Ragazzino di Mogliano accerchiato e rapinato da una baby gang a Jesolo
Circondato dalla baby gang e rapinato per una felpa griffata in pieno giorno alla fermata dell’autobus, interviene la polizia e scattano le denunce. Venerdì pomeriggio per un giovane studente di 15 anni di Mogliano quella che doveva essere una tranquilla giornata in spiaggia con gli amici si è trasformata in un evento da dimenticare.
Erano circa le 16 quando il ragazzo si trovava nella zona di viale del Marinaio, vicino al centro commerciale Laguna Shopping e al Mac Donald’s per consultare gli orari dell’autobus in vista del ritorno. Mentre stava per ricongiungersi con gli amici, che erano rimasti in spiaggia, è stato inseguito, bloccato e circondato da quattro ragazzi. I giovani, forse più grandi di lui, lo avrebbero minacciato verbalmente intimandogli di consegnare loro la felpa di marca che stava indossando.
«O ce la dai o le prendi», in estrema sintesi il messaggio dei baby rapinatori. Il quindicenne, senza reagire, ha iniziato a sfilarsi la felpa che gli è stata subito afferrata e tolta con forza. La mini banda si è poi impossessata sotto minaccia anche di un paio di auricolari e di un pacchetto di sigarette, allontanandosi poi tranquillamente con la refurtiva. Dopo l’accaduto, un po’ sotto shock per il panico e la tensione accumulata durante questo episodio, il giovane è stato aiutato da un passante che l’ha accompagnato al vicino commissariato di polizia per la denuncia.
È stato contattato anche il padre, che si è immediatamente recato a Jesolo rimanendoci per le ore successive fino a sera. «Mio figlio era partito la mattina con alcuni amici da Mestre» racconta il padre «era andato semplicemente a controllare gli orari del bus in vista del ritorno».
Ha fatto però l’errore di andarci da solo, perché anche la città turistica di Jesolo, nel pieno pomeriggio di un giorno di ponte primaverile, per effetto della sempre più assidua presenza di giovani teppistelli, rischia di non essere un posto sicuro. Fortunatamente il commissariato di polizia dista poche decine di metri dal luogo dell’accaduto e gli agenti non ci hanno messo molto a rintracciare i responsabili, un gruppetto di minorenni residenti a Jesolo e San Donà di Piave.
«Ci hanno detto che si tratta di persone già note» spiega il papà «per quanto accaduto sono state denunciate e non è la prima volta che succede. I poliziotti sono riusciti anche a recuperare tutto quello che era stato sottratto a mio figlio, ma rimane davvero l’amaro in bocca per la situazione che gli adolescenti d’oggi devono fronteggiare. Come padre trovo inconcepibile che possano accadere, purtroppo con regolarità, fatti del genere».
A ripercorrere nel dettaglio la dinamica dell’accaduto poi c’è anche il ruolo di un’altra persona, un conoscente del rapinato, che lo avrebbe inizialmente intrattenuto amichevolmente per poi richiamare l’attenzione del branco dando con complicità il via all’azione criminosa. Insomma un meccanismo che pare già ben rodato.
Inevitabili, dopo la denuncia, ulteriori strascichi: «Mio figlio per un bel pezzo non potrà più andare a Jesolo» commenta il padre «per evidenti ragioni di opportunità che sono state anche suggerite dagli agenti. Però è davvero triste che i nostri figli a questa età debbano fare esperienze di questo tipo. Come genitore sono indignato».