Transizione, Mele (Sfbm): “Garantiremo la sicurezza dei mezzi ad idrogeno. Bene il governo sul nucleare”
L’utilizzo dell’idrogeno verde è destinato ad avere un ruolo da protagonista non solo nel settore industriale ma anche in quello dei trasporti, un ruolo fondamentale nel processo di transizione ecologica. Pochi mesi fa nel decreto energia è stato affidato alla Servizi Fondo Bombole Metano l’incarico di svolgere una ricerca finalizzata a sviluppare i test per la sicurezza dei mezzi ad idrogeno ad uso autotrazione. Ne abbiamo parlato con Marco Mele, professore associato di Politica Economica, alla guida della società del gruppo Gse (Gestore servizi energetici) dal gennaio 2023.
Professor Mele, partiamo dalla ricerca, come mai il governo ha scelto di affidare la ricerca alla vostra società e quando saranno pronti i risultati?
“E’ stata scelta la Sfbm in quanto società pubblica e soprattutto perché, da oltre 50 anni, ci occupiamo della sicurezza delle bombole a metano installate su autobus e veicoli privati che circolano in Italia, tramite collaudi e revisioni periodiche. E’ un incarico importante, che ci rende orgogliosi, perché abbiamo la possibilità di svolgere un ruolo attivo nel percorso di transizione ecologica, un processo lungo, complesso, che non può prescindere dall’uso dell’idrogeno anche nei settore dei trasporti. Del resto, in diversi paesi europei, come la Francia o la Germania, l’idrogeno viene già ampiamente impiegato per alimentare bus e veicoli privati. Anche in Italia, ad esempio a Bolzano, girano diversi autobus ad idrogeno e altre municipalizzate italiane sono in procinto di metterli in circolazione. E’ una opportunità da non perdere anche alla luce dei punti critici delle auto elettriche che si stanno registrando”.
Ci spieghi meglio cosa significa nel dettaglio la questione idrogeno.
“Ha fatto notizia il blocco delle auto elettriche avvenuto a Chicago nel periodo invernale, a causa delle temperature scese intorno ai 30 gradi sottozero. E’ un dato di fatto la carenza di colonnine per la ricarica, la cui durata è inoltre ancora insufficiente per i lunghi tragitti, ed è un problema rilevante quello delle materie prime, così come quello legato allo smaltimento delle batterie. Criticità che stanno emergendo con sempre maggiore evidenza. E’ quindi importante poter offrire una valida alternativa, l’idrogeno verde, ma in piena sicurezza. Una opzione validissima, nell’ottica della transizione, essendo l’acqua l’unico materiale di scarto. Con soli 3 minuti di ricarica si riescono inoltre a percorrere fino a 500 km. Abbiamo coinvolto nel nostro studio esperti provenienti da Università, centri di ricerca, start up. I risultati saranno pronti nei prossimi mesi. Posso per ora solo dirle che le bombole ad idrogeno lavorano a pressioni che vanno dai 300 ai 900 bar e che la molecola, estremamente volatile e infiammabile, va gestita con tutte le accortezze del caso. Dovremo anche poter indicare, oltre ai test ai quali sottoporre le bombole, anche i tempi corretti di revisioni e collaudi. Un lavoro impegnativo che stiamo portando avanti con grande senso di responsabilità”.
C’è un problema legato ai costi dell’idrogeno, elemento non esattamente trascurabile, vero?
“I costi dell’idrogeno verde che è quello prodotto dalle rinnovabili sono, ad oggi, ancora elevati ma, grazie al progresso tecnologico, si potrà produrre a costi decrescenti. E’ importante sottolineare il ruolo che potrebbe giocare nella transizione energetica l’idrogeno bianco o dorato di cui il nostro pianeta, secondo studi recenti, risulterebbe esserne ricco. In tale caso, il prezzo dell’idrogeno, sempre ecosostenibile, sarebbe destinato a ridursi notevolmente”.
La Sfbm si occupa di metano, quale futuro per questo gas?
“Penso che il metano possa partecipare al processo di transizione che, deve essere un percorso concreto e percorribile, in quanto più ‘pulito’ di diesel e benzina e ritengo che un ruolo fondamentale potrà averlo il biometano. Fra l’altro stiamo portando avanti anche una ricerca affidataci dal Comitato tecnico Iso, per la sicurezza delle bombole contenenti metano/biometano in mix con l’idrogeno a percentuali crescenti, fino ad un massimo del 30% sia per le auto che per le navi”.
Si parla molto di energia nucleare, cosa ne pensa?
“Bisogna iniziare a ragionare e ad agire senza preconcetti o ideologie. I progressi sulle centrali di quarta generazione, rendono il nucleare una opzione molto interessante, come ha più volte evidenziato il ministro Pichetto, che non può essere esclusa del mix energetico e quindi rinnovabili, idrogeno, nucleare. Con le ideologie e i preconcetti sarà difficile non solo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione ma anche rispondere all’aumento dei consumi di energia. Apprezzo molto le parole del ministro Urso e gli investimenti previsti per ridurre il costo delle energie alle imprese”.
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