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Australian Open, De Minaur: “Nei primi turni conta vincere, non importa come”

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Percorso netto per Alex De Minaur nell’edizione 2025 dell’Australian Open. Batte 3-0 anche il giovane Tristan Boyer e si concentra sul terzo turno in cui sfiderà Francisco Cerundolo..

D: “Sotto per 2 a 0 nel primo set, puoi spiegare cosa hai fatto per rientrare rapidamente in partita e vincere i successivi otto game?

De Minaur: “Ho cominciato bene la gara. Ho avuto subito un break point sul suo primo game di servizio. Poi ha alzato lui il livello in risposta breakkandomi. A quel punto mi sono detto di tornare al punto di partenza e ricominciare a lavorare. Se avesse giocato in quella maniera per tre, quattro ore, allora gli avrei stretto la mano. Mi sono detto di non mollare e di rimanere solido”.

D: “Nella partita odierna, guardando le statistiche del tuo servizio, forse la percentuale di prime battute è diminuita, ma la velocità è aumentata. Come giudichi il suo servizio oggi? Che cosa è migliorato in questo fondamentale?

De Minaur: “Il rendimento del servizio odierno mi è sembrato abbastanza buono nei primi due set. Ho vinto una percentuale molto alta di punti con la prima. Ho variato il servizio e ho avuto l’impressione di colpire abbastanza bene i miei colpi. Nel terzo set ho perso un po’ di ritmo, di energia e di intensità. Questo ha influito un po’ sulla percentuale di servizi. Ma alla fine si tratta di ottenere più punti gratuiti col servizio, giusto? Troppo spesso in passato non avevo abbastanza potenza per giocare il colpo successivo. Troppo spesso andavo al servizio al corpo a 180km/h per cercare di ottenere qualcosa di utile, ma non colpivo 210km/h sulla “T” o aces qua e là per darmi punti gratuiti. Penso che alla fine questo sia stato il miglioramento più grande: aver aggiunto 10, 15Km/h al servizio e cercato di non compromettere la precisione, continuando a colpire i colpi successivi. Se riuscirò a fare questo, potrò fare aces e avere un’alta percentuale di punti vinti sulla prima di servizio. Questo mi renderà sicuramente la vita più facile nel cercare di tenere il servizio”.

D: “Ti abbiamo chiesto spesso come gestisci la pressione in campo, l’aspettativa di essere il  n. 1. Dove devi migliorare e cambiare nel passaggio da un giocatore da primi 30 a un top 10 e a tutte le responsabilità che ne derivano: media, bilanciamento delle sponsorizzazioni, attività fuori dal campo? Dove pensi di dover migliorare?

De Minaur: “Credo che la cosa più importante sia rendersi conto che le giornate saranno lunghe. Non ci si può nascondere dietro i fatti. Se si passano quattro, cinque, sei ore a lavorare solo su sé stessi, sia in campo che fuori, che si tratti di riabilitazione, recupero, o qualsiasi cosa sia, in palestra, spesso ci sono lunghe ore fuori dal campo, con impegni mediatici e cose del genere. È una questione di pianificazione. Si tratta di trovare il giusto equilibrio alle cose. Ho una grande team intorno a me che mi aiuta in ogni fase del percorso. Quando si vincono più partite, l’attenzione dei media aumenta. Ma non mi cambia nulla di ciò che sono come persona e di ciò che devo fare in campo. Le priorità saranno sempre quelle di pensare a cosa fare in campo. Cerco di migliorare e di essere una versione migliore di me stesso rispetto al giorno prima. Questa è la mia priorità numero uno. Troveremo un modo per far sì che l’aspetto mediatico si adatti a questo”.

D: “Nel confronto generazionale tra giocatori di esperienza e più giovani e sulla possibilità di fare bene in questo Grande Slam, secondo te è utile essere un giocatore più esperto o…

De Minaur: “Ci sono due modi di vedere la cosa. C’è il giocatore esperto che è stato lì, che sa cosa fare in certi momenti, probabilmente in quelli chiave. Poi c’è il giocatore nuovo che è pieno di energia e non ha paura. Ci sono entrambe le facce della medaglia. Per quanto mi riguarda, ho vissuto quella fase. So cosa devo fare. So che nei primi turni si tratta solo di vincere, non importa come. Sia giocando bene oppure no, se stai giocando un tennis fantastico o non riesci a trovare il campo. Alla fine l’unica cosa che conta è superare la linea e vincere l’ultimo punto. Se riesci a fare del tuo meglio per conservare le energie e non giocare partite lunghe, allora questo sarà molto utile per te e per il tuo corpo nel corso del torneo. Questo è stato il mio obiettivo principale. Entrare, fare quello che devo fare, uscire se posso”.




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