STAMPA NAZIONALE – Di Stefano: “Catania, situazione non statica. Qualcosa in settimana accadrà. Sulla sostenibilità…”
Il noto giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano, ospite di Chancebet News, è intervenuto nel corso della trasmissione ‘Big Chance’. Queste le sue considerazioni: “Qualcosa secondo me accadrà anche questa settimana a prescindere dai risultati. Sarà una settimana di cambi di direzione secondo me, in un senso o in un altro, non parlo […]
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Il noto giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano, ospite di Chancebet News, è intervenuto nel corso della trasmissione ‘Big Chance’. Queste le sue considerazioni:
“Qualcosa secondo me accadrà anche questa settimana a prescindere dai risultati. Sarà una settimana di cambi di direzione secondo me, in un senso o in un altro, non parlo di Tabbiani o di giocatori in generale. Viste le difficoltà oggettive, deve essere almeno tracciata una linea. Qui non ci sono vincitori, nè vinti, nè colpevoli. Chi fa calcio lo sa. Chi arriva secondo per un palo esterno spesso viene considerato perdente. Fare calcio è bellissimo ma anche complicatissimo. Degli errori sono stati fatti ma su questo credo che nessuno faccia passi indietro. Io guardo sempre il bicchiere mezzo pieno nella mia vita. Il momento è tristissimo, ma ci sono possibilità e idee per rialzarsi con una proprietà forte alle spalle. Io sono tra quelli che si fida di questa società”.
“Grella ha deciso d’intervenire in conferenza stampa a 24 ore da una partita così delicata perchè è evidente che, rispetto ai giorni scorsi, qualcosa è cambiata. C’è stato mezzo terremoto prima di Catania-Avellino incontrando i giocatori e l’allenatore. Non penso che la situazione sia statica, da qui a qualche settimana/mese dei cambiamenti li vedremo. Io tifo per Tabbiani perché è una persona per bene, chiaramente puoi essere bravo quanto vuoi ma se non porti i risultati vale la pena ricordare quel che diceva Arrigo Sacchi, cioè il fatto che ci sono due categorie di allenatori: gli allenatori esonerati e quelli che verranno esonerati. Si sente nell’aria che qualcosa sta cambiando, quando Grella parla a 24 ore da una sfida così delicata non può che essere così, in quello che rappresenta il momento più delicato dell’era Pelligra”.
“La società non immaginava questa partenza, ma di allestire un organico forte mettendolo in mano ad un allenatore di progetto. Ricordo che quando uscì il nome di Paolo Bianco, poi andato al Modena, quello mi dava pure il senso della progettualità. Questa società non ha mai accostato un allenatore navigato, ma giovane per crescere e progredire mese dopo mese, anno dopo anno. Per il momento Tabbiani non ha dato gli effetti sperati. Si è passati dall’apice con i festeggiamenti nel pullman scoperto a marzo alle critiche, ma secondo me questo club ha idee e non bisogna buttare via tutto”.
“Parlavo con Pasquale Marino, il quale ha sottolineato che Catania ti dà, è bellissima, ma tanto anche ti toglie. Non militi in Serie A ma la pressione è quella. Marino mi ha ricordato che in coincidenza con l’anno della promozione dalla B, le prime giornate il Catania faticò immensamente fino alla gara col Mantova, poi le cose si sistemarono ma non è sempre nell’immediato che trovi la chiave, la fessura giusta per aprire la porta. A livello societario, nel primo anno dell’era Pulvirenti e Lo Monaco, fu fatta una campagna acquisti quasi faraonica in B, ma poi quel Catania incontrò difficoltà nel trovare la quadra. Quest’anno ci sono state molte oggettive difficoltà probabilmente, in un campionato complicato come il girone C di Serie C”.
“Sulla sostenibilità dico che c’è un fraintendimento collettivo su questa parola. Essere sostenibili non vuol dire non voler stare ad alti livelli ma decidere una politica. Il Sassuolo ha deciso che la propria sostenibilità dipende dal comprare giocatori a 3-4 milioni di euro rivendendoli a 25/30. Questo è il modo di essere sostenibile del Sassuolo. L’Empoli crede nel settore giovanile lanciando tanti talenti, quindi sostenibilità intesa soprattutto come settore giovanile. Catania deve trovare una propria strada che non può essere solo quella del merchandising perché non hai uno stadio da 60/70mila posti. Sviluppando un progetto intelligente per strutturarti e diventare una società che vuole fare qualcosa d’importante. Il Catania ha un progetto da portare avanti ad ogni costo, al di là dei risultati”.
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