Israele nega attacchi diretti all’Unifil: “Puntiamo agli Hezbollah”. La protesta della Ue e dell’Onu
Il giorno dopo lo “sfondamento” dei cancelli della base Unifil con i carri armati, Israele nega che gli attacchi dell’Idf siano diretti a costringere i caschi blu dell’Onu a lasciare il Libano. “I raid mirati dell’Idf sono diretti solo contro Hezbollah e le attività delle truppe non sono dirette alle postazioni, alle forze o alle infrastrutture Unifil”, chiariscono le Forze di difesa israeliane in una nota spiegando che ”giovedì 30 settembre, prima dell’inizio dell’operazione, i rappresentanti dell’Idf hanno presentato una richiesta all’organizzazione di spostare il suo personale lontano dalle postazioni situate entro cinque chilometri dalla Blue Line, poiché questa zona sarebbe diventata una zona di combattimento attiva”. Inoltre ”le Idf mantengono una comunicazione continua con l’Unifil per evitare, per quanto possibile, qualsiasi danno al personale dell’Unifil nella zona e continueranno a farlo, nonostante la complessità della presenza dell’Unifil all’interno della zona di combattimento’‘. Intanto, però, il bilancio del blitz di Israele è di 15 soldati feriti nella base Unifil e da più parti si accusa l’Idf di voler spingere, con la forza, le forze Onu lontano da quelle zone strategiche del Libano.
Attacchi di Israele a Unifil, l’Onu prende posizione
“Gli attacchi di Israele contro l’Unifil” in Libano “potrebbero essere dei crimini di guerra”, ha ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres dopo gli ultimi episodi di ieri. “Il personale dell’Unifil e le sue strutture non dovrebbero mai essere attaccate – ha sottolineato -. Gli attacchi contro le forze di pace sono una violazione della legge internazionale e del diritto umanitario. Potrebbero essere un crimine di guerra”. Ma Israele insiste: “Hezbollah lancia razzi verso Israele da zone vicino a postazioni nell’Unifil nel sud del Libano, ‘entro 300 metri dalle postazioni Unifil”, ha sostenuto l’Idf condividendo, sul suo account di ‘X’, una mappa delle aree nelle quali i miliziani libanesi sono attivi contro Israele. ‘‘Vicino a una scuola e a un edificio delle Nazioni Unite: sono questi i luoghi in cui Hezbollah ha scelto di lanciare razzi’‘, si legge in una nota condivisa dai militari israeliani. ”Il 6 ottobre, tre razzi sono stati lanciati a 25 metri da una scuola e a 200 metri da una postazione delle Nazioni Unite, causando la morte di due soldati delle Idf”, prosegue il comunicato. Per questo, afferma il testo, ”le Idf devono operare nel Libano meridionale per eliminare la minaccia posta ai nostri civili e alle nostre truppe, come farebbe qualsiasi altro esercito”.
La Ue chiede chiarimenti
L’Unione europea attende “con urgenza spiegazioni e un’indagine approfondita da parte delle autorità israeliane sugli attacchi contro l’Unifil, che svolge un ruolo fondamentale nella stabilità del sud del Libano”, scrive l’Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, in una nota a nome dell’Ue. “Tali attacchi contro i membri delle forze di pace dell’Onu costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e sono totalmente inaccettabili. Devono cessare immediatamente”, prosegue Borrell. “Esortiamo tutte le parti a rispettare pienamente i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale dell’Unifil in ogni momento, e di consentire all’Unifil di continuare ad attuare il suo mandato”, conclude.
La risposta degli Hezbollah
Intanto, però, gli hezbollah non si tirano indietro. E’ di quattro soldati israeliani uccisi e 58 feriti, di cui sette gravemente, il bilancio di un attacco condotto con droni da miliziani contro una base delle Idf vicino a Binyamina, in Israele centro-settentrionale. Nella sua rivendicazione, Hezbollah ha affermato di aver colpito la base con “uno sciame di droni” e di aver così dimostrato di essere in grado di colpire Israele.
Resta bollente anche il fronte di Gaza. L’Aeronautica militare israeliana ha lanciato nella notte un “attacco mirato” contro terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo situato nell’ospedale Shuhada al-Aqsa, nella zona di Deir al Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Lo rende noto su Telegram l’esercito (Idf), aggiungendo che “il centro di comando e controllo veniva utilizzato dai terroristi di Hamas per pianificare ed eseguire attacchi terroristici contro le truppe dell’Idf e lo Stato di Israele”. La struttura è l’ospedale “Shuhadah Al-Aqsa” a Deir al-Balah. Ci sarebbero immagini che mostrano donne e bambini palestinesi bruciati vivi nel rogo delle tende di un campo profughi in cui stavano dormendo, ma le forze armate israeliane sostengono che si è trattato di un “attacco di precisione” mentre gli incendi sono stati provocati dall’esplosione delle munizioni nascoste sia da Hezbollah che dalla Jihad islamica nella struttura dell’ospedale.
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