for Forensic Medicine è pronto a effettuare l'esame identificativo; i team, comprensivi di medici legali e dei laboratori del centro, sono pronti a fornire una risposta nel minor tempo possibile, nel pieno rispetto della sensibilità della famiglia». Un portavoce dell'IDF ha inoltre affermato: «In seguito alle segnalazioni relative a Shiri Bibas, stiamo conducendo una revisione. I nostri rappresentanti sono in contatto con la famiglia, la quale ha chiesto di agire con responsabilità e di evitare la diffusione di resoconti non autorizzati che potrebbero compromettere gli sforzi in corso».

Il corpo di Shiri Bibas doveva essere restituito in Israele giovedì, insieme a quello dei suoi due figli, Kfir e Ariel. Tuttavia, dopo che l'Istituto Nazionale di Medicina Legale ha completato il processo di identificazione, l'IDF ha annunciato che il corpo ricevuto non corrispondeva a quello di Shiri Bibas, bensì a quello di una donna anonima e non identificata. Venerdì mattina Hamas ha confermato che il corpo consegnato a Israele il giorno precedente non apparteneva a Shiri Bibas, dichiarando: «I resti di Shiri Bibas si sono apparentemente mescolati a quelli di altri caduti sotto le macerie, a seguito del colpo dell'IAF nel luogo in cui si trovava»

Anche questa volta Hamas ha tenuto le ciniche cerimonie per il rilascio degli ostaggi: a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e a Nusraat, nel centro, sono state allestite delle piattaforme e lì si sono radunati terroristi armati e civili in festa. Stamattina sono stati liberati cinque ostaggi detenuti da Hamas: Omar Shem Tov, Omar Wankert, Elia Cohen e Tal Shoham, rapiti il 7 ottobre, mentre Avraham Mengistu e Hisham al-Sayed faranno ritorno dopo oltre dieci anni di prigionia. In particolare, Hisham al-Sayed rilascaito in un secondo momento che soffre di schizofrenia, era entrato a Gaza nel 2015 per un errore ed è stato catturato da Hamas, che aveva falsamente dichiarato fosse un soldato. Nel 2022, Hamas aveva pubblicato il primo segnale di vita in sette anni, mostrando in un video l'uomo collegato a un respiratore. Dopo il 7 ottobre, il caso di al-Sayed è riemerso, spingendo suo padre ad unirsi all'Hostage Families Forum per far tornare la sua storia all'attenzione del pubblico. Questo è l'ultimo passaggio in cui gli ostaggi verranno rilasciati vivi come parte della prima fase dell'accordo. Hamas ha dichiarato di essere pronta ad avviare la seconda fase dell'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, puntando a realizzare uno scambio totale tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. L'organizzazione ha precisato che l'obiettivo finale è instaurare un cessate il fuoco permanente e ottenere il ritiro completo delle Forze di sicurezza israeliane (IDF) dalla Striscia di Gaza cosa che gli israeliani non intendono fare.

In un'intervista a Fox Radio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sostenuto che il suo piano per Gaza è valido, precisando tuttavia che non intende imporlo, bensì semplicemente raccomandarlo. Ha inoltre osservato che «Gaza si presenta in uno stato di completa distruzione, tanto che, se le fosse concessa la libertà di scelta, la sua popolazione opterebbe per andarsene».Trump ha riferito anche che Netanyahu intende fare ritorno a Gaza e che il primo manifesta una giustificata rabbia per gli avvenimenti del giorno precedente, in particolare per quanto riguarda i corpi dei rapiti, definendoli« atti barbari». Quando gli è stato chiesto se preferisse la seconda fase dell'accordo sugli ostaggi oppure che Netanyahu riprenda le operazioni militari, il presidente americano ha risposto: «Sarò d'accordo con qualsiasi decisione, visto ciò che sta accadendo lì... a volte bisogna prendere decisioni difficili»




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