Almatò – Roma
Almatò Via Augusto Riboty, 20/c – 00195 Roma Telefono: 06/69401146 Sito Internet: www.almato.it Tipologia: creativa Prezzi: menù degustazione: 75/100/120€, antipasti 22/26€, primi 20/27€, secondi 35/38€, dolci 14€ Chiusura: Domenica e Lunedì, tranne il primo Lunedì del mese OFFERTA Almatò, ovvero le iniziali di Alberto Martelli, Manfredi Custureri e Tommaso Venuti, i tre soci che hanno […]
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Almatò
Via Augusto Riboty, 20/c – 00195 Roma
Telefono: 06/69401146
Sito Internet: www.almato.it
Tipologia: creativa
Prezzi: menù degustazione: 75/100/120€, antipasti 22/26€, primi 20/27€, secondi 35/38€, dolci 14€
Chiusura: Domenica e Lunedì, tranne il primo Lunedì del mese
OFFERTA
Almatò, ovvero le iniziali di Alberto Martelli, Manfredi Custureri e Tommaso Venuti, i tre soci che hanno aperto questo locale a due passi da Piazzale Clodio. Tommaso è anche lo chef, mentre in sala c’è il simpatico e bravo Riccardo Robbio, maître e sommelier che ha diverse esperienze importanti alle spalle, come Pipero, l’Hassler e La Pergola. La cucina è di stampo creativo e, a nostro avviso, ancora alla ricerca di una vera e propria identità, con alcuni piatti interessanti e ben riusciti, come l’ottimo risotto con arancia e cioccolato di Modica, dalla cottura e mantecatura perfetta e un buon equilibrio tra note dolci e amare, e altri da rivedere completamente, come il foie gras, castagne e frutti rossi (una sorta di Mont Blanc salato), dove la scaloppa di fegato, tagliata a pezzetti, era completamente obnubilata dalla meringa, dalla spuma di latte e dalla crema di castagne messa sopra come per il famoso dolce. Più bilanciata la capasanta con crumble alla ’nduja accompagnata da una quenelle di cavolfiore e gocce di aglio nero, anche se il mollusco in tutto ciò tendeva a scomparire. In apertura siamo stati accolti da gustosi appetizer serviti con una morbida focaccia e burro al rosmarino: sfizioso il caviale “home made” di seppia alla luciana, servito in una scatolina tonda tipica del caviale e dei triangoli di pane con cui mangiarlo, equilibrato il mini-cono croccante con salsa al wasabi e sesamo nero, ben fritto l’uovo di quaglia da mangiare in un sol boccone e rinfrescante lo spiedino di pera marinata nella salsa di soia. Tra i secondi abbiamo optato per l’astice cotto a bassa temperatura servito con salsa al topinambur, limone e rhum (impercettibile), dove non c’era il giusto contrasto tra la dolcezza del crostaceo e il resto degli ingredienti. Riuscito a metà anche il dolce chiamato Gianni (in omaggio a un amico dei soci), composto da un finto sigaro di cioccolato fondente (buono) servito con della polvere bianca a simulare la cenere e sotto una salsa alle arachidi e frutto della passione, accompagnato da un gelato al variegato di cioccolato su una base morbida alla nocciola, che sarebbe stata perfetta se fosse stata croccante o sotto forma di biscuit. Caffè ben estratto e dalla crema persistente, servito con della piccola pasticceria.
AMBIENTE
Luci soffuse (pure troppo), arredo moderno e minimalista con tavoli nudi ma tovaglioli di stoffa per fortuna. Il dehors è stato ricavato di fronte al locale ed è protetto da piante.
SERVIZIO
Cortese, preciso e a tratti leggermente impostato.
Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net
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