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Март
2024

Mar Rosso, nuove minacce degli Houthi all’Italia: non vi abbiamo ancora colpito, ma siamo pronti a farlo

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Houthi

Dopo aver preso di mira «un certo numero di cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden con 37 droni» – lo ha detto oggi il portavoce militare del gruppo di ribelli yemeniti sostenuto dall’Iran, Yahya Sarea, al canale tv Al-Masirah di loro proprietà – gli Houthi tornano a minacciare l’Italia. In particolare, dopo […]

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Houthi

Dopo aver preso di mira «un certo numero di cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden con 37 droni» – lo ha detto oggi il portavoce militare del gruppo di ribelli yemeniti sostenuto dall’Iran, Yahya Sarea, al canale tv Al-Masirah di loro proprietà – gli Houthi tornano a minacciare l’Italia. In particolare, dopo i fatti che hanno coinvolto il cacciatorpediniere Caio Duilio, ed il sì del Parlamento alla missione Aspides, in un’intervista all’Adnkronos il vice capo dell’Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi), e presidente del consiglio di amministrazione dell’agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer, ha lanciato il j’accuse puntando l’indice contro l’operazione condotta dalla nave della nostra Marina che ha abbattuto un drone nello Stretto di Bab al-Mandab.

Gli Houthi tornano a minacciare l’Italia

Sale la tensione nel Mar Rosso, dove le minacce e i rischi per le navi mercantili, la Marina americana e le navi della coalizione nella regione alzano l’asticella dello scontro. E rilanciando polemiche e intimidazioni, riallacciandosi all’abbattimento del drone Houthi da parte della nave Duilio, quello che è uno dei “volti mediatici” del gruppo sciita zaydita che controlla ampie zone dello Yemen – tra cui la capitale Sana’a – ha asserito: «Non abbiamo deciso di prendere di mira le navi dell’Italia, ma il fatto che abbia fermato la nostra operazione è inaccettabile». Ossia: il cacciatorpediniere italiano con un drone Houthi che, come aveva spiegato il ministero della Difesa, si trovava a circa sei chilometri di distanza, in volo verso di esso, non doveva essere abbattuto…

Houthi, l’«obiettivo sono navi Usa, Gb e Israele», ma se…

«Non sarebbe dovuto accadere», ribadisce Amer. Che poi alzando il tiro delle minacce aggiunge anche: «Mettersi a protezione delle navi israeliane e americane» espone l’Italia a rischi. E, in particolare, mette a rischio «la sicurezza delle sue navi in ​​futuro». Non solo. Amer insiste anche sul fatto che gli Houthi non abbiano attaccato alcuna nave italiana, esortando ad «evitare informazioni sospette e imprecise». Quindi prosegue: «Non vogliamo prendere di mira l’Italia. Il nostro obiettivo sono le navi americane, britanniche e israeliane, e quelle dirette verso l’entità sionista», scandisce Amer nel giorno in cui i miliziani yemeniti – attraverso il loro portavoce militare Yahya Sarea – hanno rivendicato il lancio di «37 droni contro un certo numero di cacciatorpedinieri Usa nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden».

Gli Houthi all’Italia tra avvertimenti fumosi e moniti plateali

Avvertimenti, moniti, minacce mascherate da avvisi ai naviganti, plateali intimidazioni su una situazione in continuo divenire (e progressivo inasprimento). E allora la domanda dell’agenzia di stampa si fa precisa e diretta: Ma l’Italia potrebbe diventare un obiettivo delle operazioni militari degli Houthi? «Vediamo gli sviluppi e poi decideremo», risponde l’esponente degli Ansar Allah, lasciando intendere un potenziale rischio per il nostro Paese, che di recente ha assunto il comando operativo della missione difensiva europea Aspides. Di sicuro, Amer ha fatto capire come la pensa su una eventuale operazione analoga a quella che ha visto protagonista il Caio Duilio.

Italia nel mirino?

«Se l’Italia fermasse di nuovo un nostro attacco significherebbe un suo maggiore coinvolgimento nella guerra contro di noi», precisa. Sottolineando che il Mar Rosso rimane una via commerciale sicura per tutte le navi, ad eccezione di quelle americane, britanniche e dirette verso Israele. Tanto che in conclusione l’esponente Houthi sottolinea: «Non ci sono pericoli per (il traffico commerciale, ndr) nel Mar Rosso. Tranne per il fatto che è stato militarizzato da America e Gran Bretagna», chiosa polemicamente. E minacciosamente.

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