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Opera in tre Atti | I movimenti di Inter-Empoli

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Lento 

Perdere a San Siro è nell’ordine naturale delle cose. Per fare risultato occorrevano sostanzialmente tre aspetti: 1) che l’Inter non fosse particolarmente ispirata; 2) che episodi e dettagli tendessero in favore degli azzurri; 3) che l’Empoli disputasse una gara tatticamente perfetta. Purtroppo nessuna delle tre circostanze si è realizzata anche se, per quasi un’ora di gioco, abbiamo assistito a un Empoli prudente, dignitoso e ben messo in campo. Se l’obiettivo era ritrovare un assetto credibile e un filo logico dopo la sconcertante prova interna con il Lecce, possiamo dirlo centrato. Se l’aspirazione era quella di generare maggiore ottimismo e fiducia verso un gruppo che, da un mese e mezzo a questa parte, ha racimolato la miseria di un punto, dobbiamo necessariamente rimandarla a tempi migliori. “Ha da passà a’ nuttata”, diceva Eduardo De Filippo. Massima mai così attuale per gli azzurri che devono cercare di arrivare in fondo a questo periodo-no, amplificato da un calendario proibitivo, cercando di farsi il meno male possibile.

Adagio

Per quasi sessanta minuti, l’Empoli è riuscito a arginare la netta, inevitabile supremazia avversaria ritrovando quell’ordine e quella disciplina tattica venuti incredibilmente meno contro il Lecce di Gianpaolo. A tratti abbiamo rivisto il team azzurro tosto e coraggioso come lungamente ammirato nella prima parte del torneo. Con il passare dei minuti sono venute meno le energie fisiche e le giocate superlative di Lautaro Martinez e Dumfries hanno fatto il resto. Del resto non si poteva pensare che i generosi Grassi e Maleh, lì in mezzo, potessero sostenere il peso del centrocampo per tutti i novanta minuti, al cospetto di avversari di tale levatura. È venuta meno la funzione di raccordo di un Fazzini spaesato e mai in grado di produrre quel cambio di passo che è nelle sue corde. Mister D’Aversa, con il supporto della società, ha la priorità di risolvere l’equivoco del suo talentuoso numero dieci, decidendo una volta per tutte se recuperarlo mentalmente o percorrere altre strade. L’atteso debutto di Zurkowski rappresenta una bella notizia, stante la carenza in rosa di giocatori di tali caratteristiche, ma verosimilmente occorrerà molto tempo al polacco per ritrovare una condizione fisica accettabile.

Andante

Lo abbiamo sostenuto spesso: nessuna delle squadre in lotta per non retrocedere ha in rosa un talento come Sebastiano Esposito. L’attaccante azzurro ha illuminato la scena anche a San Siro, siglando l’ottava rete personale in poco più di un girone d’andata. Un gol d’autore. La giocata di un singolo che ha ormai raggiunto una piena consapevolezza dei suoi mezzi. Eppure si affaccia sempre più la convinzione che Esposito si trovi nella singolare condizione di predicare nel deserto. Ha segnato quasi la metà dei gol interamente messi a referto, di cui 6 nelle ultime 7 giornate. Si tratta di un valore aggiunto da non sperperare. Ecco perché l’Empoli, con Pellegri fuori dai giochi, non può attendere ulteriore tempo per dare una veste presentabile al proprio reparto offensivo. Non parliamo solo di qualità ma di aspetti puramente numerici.  

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