Opera in tre Atti | I movimenti di Udinese-Empoli
Lento
Balorda nostalgia. Non è il titolo del brano che ha vinto pochi giorni fa la kermesse sanremese. È lo stato d’animo di chi, negli ultimi due mesi, ha visto a poco a poco il rapido sfaldarsi di uno degli Empoli più solidi e organizzati comparsi in serie A. Prima una rovinosa sequela di infortuni che hanno privato mister D’Aversa di risorse fondamentali. Poi una serie di decisioni tecniche non esattamente felicissime: dalla gestione del portiere sino alle spinose, irrisolte vicende che hanno animato le voci di trasferimento attorno ad alcuni elementi della rosa. Per proseguire con una gestione approssimativa della parentesi invernale di mercato all’insegna di un mesto immobilismo. Infine, un lento deterioramento della classifica che adesso comincia davvero a fare paura. A Udine sono emerse, in maniera ancora più limpida, le fragilità di una rosa ridotta all’osso. Volenterosa ma, allo stato attuale, impotente di fronte alla maggiore compattezza e qualità dei dirimpettai in maglia bianconera.
Moderato
L’equivoco nasce sostanzialmente da due gare nelle quali l’Empoli avrebbe dovuto e potuto fare di più. Al di là delle episodiche sconfitte interne con Torino e Genoa, più figlie di prodezze di singoli o episodi avversi, gli azzurri avrebbero dovuto capitalizzare al meglio la trasferta di inizio anno di Venezia, contro una squadra in quel momento decisamente disorientata e in grossa difficoltà, e non fallire lo scontro diretto casalingo con il Lecce di Giampaolo, dove si è invece perfezionato l’harakiri perfetto. Una sorta di crocevia negativo della stagione, tanto più collocato alla vigilia di un filotto di gare proibitivo, per usare un eufemismo. Indubbiamente se una figura di fantasia dovesse personificare gli azzurri non sarebbe certamente il disneyano Gastone ma il suo più famoso e tragicomico cugino. L’Empoli però non deve nascondersi unicamente dietro l’alibi della sfortunata sindrome di Paperino. Deve riconoscere gli errori commessi negli ultimi due mesi e individuare le risorse per risolverli.
Adagio
Tempo a disposizione ce n’è. Come cantava Fabrizio De André: “passerà anche questa stazione senza far male”. Ovvero, occorre trovare il modo per rendere il più indolore possibile questa parentesi negativa per rimettersi nella carreggiata percorsa fino alla prima metà di dicembre. Quando rientreranno Ismajli e Viti in difesa, probabilmente l’Empoli potrà disporre di una delle linee difensive più efficaci della squadre in lotta per non retrocedere. Quando Anjorin e Fazzini supereranno i rispettivi problemi fisici, la mediana crescerà in termini di palleggio e qualità. Quando Zurkowski crescerà di condizione, gli azzurri potranno contare su una maggiore vocazione offensiva. Sebastiano Esposito e Lorenzo Colombo, con un Kouamè in grado di farli rifiatare, restano una coppia di assoluto livello per la categoria. Dalla seconda metà di marzo in poi arriveranno numerosi scontri diretti, molti dei quali al Castellani, in cui gli uomini di D’Aversa si giocheranno il proprio destino. Guai a farsi trascinare in un prematuro, quanto ingiustificato loop negativo che, al momento, non ha ragione di esistere.
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