Rassegna Stampa – “Jannik Sinner re di denari: è già uno dei più ricchi di sempre”

Jannik re di denari a 23 anni e con la cultura dei soldi (Gaia Piccardi, Il Corriere della Sera)

Chissà se Mackenzie McDonald detto Mackie, californiano n.137 del ranking, ci ha pensato. Chissà se il carneade che al primo turno dell’Open
Usa ha strappato un set al numero uno terremotato dall’esplosione del caso Clostebol ha realizzato di aver guadagnato in tutta la carriera (6.031.269 dollari) quanto Jannik Sinner si è messo in tasca in tre match vincendo il Nababbi Open contro Alcaraz. Ha scelto bene, Jannik. Ha debuttato nel magico mondo delle esibizioni selezionando la più sontuosa e si è annesso Six Kings Slam insieme al suo montepremi da capogiro. Vado a fare il bancomat e torno, ha detto ad Anna. Grazie ai 6 milioni di dollari degli arabi, il 2024 diventa l’anno più ricco nella breve storia di Jannik Sinner da Sesto Pusteria, Italy, miliardario a 23 anni.
I 12.065.049 dollari vinti in soli premi dall’inizio della stagione — sette titoli Atp, inclusi due pesantissimi Slam: solo l’Open Usa, il più munifico dei quattro Major, gli ha consegnato 3.600.000 dollari — diventano 18 e spiccioli, anche se le statistiche ufficiali non tengono conto delle esibizioni. Atteniamoci a quelle, allora. Con i suoi quasi 30 milioni in prize money (29.108.484 $) Sinner oggi è 16° nella classifica dei guadagni in carriera, dominata dal più longevo degli Immortali, Novak Djokovic
(185.065.269). Considerato che Jannik ha davanti sei giocatori ritirati (Berdych, Agassi, Ferrer, Sampras, Murray e Federer), due ritirandi
(Thiem, Nadal), due al capolinea per ragioni d’età (Cilic, Wawrinka) e un anziano fuoriclasse (Djokovic), è facile prevedere che presto il barone rosso dilagherà anche nel ranking dei Paperoni del tennis. Pure su quel terreno, come nel ranking Atp, il suo alter ego è Carlos Alcaraz, il rivale con cui si spartirà il prossimo decennio. A Jannik i soldi interessano,
eccome. […] Il primo investimento, da allievo di Piatti a Bordighera, fu l’acquisto di una macchina incordatrice: il piccolo economo si era reso
conto che l’esborso iniziale sulla lunga distanza gli avrebbe permesso di risparmiare. Al 18 ° compleanno, nel 2019 negli Usa, offrì cupcake anziché una torta. Ogni euro, in casa Sinner, conta. Nei guadagni 2023 chiuse 4°. Quest’anno (mancano Parigi indoor, le Atp Finals e la Davis) sarà re di
denari, tra le altre cose.

Il piano di Sinner è di accumulo (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Sempre più forte, sempre più numero uno. Il Six Kings Slam è un’esibizione (milionaria), non assegna punti Atp e gli incontri non sono ufficiali, ma Jannik Sinner ne è uscito (molto) rafforzato. Djokovic e Alcaraz sono atleti iper competitivi e, come ben dimostrato nei match di Riyad, hanno lottato esaltando la dote dei grandi campioni. Il rifiuto della sconfitta. In più (o, forse, soprattutto) il montepremi da capogiro, che ha messo in palio 6 milioni di dollari per il trionfatore, è stata una motivazione importante anche per i paperoni del tennis mondiale.

Sinner si presenta dunque al gran finale di stagione con una dose extra di fiducia: sconfiggere Alcaraz, mai battuto nel 2024 (3 sconfitte su 3), in un match vero può essere molto più importante di quanto non possa sembrare, continuare a non perdere (quasi) mai altrettanto. Una settimana di risposo e poi si parte verso Parigi-Bercy per l’ultimo Masters 1000 della stagione. Quindi le Nitto Atp Finals di Torino e la Coppa Davis a Malaga.

Jannik è attualmente in testa alla classifica Atp con 11.920 punti, ben 4.800 più Carlos Alcaraz secondo. Sommando i punti di Djokovic e Medvedev (11.740), numero 4 e 5 Atp, non si arriva a quando ottenuto da Sinner negli ultimi 12 mesi. L’azzurro dovrà difendere, nelle settimane finali, 1.590 punti conquistati alla fine del 2023 e così suddivisi: 500 Vienna, 90 Parigi-Bercy 1000 Finals. Mettere fieno in cascina tra Bercy e Finals può essere importante per due ragioni: da un lato accumulare punti in caso di una possibile squalifica, seppur minima, in arrivo da Losanna, e non perdere così classifica al rientro; dall’altra iniziare il 2025 con più tranquillità nonostante le tante vittorie da difendere nei primi mesi della nuova stagione (2.500 punti tra Australian Open e Rotterdam). […]

Il gala finale arriverà con i due appuntamenti più attesi: le Nitto Atp Finals (10-17 novembre) e le Davis Cup Finals (19-24 novembre). A Torino Sinner si presenterà da grandissimo favorito e avrà dalla stia anche un valore aggiunto, il pubblico. Dipenderà molto dalla condizione psico-fisica dei partecipanti (Djokovic, ad esempio, sembra poter arrivare al meglio per l’ultimo atto della sua stagione). A Malaga, poi, l’Italia di capitan Filippo Volandri cercherà una storica e clamorosa doppietta. In Coppa Davis, considerata la formula (due singolari e un doppio) e la stanchezza accumulata di tutti i partecipanti, è difficile trovare una netta favorita; sono almeno cinque le candidate al titolo. Se ci fosse un dio del tennis, probabilmente, vorrebbe vedere una finale tra Italia e Spagna: Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz featuring Rafael Nadal all’ultimo evento ufficiale della carriera.

