Treviso, affitti introvabili e costosi: ai medici Ulss le case alla stazione
La riqualificazione dell’ala est della stazione centrale di Treviso deve ancora finire ma già gli alloggi previsti al secondo piano dell’edificio sono opzionati. A prenotarli, in accordo con il Comune, è stata l’Ulss 2 di Treviso che utilizzerà quegli spazi per offrire mini locali in affitto a prezzo calmierato per i propri specializzandi o medici di prima nomina. Altrimenti, con gli attuali prezzi del mercato immobiliare trevigiano e l’assoluta penuria di locazioni, non accetterebbero l’offerta di lavoro al Ca’ Focello.
Il piano
L’accordo formale verrà siglato non appena il cantiere avviato da Rfi alla stazione dei treni sarà vicino alla conclusione. Di fatto sarà un contratto a tre: il Comune con Rfi per la gestione degli spazi riqualificati al piano superiore dell’edificio adiacente l’ingresso principale; l’Ulss2 con il Comune per il loro affitto. Valore? «Dobbiamo ancora quantificarlo» spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria Francesco Benazzi, «sarà una questione che definiremo quando i lavori saranno in dirittura d’arrivo, ma l’accordo c’è. La prenotazione è definita, la spesa verrà assunta qualunque sia perché è necessario per noi trovare degli spazi da offrire a chi vuole studiare o lavorare in città».
Affitti brevi calmierati
Al piano superiore dello stabile si prevede la realizzazione di circa 20-25 mini locali dotati di camera, bagno, zona per cucinare. L’azienda sanitaria ne pagherà l’uso al Comune «riproponendoli poi a prezzo ridotto ai propri medici o specializzandi per un tempo limitato, indicativamente sei mesi circa, ma faremo le nostre valutazioni» spiega Benazzi, che prosegue: «l’obiettivo è quello di permettere a chi vuole lavorare al Ca’ Foncello, o formarsi nell’ospedale, di avere il tempo per ambientarsi e capire dov’è, cosa fa, se vuole continuare. Noi come azienda in questo tempo eliminiamo il problema pressantissimo della ricerca di un alloggio dandolo “in allegato” al contratto, e dando così tempo al lavoratore o allo studente di guardarsi attorno e trovare poi una soluzione più confacente e duratura».
L’emergenza immobiliare
Una proposta per garantirsi il personale, come anche l’appeal sul mercato del lavoro. Risolvendo il muro posto da un mercato immobiliare trevigiano che negli ultimi anni ha cancellato quasi completamente l’offerta di abitazioni in affitto e aumentato significativamente i prezzi di quelle sul mercato. Una situazione andata di pari passo anche con l’aumento dei costi vivi conseguenti l’affitto (bollette e spese varie), e con l’impossibilità di accesso a un mercato immobiliare sempre più caro, oltretutto sottoposto a tassi di interesse sempre più alti. Un mix che ha squalificato redditi medi, medio bassi, e giovani, costringendo molti candidati lavoratori a rinunciare all’assunzione per l’impossibilità di trovare alloggio e l’ingestibilità di una vita di pendolarismo, spesso antieconomica anche trovando casa nell’hinterland (cosa ormai altrettanto difficile).
Casa, bici, treno, ospedale
«Gli alloggi alla stazione» ammette il direttore generale, «sono una proposta o una risposta ottimale: sono nuovi, verranno dati in linea di massima attrezzati, sono a due passi dalla città, dalla stazione, e dall’ospedale che sarà raggiungibile a piedi, in bici (al pianterreno ci sarà anche il più grande bici park cittadino, ndr) o nel caso con due fermate di bus». Oltretutto, «prosegue, «saranno abitati da altri professionisti in servizio all’ospedale permettendo anche eventualmente di porre le basi per la condivisione di nuovi altri alloggi». Su una cosa l’azienda sanitaria è chiara e tassativa: «Saranno affitti temporanei, quelle strutture dovranno avere turnover per garantire gli stessi benefici di ammortizzazione dei costi e delle preoccupazioni al più gran numero di medici o specializzandi possibile».