Sanità, sospeso lo stato di agitazione a Treviso: l’Ulss risponde alle richieste dei lavoratori
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foto da Quotidiani locali
I sindacati che rappresentano i lavoratori della sanità trevigiana fanno fronte comune e, dopo quasi due ore di confronto serrato con la direzione generale dell’Ulss di Marca in prefettura, decidono di sospendere lo stato di agitazione (avviato a metà marzo con il blocco degli straordinari a discrezione dei dipendenti del Ca’ Foncello).
IL TAVOLO
È il risultato raggiunto lunedì 8 aprile tra le parti, l’intersindacale e l’Ulss 2, riunite davanti al viceprefetto. Da un lato i manager dell’azienda ospedaliera, dall’altra le rappresentanze di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursing Up che hanno evidenziato le tensioni e le difficoltà causate dal trasferimento nella Cittadella della salute, tra carenze di personale, difficoltà logistiche e forte insofferenza di lavoratori e lavoratrici, costretti a fare la spola tra il nuovo e il vecchio ospedale perché il trasloco dei reparti sta andando a rilento.
«Capiamo la stanchezza dei nostri collaboratori e li ringraziamo per tutto quello che fanno», evidenzia il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, «ci risulta che stiamo rispettando i minuti di assistenza, stiamo lavorando anche per l’assunzione di una squadra trasporti per movimentare i pazienti da un edificio all’altro e contiamo di assumere 115 infermieri, siamo pronti all’invio dei telegrammi per l’assunzione, dovremmo trovare tra loro dei ferristi per le sale operatorie, ma contiamo di riuscirci e di formarli nei prossimi mesi. Inoltre, il 10 aprile, è prevista l’ultima tornata di collaudi, poi andremo via via ad aprire ciò che manca. I ritardi fin qui accumulati sono colpa della ditta del project Ospedal Grando».
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LE RICHIESTE
Cauta la risposta sindacale, che ha deciso di sospendere l’agitazione con la promessa di ritrovarsi davanti al prefetto il prossimo 18 aprile, per rifare il punto della situazione. «L’Ulss si è impegnata a completare il trasferimento in Cittadella entro il 30 giugno, con tutti i servizi attivi, tac, risonanze e squadre di personale implementate, ci aspettiamo il rispetto dell’impegno preso», afferma Gianluca Martin (Fials). «Siamo compatti e, se siamo arrivati a tanto, è per la mancata volontà dell’Ulss di confrontarsi fin da subito», aggiunge Marta Casarin (Fp Cgil), «chiediamo che il percorso di trasloco avvenga mettendo il personale nella condizione di lavorare in sicurezza, per se stesso e per i pazienti».
Sul rafforzamento dell’equipaggio di barellieri e della componente amministrativa si sofferma Mario De Boni (Cisl): «Manterremo il tavolo tecnico in prefettura per attestare che gli impegni presi vengano rispettati». Conclude Annarita Secchi (Nursing Up): «Siamo tornati a segnalare le criticità nella fornitura di farmaci e presidi medicali ai reparti, e abbiamo chiesto che la recovery room per il risveglio dei pazienti dopo l’intervento non venga attivata finché non ci sarà il personale numericamente adeguato e formato».