Volley, Gennari si racconta: «Ho rischiato la carriera, ora mi gioco lo scudetto con Conegliano e poi volo negli Usa»
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foto da Quotidiani locali
Ogni giorno la vita ci mette davanti a nuove sfide. A volte si vince, altre volte si imparano cose nuove. Comunque vada, l’importante è affrontarle con atteggiamento positivo, voglia di imparare e di migliorarsi. Alessia Gennari, schiaccatrice dell’Imoco, ha già affrontato tante sfide e pagato un conto piuttosto salato alla sfortuna. Grazie ad un sorriso contagioso e ad un’attitudine costantemente incline alla positività, ne è sempre uscita vincitrice. E sabato è stata la migliore sul taraflex in gara-2 a Firenze, con difese super e un tiebreak eccellente. Dopo la Champions saluterà Conegliano. Alessia, prima degli Stati Uniti facciamo un passo indietro.
Com’è iniziata la sua avventura con la pallavolo?
«Fin da piccola ho amato la pallavolo. Sono originaria di Parma, mia mamma giocava, ma la passione mi è venuta andando a vedere mia zia Daniela che ha militato in serie C e in serie B. E io un giorno sognavo di poter scendere in campo, lo chiedevo in continuazione a mia madre, che però mi ha fatto fare anche nuoto e ginnastica artistica».
Poi si è trasferita a San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia, e si è dedicata al volley.
«Non è stato facile come pensavo all’inizio. Anche se non si direbbe, sono molto timida di carattere e il fatto di dover entrare a far parte di nuovi gruppi e nuove squadre era un’arma a doppio taglio: da un lato ero timorosa perché venivo da un piccolo paese e mi confrontavo con nuove realtà, dall’altro mi ha aiutato a sciogliermi e integrarmi meglio. Poi nell’età dell’adolescenza ho avuto una specie di crisi di rigetto, perché la pallavolo cominciava a portarmi lontano da casa e ciò mi faceva soffrire molto».
E come spesso succede in questi casi, la sfortuna ci ha messo il carico da undici.
«Già, a 15 anni stavo facendo le prime esperienze con i raduni collegiali e mi stavo affacciando nel mondo della pallavolo delle grandi, ed ecco che mi rompo il crociato. Finisco sotto i ferri, recupero e mi pongo comunque l’obbiettivo di finire gli studi superiori e di continuare con l’università. Comincio a giocare da professionista, arrivano dei bei risultati e approdo a Casalmaggiore. E qui arriva il secondo momento critico».
Sotto forma di trombosi arteriosa al braccio destro. Un’operazione delicata, che ha lasciato segni sul braccio.
«È stata una vera fortuna poter essere operata in tempo. Avvertivo da un po’ dei dolori fastidiosi al braccio, ma pensavo che fosse dovuto all’attività sportiva. E mi sono ritrovata con due arterie su tre ostruite. Mi hanno operata – era il 2014 – e non ero esattamente la paziente-tipo di chirurgia vascolare (ride, ndr). La mia carriera era davvero a rischio, non sapevo nemmeno se avrei potuto continuare a giocare. Per fortuna mi sono ripresa, ma ancora oggi devo prendere la cardioaspirina ogni giorno».
Aveva un piano B qualora avesse dovuto smettere?
«Mi sono sempre piaciute le materie umanistiche, quindi ho pensato all’insegnamento. Terminate le superiori ho deciso di proseguire con l’università e sono laureata in beni culturali. Un’altra cosa che mi è sempre piaciuta è leggere: ricordo quando da piccola mio papà leggeva le storie della buonanotte prima di andare a dormire. La passione è rimasta, tanto che in estate sarò impegnata in uno stage particolare».
Uno stage che potrebbe permetterle di realizzare un sogno nel cassetto.
«Quello di aprire una libreria. Mi piace molto questo mondo, e ho frequentato un corso di formazione con una casa editrice di Milano. Al termine del corso è previsto uno stage di 80 ore presso una libreria e grazie alla collaborazione con Riccardo Huster avrò la possibilità di farlo a Conegliano alla libreria Tralerighe. Poi dovrò decidere dove aprirla: sono molto legata alla mia terra e mi piacerebbe farlo nella mia zona di origine. Vedremo, intanto sto studiando il terreno e devo imparare il mestiere».
Prima c’è una nuova sfida: da Conegliano ad Austin.
«La prossima stagione giocherò negli Stati Uniti nella nuova Lovb. Sono stata contattata da Danielle Scott, ex pallavolista statunitense, per entrare a far parte di una delle squadre della lega. Mi ha colpito da subito l’entusiasmo con il quale mi hanno presentato il campionato, il mio ruolo e quello che mi aspetterà negli Usa. Sono felice che abbiano pensato a me, il fatto di essere in squadra con Kesh (Cook, ndr) ha influito e mi ha reso molto felice. Quindi sono pronta a iniziare questa nuova avventura dopo l’estate. Dovrò trovare il modo di portare un po’ di cibo italiano negli Usa, soprattutto la bresaola: ne vado matta, e mi mancherebbe tantissimo non poterla avere con me. Prima, però, c’è del lavoro da finire: Conegliano non molla mai».