Coppa Davis, Volandri e la scelta del doppio: “Ci siamo presi dei rischi, ma siamo abituati a farlo”
Una vittoria sofferta, in rimonta. Un avversario tosto, che ha fatto tutti i calcoli possibili per poter sperare nel 2-1 grazie al doppio decisivo. Un team Italia compatto, determinato e forte. Merito sì di ciascuno di loro preso singolarmente, ma una grande responsabilità e gratitudine va anche a Filippo Volandri, capitano della squadra azzurra di Coppa Davis.
Intervistato da Stefano Meloccaro di Sky Sport, il CT dell’Italia ha esordito con una battuta, dato che Matteo Berrettini si trovava a pochi passi dall’inquadratura della videocamera. “Ha le spalle larghe, ogni volta che faccio una foto di fianco a lui è una tragedia” – esordisce l’ex numero 25 del mondo. “Eccolo” – continua, dopo che il tennista romano si avvicina a lui entrando scherzosamente nell’inquadratura della videocamera.
Un clima più che disteso quindi, reso possibile però solo grazie alla vittoria di Berrettini e Jannik Sinner nel doppio decisivo. Una scelta, quella di Volandri di schierare i due singolaristi più esperti, coraggiosa da un certo punto di vista. “Non è assolutamente banale, nonostante siano due grandissimi campioni. Ieri sera avevo già parlato con i ragazzi di questa possibile idea, sempre però non dando per scontato che Jannik abbia energie infinite. Ci siamo riuniti tutti insieme dopo il singolare di Sinner e tutti eravamo d’accordo sul procedere nel doppio decisivo con questa formazione. Ci siamo presi dei rischi, ma siamo abituati a farlo”.
Una decisione, quindi, sì presa dal capitano, ma dopo aver anche ascoltato chi effettivamente scende in campo e deve affrontarla la sfida: i giocatori. Inoltre, la nostra coppia di doppisti – Andrea Vavassori e Simone Bolelli – ha dato una mano significativa a Berrettini e Sinner nel prepartita, dispensando consigli di specialità per cercare di superare la coppia argentina contro cui loro avevano già giocato in svariate occasioni. “Vavassori e Bolelli ci hanno aiutato tantissimo, così come Davide Vavassori (il papà e coach di Andrea, ndr), per preparare l’incontro. Conoscendo molto bene gli avversari(Gonzalez e Molteni, ndr) ci hanno dato delle preziose indicazioni. Un lavoro di squadra insomma”.
In campo, poi, nervi saldi per l’altoatesino e il romano, campioni di altissimo livello abituati a gestire situazioni in cui la pressione è alta. “Anche questo è uno dei motivi per cui si prende una scelta del genere. Sappiamo che Jannik e Matteo hanno le spalle larghissime. Matteo ha dimostrato quanto ci tenga a essere qui. È stato qui l’anno scorso, ma non poteva giocare. Quest’anno, invece, è protagonista. Siamo tutti felici di ciò, anche perché Matteo ha giocato un match strepitoso. Abbiamo fatto un passettino, ora ce ne sono da fare altri. Sempre con fiducia”.
Una scelta finale, condizionata anche dal fatto che l’Italia può avvalersi del numero 1 del mondo: Jannik Sinner, certezza in singolo e preoccupazione (per gli avversari) in doppio. “All’inizio Jannik aveva qualche dubbio. Diceva che il campo era veloce e ci sarebbero state da eseguire delle volée complicate. Alla fine, però, è il numero 1 del mondo e per come lo è lui in questo momento aiuta sicuramente”.
Un successo, quello ai danni dell’Argentina, giunto in rimonta dato che Lorenzo Musetti non è riuscito a superare Francisco Cerundolo, vittorioso in due parziali discendenti. “Dispiace per Lorenzo, perché in questi giorni ha giocato un tennis di livello straordinario. Però abbiamo visto la Spagna, gli Stati Uniti… La Davis può essere così e quindi impariamo”.