Meloni al G7 dei Parlamenti: “L’IA va governata. Scenari catastrofici se aumentasse le disuguaglianze”
Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, il ruolo che il G7 e l’Occidente devono e possono avere sullo scenario globale e, soprattutto, la “sfida” dell’Intelligenza artificiale, che aprirebbe “scenari catastrofici se venisse usata per aumentare le disuguaglianze”. Giorgia Meloni è intervenuta al G7 dei Parlamenti, in corso a Verona, affrontando i principali temi di questo “quadro globale particolarmente complesso”, ribadendo la linea già impressa come presidente del G7.
Meloni ai Parlamenti del G7: “In voi la sovranità popolare trova la sua massima espressione”
Intervenuta in video, perché impossibilitata a raggiungere fisicamente il summit, Meloni si è rivolta ai rappresentanti dei Parlamenti dei sette grandi, ricordando le “ricadute a 360 gradi” dei conflitti e della crescente instabilità e l’impegno non solo dei governi, ma anche dei Parlamenti per affrontarle. “Lo lo dico da parlamentare ancor prima che da capo di governo, io penso che lo sviluppo e il rafforzamento della dimensione parlamentare del G7 rappresenti assolutamente un valore aggiunto”, ha sottolineato tra l’altro nel suo intervento il premier., ricordando che i governi esercitano il proprio ruolo nel G7, “seguendo le indicazioni dei rispettivi parlamenti nazionali, dove cioè la sovranità popolare trova la sua massima espressione”.
Il sostegno all’Ucraina fino alla “costruzione di una pace giusta e duratura”
Sull’Ucraina Meloni ha ribadito, alla vigilia dell’incontro atteso per stasera con Volodymyr Zelensky a Cernobbio, l’impegno a sostenere la nazione aggredita e con essa “quel sistema internazionale basato sulle regole e sulla forza del diritto”, fino a quando “non raggiungeremo due obiettivi fondamentali: la fine della guerra e la costruzione di una pace giusta e duratura”.
In Medio Oriente “un accordo complessivo non è più rinviabile”
Sul Medio Oriente ha avvertito che “un accordo complessivo non è più rimandabile”, come non è più rimandabile un deciso cambio di passo nell’assistenza umanitaria alla popolazione civile. “Oggi più che mai è necessaria una soluzione politica duratura della crisi, che dia un nuovo slancio alla prospettiva della soluzione dei due Stati”, ha detto il premier, rilanciando anche la necessità di scongiurare una escalation in Libano.
Il ruolo dell’Occidente e le opportunità offerte dalle crisi
Meloni quindi si è soffermata sul ruolo dell’Occidente, che deve dimostrare di non essere “una fortezza che vuole difendersi da qualcosa o da qualcuno, ma un’offerta di valori aperta all’esterno, che vuole costruire con i partner globali le condizioni di uno sviluppo condiviso”. L’obiettivo deve essere coglie le opportunità che sempre gli scenari di crisi offrono e fra le quali c’è quella di “approfittare di questa stagione per saper costruire un nuovo modello di approccio alle relazioni internazionali”. “Sono particolarmente soddisfatta del fatto che il G7, sotto presidenza italiana, abbia segnato un cambio di passo in questo e di prospettiva in questo senso”, ha aggiunto.
La necessità di dare una dimensione etica all’Intelligenza artificiale
Ma è stato soprattutto sul tema dell’intelligenza artificiale, tema centrale per la presidenza italiana del G7, che Meloni si è soffermata più a lungo. Ricordando i lavori sull’argomenti svolti al G7 di Borgo Egnazia e l’intervento del Papa al riguardo, Meloni ha ribadito che l’Ia ha bisogno di “un’ispirazione etica, che sia cioè ordinata al bene di ogni essere umano”. “L’intelligenza artificiale – ha sottolineato il premier – è un grande moltiplicatore, la domanda che dobbiamo porci come politici è ‘che cosa vogliamo moltiplicare con l’Ia?’. Se questo moltiplicatore venisse essere usato per trovare cura a malattie oggi incurabili concorrerebbe al bene comune, ma se dovesse invece essere usato per aumentare le disuguaglianze e divaricare gli equilibri mondiali, allora ne deriverebbero scenari potenzialmente catastrofici”.
“Spetta alla politica, alla sana politica – ha quindi avvertito Meloni – rispondere a questa domanda. Se la politica delegasse questa risposta agli algoritmi o alle macchine avrebbe abdicato al suo ruolo con conseguenze oggi inimmaginabili”. Per questo “la riflessione del Santo Padre non a caso era rivolta a noi e noi dobbiamo saper cogliere la potenza della sua esortazione”, ha proseguito, rivolgendosi sia a “chi ha responsabilità di governo ma soprattutto ai Parlamenti, che sono il cuore delle nostre democrazie perché sono dei luoghi in cui tutti i cittadini sono pienamente rappresentati, le diverse visioni del mondo si confrontano, trovano una sintesi e si tramutano in risposte per i cittadini”.
“Cosa saremo capaci di fare per garantire che l’intelligenza artificiale sia controllata dall’uomo e incentrata sull’uomo e al servizio dell’uomo? Dalla risposta a questa domanda sapremo se la politica ha assunto il suo ruolo o ha abdicato”, ha spiegato Meloni, dicendosi “contenta di dire che la politica non sta abdicando come dimostrano gli esiti del summit G7, con impegni assunti nelle dichiarazioni finali e con un lavoro che stanno facendo anche le varie ministeriali che consentono significativi passi avanti”. Quindi il Meloni ha ricordato il “piano di azione sull’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro”, che “sarà adottato tra pochi giorni nella riunione dei ministri del Lavoro e rappresenterà un riferimento di grande rilievo su questa materia”, dal momento che “siamo consapevoli che questa rivoluzione – ha concluso – avrà conseguenze su tutti i settori e sulla vita di milioni di lavoratori”.
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