Opera in tre Atti | I movimenti di Empoli-Milan
Adagio
Sliding Doors. Letteralmente “porte scorrevoli”. Quelle che cambiano ineluttabilmente il destino di Empoli-Milan, sono sostanzialmente due. La prima prende forma al 33° del primo tempo quando una magia di sinistro di Lorenzo Colombo coglie il palo interno del “sette” alla destra di Maignan. Questione di millimetri che sorridono amabilmente in direzione della squadra di Conceicao e rivolgono un ghigno beffardo agli uomini di D’Aversa. La seconda si materializza al 65° del secondo tempo quando Marianucci scalcia ingenuamente uno scaltro e provocatorio Gimenez, dando a Pairetto l’opportunità di riportare le squadre in parità numerica appena dieci minuti dopo l’espulsione del milanista Tomori. Un tocco ingenuo e velleitario. Un peccato di gioventù che impedisce all’Empoli di sfruttare un’occasione ghiottissima: quella di disputare quasi quaranta minuti in superiorità numerica contro il Milan. In dieci contro dieci, i rossoneri approfittano degli spazi concessi dagli azzurri facendo valere la loro maggiore qualità e freschezza atletica aggiudicandosi il match. Come da pronostico.
Scherzo
Sono ormai due mesi esatti in cui neppure lo straccio di un episodio favorevole sorride al team di D’Aversa. Non bastava una squadra decimata da una sequela interminabile di infortuni di varia natura. Non bastava un timido mercato invernale, sulla carta non esattamente in grado di risolvere i cronici problemi numerici di una rosa ridotta praticamente all’osso. A tutto questo si è aggiunta anche l’ingenuità di non saper trarre profitto dagli episodi vantaggiosi che possono capitare nel corso del match. L’espulsione di Marianucci è sintomatica. In altro periodo, l’Empoli magari sarebbe stato un grado di trarre giovamento da una sorte inizialmente benevola. Oggi no. Casi fortuiti, malizie degli avversari, ingenuità dei nostri hanno consentito al Milan di sottrarsi a un momento di grave difficoltà e imbarazzo. Ancora una volta siamo usciti dal campo con un pugno di mosche e un infortunio, quello di Samuele Viti, a fare da mesto contorno.
Andante
C’è di buono che, come recentemente accaduto con Inter, Juventus e Bologna, anche contro il Milan si è vista una formazione caratterialmente tosta e combattiva e tatticamente solida. Un gruppo che, a fronte di due mesi in cui ha raccolto briciole e sventure di variabile portata, dà la sensazione di restare aggrappato al campionato. Nonostante il deficit di risultati, mister D’Aversa pare in controllo della squadra anche se deve costantemente fare l’appello per registrare le presenze effettive in organico. L’equivoco maggiore nasce dalla disastrosa prestazione interna con il Lecce. Quella che, complice un calendario terribile, ha gettato fosche ombre e scombinato quelle sensazioni positive che Ismajli e soci si erano guadagnati sul campo. In una classifica molto corta, con addensate molte squadre in pochi punti, sarebbe stato sufficiente avere tre/quattro punti in più per rendere meno pesante l’aria in Casa Azzurri. Il sonnolento mercato invernale azzurro si è chiuso con gli innesti del portiere Silvestri, dell’attaccante Kouamè e dello svincolato Kovalenko. È vero, sono rimasti i pezzi pregiati (Fazzini, Anjorin, Ismajli, Goglichidze) che, in’ottica futuribile, possono garantire entrate e certezze economiche. Ma, con l’ingresso nella fase più calda del torneo, l’obiettivo è restituirli alla forma migliore. Nel minor tempo possibile.
L'articolo Opera in tre Atti | I movimenti di Empoli-Milan proviene da PianetaEmpoli.