«Contratto peggiorativo»: logopedista vince la causa di lavoro alla Nostra Famiglia
foto da Quotidiani locali
Una logopedista in servizio a La Nostra Famiglia a Pieve di Soligo ha vinto la causa promossa dal sindacato Cgil contro il suo datore di lavoro che quattro anni fa le aveva cambiato il contratto in peggio.
Il tribunale di Treviso ha infatti condannato la struttura riabilitativa La Nostra Famiglia ad applicare il contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dando ragione alla lavoratrice.
«È la prima causa di questa natura vinta in Veneto» dichiara la segretaria generale della Fp Cgil di Treviso Marta Casarin «e ne siamo soddisfatti perché va a ripristinare il diritto di vedersi applicato il giusto contratto. Non è questione di lana caprina perché contratti diversi hanno valori economici e aspetti normativi diversi e vanno mantenuti. Un datore di lavoro non può unilateralmente decidere, a suo vantaggio, a quale Ccnl fa riferimento ma deve rispettare le regole».
I giudici hanno dato ragione alla dipendente de La Nostra Famiglia riconoscendo l’illegittimità dell’applicazione del contratto di lavoro e il diritto della donna di vedere applicato il Ccnl della sanità privata.
L’associazione è stata quindi condannata all’erogazione di tutte le differenze retributive dall’ottobre 2020 a oggi nonché le spese legali sostenute, il tutto è in fase di quantificazione.
«Questa sentenza nella nostra regione, che si inserisce nella vertenza nazionale aperta dalle organizzazioni sindacali nei confronti di La Nostra Famiglia proprio relativamente ai cambiamenti contrattuali già nel 2020» commenta la segretaria generale Casarin «apre un importante fronte a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici dell’associazione che segue i percorsi di cura e di riabilitazione di persone con disabilità, in particolare in età evolutiva, con ben cinque sedi solo nella Marca trevigiana. Come sindacato, nell’esaminare tutti i diversi casi, andremo a promuovere altre situazioni illegittime di fronte ai tribunali di competenza».
La causa promossa dalla lavoratrice e della Fp Cgil è scaturita proprio dalla decisione unilaterale del datore di lavoro di applicare alla professionista, nel caso una logopedista operativa alla struttura di Pieve di Soligo, un contratto diverso e peggiorativo, basandosi sul Ccnl dei centri di riabilitazione del 2012 per di più scaduto, anziché sul contratto di sanità privata che era in vigore all’epoca e con il quale la lavoratrice era stata assunta in precedenza.