Sinner piega in 3 set un grande Draper in un match “molto fisico”. E vola in finale contro Fritz: il sogno acquista contorni
Anticipata da dichiarazioni di amicizia e attestazioni di stima reciproca, Sinner e Draper si sfidano sul campo dell’Arthur Ashe Stadium in un match che è già leggenda e che fa la storia del tennis. Quella nazionale soprattutto, perché – con buona pace del maestro Pietrangeli – il fuoriclasse altoatesino approda ora in finale agli Us Open, primo italiano nel maschile ad arrivarci. L’azzurro, numero uno al mondo, si è imposto a Flushing Meadows, nella sua terza semifinale Slam del 2024, dopo il trionfo all’Australian Open, il suo primo nei major in carriera, e la sconfitta in semifinale contro Carlos Alcaraz al Roland Garros. Imponendosi sul britannico Jack Draper, numero 25 Atp, in tre set con il punteggio di 7-5, 7-6 (7-3), 6-2, in una gara tosta durata poco più di tre ore di gioco.
Sinner batte il temibile Draper e vola in finale
«Siamo molto amici con Draper, è stata una partita molto fisica, ho cercato di rimanere lì mentalmente» – ha detto poi in conferenza stampa il campione azzurro –. Era una occasione speciale contro un avversario difficile da battere». Non per niente il match si è rivelato un vero corpo a corpo: con Draper che accusa problemi di stomaco in campo. E Jannik Sinner costretto al time-out medico dopo una scivolata nel nono game e un problema accusato al polso sinistro. Una caduta e un colpo che non gli impediscono comunque di mettere a segno uno dei punti più spettacolari della partita…
Una sfida letteralmente molto “fisica”
E allora, quel «sono contento di giocare la finale» a cui Jannik si abbandona a bocce ferme, ci sta tutto. Una finale che per l’azzurro sarà la seconda in uno Slam in carriera, e che dovrà affrontare contro un americano in casa sua: lo sfidante Taylor Fritz. Il californiano, numero 12 Atp, si è imposto nel derby americano in rimonta nella seconda semifinale sul connazionale Frances Tiafoe in cinque set con il punteggio di 4-6, 7-5, 4-6, 6-4, 6-1 in tre ore e 18 minuti. Per Fritz sarà la prima finale Slam della carriera, la prima di un americano agli Us Open dal 2006, quando Andy Roddick fu sconfitto da Roger Federer.
Ora per Sinner il duello finale di domani contro l’americano Fritz
«Sono contento chiunque sarà – ha detto Sinner prima ancora di conoscere l’esito del derby statunitense tra Fritz e Tiafoe –. Aggiungendo anche un immancabile (scaramantico?) richiamo alla cautela: «Sarà difficile per me, è la seconda finale della stagione in uno Slam, continuiamo a cercare di migliorarci e ogni volta che si gioca una finale vuol dire che si è lavorato bene». Un dato innegabile, suffragato dalle vittorie a New York e dal ranking che conferma aspettative e punteggi. E a cui i pronostici dei bookmakers danno risalto.
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