E’ morto il gatto Kuma,  candidato a sindaco di Cordignano

Morto il gatto Kuma. Aveva sei anni ed era la mascotte di Cordignano. È stato ritrovato in una stradina di campagna, sotto la pioggia, a Villa di Villa.

Non sappiamo cosa gli sia successo», racconta dispiaciuta la proprietaria Lia Dalla Francesca, che oltre a Kuma, gestisce una colonia di 20 gatti. Due anni fa il micio, con mantello grigio e nero tipico del Bengala, era sopravvissuto a una scarica di pallini, che gli fece perdere un occhio. Un atto che aveva indignato la comunità cordignanese.

Kuma era uno spirito libero, anche dopo “l’incidente”non rinunciava ad andare ovunque: girava per le strade, si intrufolava nei bar, persino nella caserma dei carabinieri.

Uffici comunali, negozi, vetrine, ristoranti, sagre, erano il suo “territorio”. Kuma se lo poteva permettere perché piaceva ad adulti e bambini, «Entrava a scuola, girava tra i banchi», ricorda Dalla Francesca, «si fermava davanti al pullman che partiva per le gite. Se i bambini lo avessero fatto salire sarebbe andato via con loro».

La candidatura

Una mascotte, una sorta di “sindaco” onorario.

Kuma era stato candidato primo cittadino per scherzo sui social, ricevendo in poco tempo una marea di consensi. Qualcuno aveva scritto che sarebbe venuto a vivere a Cordignano solo per eleggere il gatto. Ora, però, la morte di Kuma, il “gatto del popolo”, ha gettato nello sconforto tanta gente, con commenti, messaggi di cordoglio e di ricordi, segno di un affetto indicibile. «Ho il telefonino pieno di messaggi», dice la proprietaria, «Kuma a volte si fermava per la notte in qualche casa che lo ospitava e al mattino riprendeva il suo percorso. Un gatto che era entrato nel cuore della gente e che tutti avevano piacere di incontrare».

Venticinque pallini sul musetto

Non tutti in paese si erano innamorati di Kuma. Qualcuno gli aveva sparato 25 pallini sul muso che lo avevano reso cieco da un occhio. Quella volta era stato soccorso dal pensionato Sandro Altinier ed era stata sporta denuncia. Per trovare i responsabili era stata persino messa una taglia. «C’era una sospetto, ma poi non è emerso nulla», conclude Lia Dalla Francesca, «mi sembra che gli animali abbiano sempre poca giustizia». Anche il sindaco Roberto Campagna ha commentato la morte di Kuma: «Sono dispiaciuto. Non bisogna comunque dimenticare la sua storia, dalla quale dobbiamo imparare che gli animali non vanno maltrattati». Intanto, anche dopo la sua morte, il ricordo del gatto-mascotte, adottato e amato da tutti, rimarrà nella memoria dei cordignanesi. —