Stop alla logistica nel parco del Sile: approvate le norme anti cemento
Stop alla logistica all’interno del Parco del Sile: approvate in consiglio comunale le norme che blindano gli insediamenti produttivi lungo le sponde del fiume. Il 4 luglio è stata approvata la variante numero 10 al Piano degli Interventi del Comune di Casale sul Sile, che introduce nuovi vincoli a tutela delle aree lungo il Sile.
Il provvedimento era stato adottato un anno fa, l’8 giugno 2023, e il suo iter è giunto ora a compimento.
L’amministrazione Golisciani ha deciso così di fare muro rispetto all’insediamento di nuove attività economiche ad alto impatto.
Dal punto di vista tecnico la variante, rispetto a quelle precedenti, ha visto l’introduzione di un nuovo articolo nelle norme operative che riguarda le destinazioni non ammesse nelle Zone ad Urbanizzazione Controllata (Zuc) indicate nel Piano Ambientale dell’Ente Parco del Fiume Sile.
In sostanza non saranno consentite nuove attività di logistica, magazzini e depositi, nè servizi di autotrasporto e stoccaggio merci.
Il caso Caberlotto
Al di là della teoria c’è già un importante caso pratico nel quale tali norme troveranno applicazione: l’ex fornace Caberlotto di Lughignano.
Qui nel 2003, proprio a ridosso del fiume, in una pertinenza a nord degli edifici storici, era stato realizzato il centro logistico da 7000 metri quadrati della ditta Artoni Trasporti.
Negli anni scorsi l’azienda reggiana ha dovuto affrontare un crac finanziario e l’area del centro logistico (che dal novembre 2019 viene utilizzato dalla Arco Spedizioni) è passata di mano alla società Kryalos Sgr, fondo d'investimento con sede Milano.
Non è un mistero che nei piani dei privati vi sia l’obiettivo di espandere ulteriormente la destinazione logistica del compendio lungo la provinciale Jesolana.
Un’agenzia bergamasca specializzata nel settore ha infatti pubblicato da mesi un annuncio che riguarda proprio un progetto (in foto) nell’area dell’ex fornace Caberlotto.
Si parla di un lotto da 23 mila metri quadrati, con 8000 metri quadrati di superficie edificabile e la possibilità di creare «una logistica cross-docking on 42 baie di carico».
In Comune però non risultano depositate istanze in questa direzione e con il nuovo Piano degli Interventi l'operazione sarà sostanzialmente irrealizzabile.
Non è dunque un caso che proprio il fondo Kryalos, già nell’ottobre del 2023, avesse presentato delle osservazioni alla variante, chiedendo lo stralcio dei nuovi vincoli.
Nella seduta di giovedì 4 luglio queste richieste sono state controdedotte e l’amministrazione guidata da Stefania Golisciani è andata dritta per la sua strada.
«Il governo del corridoio del Sile» si legge nel documento «assume per il Comune di Casale una rilevanza strategica» e «con questa variante intende precisare ulteriormente la disciplina delle attività produttive all’interno del parco del Fiume Sile assumendo principi e obiettivi di sostenibilità».
Il niet alla logistica è motivato da diverse argomentazioni: dalle significative «esternalità ambientali di aumento del rumore e peggioramento della qualità dell’aria» al consumo di suolo passando per l’impatto del traffico generato «da mezzi pesanti e furgoni che impattano sulla strada Jesolana con evidenti problemi sulle intersezioni, in conflitto con il traffico locale e turistico».
La sindaca
Non è escluso che questa decisione, per il suo effetto su eventuali piani di sviluppo da parte di attività private, possa essere presto impugnata al Tar.
Accusata in campagna elettorale dall'attuale opposizione di prestare il fianco agli interessi della logistica, la sindaca Golisciani, aggiunge questa mossa alla recente revoca del Piano urbanistico attuativo del maxi polo e, rivendicando una linea di pragmatica coerenza, lancia una stoccata agli avversari: «Si tratta di una variante improntata a principi di sostenibilità» commenta «Siamo felici che questa nostra scelta strategica abbia fatto cambiare idea anche all’opposizione che in sede di adozione aveva votato contro il provvedimento e invece in approvazione, stavolta, si è astenuta».