Caso Green Project, la Finanziaria non dà lo stop: le rate sono da pagare

Doccia fredda per i clienti. La società che ha concesso il prestito: «La fornitura di energia è del tutto estranea al contratto con noi»

Il primo salvagente lanciato ai clienti di Green Project non è servito. Per la Finanziaria le rate del prestito devono essere pagate. Anche se il cliente è ancora senza elettricità o gas.

Una doccia fredda per quanti contavano, almeno, di poter interrompere il finanziamento visto che il contratto firmato con la Green Project non si era concretizzato nei termini previsti. In altre parole: chi non aveva l’apparecchiatura installata o era senza energia confidava di poter interrompere il pagamento delle rete per grave inadempienza contrattuale. Invece Cofidis, la società utilizzata per quasi tutti i finanziamenti siglati attraverso la società veneziana, la pensa in altro modo.

«La fornitura di energia e gas non solo non era e non è nota a Cofidis, ma è altresì del tutto estranea al contratto di finanziamento, che resta pertanto valido ed efficace. Ciò premesso, invitiamo da un lato a rivolgersi solo ed esclusivamente a Green Project Srl e, da altro lato, il Suo cliente a proseguire nel pagamento delle rate pattuite sino a completa estinzione del contratto di finanziamento», è la risposta inviata dalla Cofidis ad un cliente, che attraverso l’avvocato Maria Bruschi, aveva chiesto di interrompere il pagamento delle rate.

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La Cofidis, che è estranea alla società di Tommaso Giuliano, finita al centro di un’inchiesta della Procura di Venezia, concedeva i prestiti al privato per pagare la fornitura - e sul contratto evidentemente veniva citato solo il materiale e non la fornitura - alla Green Project. Cifre che variavano tra i 15mila e i 35 mila euro circa, con cui i cliente pagava la società veneziana che gli avrebbe dovuto fornire e installare le apparecchiature (caldaia, climatizzatore o fotovoltaico), e “regalargli” per anni la fornitura energetica.

E proprio qui sta l’inghippo: perché il “regalo” è cosa che riguarda solo i rapporto tra la società di Giuliano e il cliente finale.

E per questo la Cofidis ora non concede lo stop alla realizzazione, come speravano i clienti.

In Procura a Venezia sta proseguendo intanto l’attività di indagine sulla Green Project per truffa ai danni dello Stato. Fino ad ora, ad essere chiamato a rispondere dell’operato della Green Project Agency, è stato solo Tommaso Giuliano, ma nelle ultime settimane gli avvocati hanno messo nel mirino anche i venditori, che hanno proposto i contratti ai clienti. Era una delle eventualità nell’aria, temuta dagli stessi venditori già a fine anno scorso, quando in una riunione interna alla Green Project Agency fecero presente tutti i loro timori di denunce all’azienda.

Inoltre anche Domestika, l’azienda che forniva l’energia per i contratti di Green Project, ha denunciato per truffa la società guidata da Giuliano. Una situazione paradossale quella che sta vivendo l’azienda che fa parte del Gruppo Sinergy: beffata a sua volta dalla Green Project, e con i clienti che chiedono conto delle bollette insolute.

Dopo aver cercato un accordo con la Green Project per risolvere bonariamente la questione, Domestika è passata alla vie di fatto presentando una denuncia per truffa, e avviando una causa civile per il risarcimento del danno, che ammonta a centinaia di migliaia di euro.