Molestò una donna in Restera, condannato a due anni. Ma lui è irreperibile
Condannato a due anni e sei mesi il molestatore della Restera, pur non essendo presente in aula. Giovedì 3 ottovre si è chiuso il processo a carico del 36enne italiano, ma di origine albanese, che il 31 luglio del 2019 avrebbe palpeggiato una donna mentre stava facendo jogging sulle sponde del Sile.
La giovane avrebbe subito sporto denuncia, cosa che ha permesso alla polizia dopo un sopralluogo di alcuni giorni, di risalire all’identità del criminale a cui è stato notificato di essere indagato per il reato di molestie.
Peccato che l’uomo da allora sia sparito dalla città e dai radar delle forze dell’ordine. Per il 32enne, che comunque aveva ricevuto gli atti relativi alla chiusura delle indagini dei due procedimenti, il Comune di Treviso ha avviato la procedura per la cancellazione dalle liste dei residenti.
Giovedì, intanto, è stata emessa la sentenza di condanna a carico dell’italo albanese in sua assenza. Il giudice nell’emettere sentenza ha tenuto in considerazione la modesta entità del fatto.
Sarebbero almeno due le donne finite preda del molestatore del Sile che, dopo essersi avvicinato, le palpava insistentemente e poi fuggiva. Il giovane, infatti, è stato trovato colpevole di un'altra violenza sessuale, avvenuta qualche mese prima sempre nella stessa zona e sempre con la stessa tecnica di approccio.
L’episodio contestato ieri mattina risale all’estate del 2019. La donna stava correndo lungo la Restera, quando è stata avvicinata dall’uomo: prima le parole, poi le avances, quindi l’aggressione sessuale. Il molestatore l’avrebbe fermata, palpeggiato il sedere e poi, non contento, l’avrebbe tentato di immobilizzata tenendola per le braccia, tanto che la donna, terrorizzata, ha avuto l’impressione che l’uomo volesse gettarla nel fiume. La donna era riuscita ad urlare ed ad attirare l’attenzione di una coppia di anziani che stavano passeggiando sul lungofiume. L’assalitore quindi si era immediatamente dileguato.
Ad occuparsi del caso sono stati i poliziotti della squadra mobile che avevano attivato immediatamente le indagini, e anche attraverso l’acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate lungo il percorso, erano riusciti ad individuare l’uomo presente negli orari citati dalla giovane donna, perfettamente corrispondente alle descrizioni rese.
Qualora si rendesse di nuovo reperibile, l’uomo se non presenterà appello e se le sentenze dovessero diventare esecutive potrebbe accumulare una pena di oltre cinque anni.