Treviso, morto il costruttore Giuseppe Ortica
Ha costruito centinaia di immobili – ed un piccolo grande impero – accompagnando il boom della città, dagli anni ’50 fino al primo decennio di questo secolo.
Giuseppe Ortica, mancato giovedì 3 ottobre a 88 anni, è stato uno dei costruttori che hanno scritto la storia del secondo Novecento, prima che la crisi lo travolgesse, fino al fallimento della srl nel 2019 nonostante molte banche fossero disposte ad accogliere il piano di rientro: ma il no di un istituto risultò decisivo . E da lì, l’inevitabile conseguente perdita di gran parte del patrimonio immobiliare.
Restano in città e nell’hinterland, le sue opere: i tantissimi condomini (uno per tutti il “Tv 64” alla curva del Tenni), il cinema Edera, il complesso di via Ghirlanda, quello dello Squero sul Cagnan.
Aveva cominciato ragazzo, senza finire gli studi da geometra, nell’impresa di demolizioni fondata dal padre Rodolfo. Poi la scelta di mettersi in proprio, ventenne, con la prima società a suo nome, che avrebbe trasformato nella Ortica Costruzioni spa in pieno boom.
Ortica era ancora della vecchia scuola, l’imprenditore edile che apriva il cantiere e lo chiudeva, che passava dallo scavatore alla gru. «La soddisfazione è aver visto clienti che sono tornati ad acquistare appartamenti, anche più di una volta», diceva agli amici, «È quello il segno che hai lavorato bene».
Amava raccontare che spesso non doveva nemmeno ricorrere alle agenzie. E quando sarebbero sorte le difficoltà del contenimento idraulico sotto il Quartiere Latino, lungo il Sile, amava sottolineare come nel suo complesso allo Squero, pur con due piani di interrato, non ci fosse bisogno di pompe per aspirare l’acqua.
Uomo dal carattere forte, orgoglioso, si era dedicato anche alla beneficenza.
Poi, la crisi del 2008 avrebbe colpito al cuore l’azienda, in difficoltà da qualche anno sul piano della liquidità. E a poco sarebbero serviti gli investimenti su aree di sviluppo edilizio, dove tutto si era fermato. Fra le quali, la “Panigai” di via Brigata Marche, che ora il figlio Rodolfo, architetto, sta facendo ripartire.
Fra le passioni di Giuseppe, la caccia ed il verde: nella villa di Santa Maria del Rovere, poi finita all’asta, curava personalmente il vasto parco.
Lascia la moglie Alma, i figli Rodolfo e Eleonora, per tutti Chicco e Ciocia, le due nipoti, la sorella Maria (lo scomparso Mario grande tenore, era suo fratello), la nuora, gli altri parenti di una famiglia molto vasta. I funerali si terranno mercoledì 9 ottobre alle 11, a San Nicolò.