Marco Rizzo incenerisce il politicamente corretto: “Non posso più dire che mi piace la gnocca” (video)
Il video di Marco Rizzo e il suo “coming out” al contrario, politicamente scorretto, è quasi diventato un manifesto politico: “Mi piace la gnocca e non mi dovete rompere le balle”. L’ex segretario del Partito comunista, già deputato ed europarlamentare, lo ha detto di fronte alla platea de L’Italia dei conservatori, evento organizzato da Fondazione Tatarella e Nazione Futura.
Marco Rizzo: “Perché non posso dire che mi piace la gnocca?”
«Io adesso mi permetto anche di dire cose un po’ ruvide – ha premesso Marco Rizzo – ma alla nostra epoca tutti i grandi cantanti, Boy George, Freddy Mercury, Elton John, ma nessuno di noi andava a vedere… quello che è insopportabile è che dei gusti sessuali di una minoranza debbano costruire una sorta di obbligo per una maggioranza. Mi piace la gnocca, posso dirlo? e non mi dovete rompere le palle, è chiaro? Perché non devo dire questa cosa? Con tutto il rispetto, con tutta la battaglia durissima contro qualunque discriminazione di genere, di sesso, di razza ma ci mancherebbe, ci mancherebbe, però non dovete imporci un modello, oggi non c’è una pubblicità, un film in cui non ci sia un gay, un nero, è una invasione e provocherà magari anche delle reazioni non belle anche violente, non lo capiscono». Inutile dire che la diretta social ha impennato le visualizzazioni, il video è diventato tra i più visti delle ultime ore, incamerando oltre 20 mila like, più di 2 mila commenti. Per la maggior parte positivi.
“Ho criticato quest’epoca insopportabile del politicamente corretto”
Al Corriere della Sera, l’attuale coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana Popolare, ha argomentato il suo intervento al di là dell’intervento acchiappaclic: «L’altro giorno io stavo ragionando di politica generale davanti a personalità del calibro di Gianfranco Fini, Luciano Violante e non mi pare siano rimasti scandalizzati». Per poi chiarire: «Quella cosa non l’ho detta per compiacermene, stavo solo criticando quest’epoca insopportabile del politicamente corretto, per cui ormai non c’è un film o una pubblicità in cui non ci sia un gay o un nero. Oggi un film come Amici miei di Monicelli non si potrebbe fare: “Endovenosa, sorella? Eccomi pronto, grazie…”, sai le proteste, i distinguo… Oggi i gusti sessuali di una minoranza finiscono per costituire un obbligo per la maggioranza. Ma i desideri non possono trasformarsi in diritti: dall’utero in affitto alle monoporzioni al supermercato. Che ne è della famiglia?». Ed «Elly Schlein invece di occuparsi di famiglia, che è un presidio dello Stato sociale – attacca il politico comunista – si mette a ballare sul carro del Gay Pride».
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