Australian Open, de Minaur: “Pressione? Si tratta di prospettive. Bisogna vederla dal lato giusto”
Un inizio migliore forse non lo poteva desiderare. Alex de Minaur vince e convince. Al primo turno dell’Australian Open 2025 il tennista di casa numero uno si è visto di fronte un avversario di certo non agevole: l’olandese Botic van de Zandschulp. Con una prestazione scintillante l’ottava testa di serie del torneo – che nel 2024 si era fermata agli ottavi di finale contro Andrey Rublev – ha superato la prima sfida in tre set, raggiungendo così il qualificato americano Tristan Boyer al secondo turno. “Le serate come queste sono quelle che sogni” – le parole di Demon dopo il successo. “Entrare in campo in sessione notturna sulla Rod Laver Arena è speciale. Tutti ti supportano e ti incitano. È una bella sensazione essere là fuori, giocare un buon tennis e ottenere una vittoria”. Di seguito, le risposte più interessanti dell’australiano in conferenza stampa.
D: Nell’intervista in campo hai detto quanto bene tu stia fisicamente. Quanto è elettrizzante il fatto che tu ti senta così all’inizio dell’Australian Open, dopo tutto quello che ti è successo nella seconda metà del 2024?
de Minaur: “Il mio corpo attualmente si trova nella condizione che vorrei. Ho lavorato duramente per sei mesi per arrivare a questo punto e stare bene, sentendomi a mio agio, muovendomi e scivolando da una parte all’altra del campo senza dover pensare alla mia anca. Ora devo vedere come il mio corpo reagirà a questo tipo di tennis molto fisico. Dovrebbe andare tutto bene. Ora si pensa al prossimo match. Oggi è stata tosta, ma sono contento del livello espresso”.
D: Essendo il numero 1 australiano, senti la pressione? O appunto, con tutto il lavoro che hai fatto pensi che, come andrà, andrà e avrai tutto nelle tue mani?
de Minaur: “Ci sarà sempre pressione. Ma come ho detto più volte, nessuno potrà mettermene di più di quanto già io me ne metta. Ci sarà sempre rumore là fuori e per me rimarrà sempre sullo sfondo. Io vado in campo ogni giorno con la massima concentrazione e il giusto approccio per tirare fuori la versione migliore di me. Quando si tratta di giocare questo tipo di partite in Australia, il mio unico obiettivo quando scendo in campo è darmi le migliori possibilità per vincere facendo tutto il possibile. Sappiamo tutti com’è il tennis: puoi avere buone o cattive giornate. Se è un giorno ‘no’ cerco di combattere fino alla fine provando a fare del mio meglio. So che il pubblico sarà dalla mia parte dal primo all’ultimo punto. Si tratta di prospettive alla fine. Bisogna scegliere da che lato vedere la pressione”.
D: Nel periodo di off-season quanto hai concentrato i tuoi allenamenti sul fatto di aggiungere potenza al tuo tennis?
de Minaur: “E’ stato un processo: ho trascorso tutto il mio viaggio, la mia vita e la mia carriera provando a diventare più forte. È sempre stato un obiettivo, cercando allo stesso tempo di non perdere la forma e la resistenza. In quest’ultimo anno abbiamo lavorato duramente da questo punto di vista. Finita la stagione con la Coppa Davis, molti hanno deciso di riposarsi un po’ a fine anno. Io ho voluto subito tornare a lavorare, perché non c’è molto tempo per lavorare su sé stessi. Per me è stato molto importante trovarmi con il team, guardarmi e poi vedere quali erano le aree su cui era bene lavorare dentro e fuori dal campo. Per questo, la mia fiducia non è mai stata così alta come lo è ora”.
D: Molti giocatori aussie sono approdati al secondo turno. Cosa dice questo sul momento che sta vivendo il tennis australiano?
de Minaur: “E’ incredibile avere così tanti australiani che giocano bene. Credo che una cosa molto importante sia il cameratismo e come ci spingiamo a vicenda per ottenere risultati sempre migliori. È uno dei valori più forti della nostra nazione. Non c’è niente che ami di più di andare là fuori e vedere gli australiani vincere. Ieri penso che nove australiani abbiano vinto e ci sono state anche alcune sconfitte brutali al quinto set. Questo mostra la fame che abbiamo. Stiamo migliorando ed è un bell’ambiente di cui fare parte”.