Sinner, il re di denari: è già tra i più ricchi di sempre (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Qualche incontentabile, in tv, lamenta già la mancanza del terzo uomo da alternare alla rivalità ben pronunciata al vertice del tennis, fra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Qualcun altro, fra i sofisticati puristi, ricorda top
ten più variegate e di qualità, e quindi più guastafeste nei grandi tornei. In realtà l’equanime spartizione degli Slam di quest’anno e la giovane età dei due legittimi eredi dei Fab Four fa presagire – dagli Slam ai guadagni – una corsa ai record da capogiro. Ancor più marcata rispetto agli illustri predecessori. Vuoi perché i compensi (quelli delle star non quelli dei comuni mortali) aumentano, vuoi perché Federer, Nadal, Djokovic e Murray dovevano dividersi la torta.

Il primo numero 1 del mondo italiano minaccia già, in prospettiva, i 557 milioni di dollari guadagnati fra premi (130 milioni), sponsor, pubblicità ed indotto da Roger Federer e i 231 di soli premi intascati da Novak Djokovic. Che invece di extra ha intascato molto meno, a dispetto del record di 24 Slam.

E il numero 2, già salito anche lui sul trono della classifica e in vantaggio 4-2 nei Majors rispetto al Profeta dai capelli rossi e nei premi ufficiali totali (36 milioni), in questi primi 10 mesi dell’anno – dati ufficiali ATP Tour – ne ha intascati 9 sul circuito, contro i 12 del rivale (campione di 7 tornei). E l’altoatesino, che sfiora i 30 milioni ufficiali in carriera – dal 2018 – ed è già fra i 15 più ricchi di sempre, sul mercato della pubblicità, incassa già oltre 20 milioni e ne vale 50 in sponsorizzazioni. Mentre lo spagnolo ha un’immagine meno accattivante e quindi fruttuosa. […]

Sempre più numero 1 (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

E adesso che ha scacciato pure quell’ombra fastidiosa di un duello sfavorevole col più grande rivale, battendo per la prima volta nell’anno Alcaraz dopo tre sconfitte, l’unico limite di Sinner è il cielo. Certo, era un’esibizione e dunque non entrerà negli annali. Ma a Riad i due giganti della nuova generazione se le sono date di santa ragione alla faccia dell’amichevole. E sotto il profilo psicologico, la vittoria di Jannik può scavare un divario ancora più ampio di quello già sensazionale indicato dalla classifica. I rapporti di forza del 2024 sono chiari, nonostante Sinner e Alcaraz abbiamo vinto due Slam a testa. Ma al ragazzo della Val Pusteria serviva una dimostrazione di potenza per sancire definitivamente il suo ruolo di sovrano assoluto.

Dall’Arabia, dunque, torna in Europa per l’ultimo, caldissimo mese dell’anno uno Jannik sempre più numero uno. Intanto, ha il conforto delle nude cifre, a parte i sette tornei conquistati. Dal 2009 ad oggi, ovvero dalla riforma del calendario e dei punteggi dei tornei, con i suoi 10.330 punti nella Race (cui sono stati pure sottratti i 400 di Indian Wells per la vicenda Clostebol) Sinner sarebbe stato in vetta anche in altre sette stagioni. Perché il suo 2024 è già migliore del 2009 di Federer, del 2014, 2018, 2021 e 2023 di Djokovic e del 2022 di Alcaraz. A proposito della sfida continua con lo spagnolo: quello tra l’azzurro e Carlitos, che al momento ha 6710
punti nella Race, è il terzo divario più ampio tra il numero 1 e il numero 2 dopo i 7460 punti di Djokovic su Murray nel 2015 e i 4035 di Djokovic su Nadal nel 2011.

In percentuale, Sirmer dunque ha nella Race più di una volta e mezzo i
punti di Alcaraz. Di fronte a questa superiorità, cosa si può volere di più da Jannik? Se hai vinto due Slam in un anno, l’obiettivo diventa vincerne uno in più, o addirittura inseguire l’enorme sogno del Grande Slam. In poche parole, Roland Garros e Wimbledon saranno le parole d’ordine per il 2025. Perché sono i due Major che più degli altri costruiscono la leggenda di un giocatore. Sirmer quest’ anno li ha giocati entrambi in condizioni particolari, perché incombeva su di lui la mannaia del caso doping con l’attesa della sentenza. […]