Australian Open, Musetti: “Per vincere bisogna soffrire. Con Shelton devo scardinare il suo gioco”

Nella giornata con più italiani impegnati in questo Australian Open 2025, il primo a scendere in campo è stato Lorenzo Musetti, che ha superato 7-6(3) 7-6(6) 6-2 Denis Shapovalov, giocando decisamente meglio rispetto all’incontro contro Matteo Arnaldi. Al termine dell’incontro il carrarino è intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Ecco, dunque, le sue parole.

D: Fai un altro passo avanti in uno Slam che non ti ha mai dato molte gioie.
Lorenzo Musetti: “Sì, infatti sono molto felice, non solo di aver ottenuto il terzo turno, ma per come l’ho ottenuto. Due partite sofferte, quella di oggi l’ho giocata meglio anche da un punto di vista tennistico. Sapevo che con lui era importante attaccarsi in qualsiasi momento della partita, cercare di vincere più punti possibili e portarlo al suo limite. E si è visto poi nel tie-break del secondo, che è stata la svolta della partita. Molto bravo, un ottimo atteggiamento che sicuramente mi rende orgoglioso del lavoro che stiamo facendo”.

D: È una vittoria di corto muso come direbbe Allegri?
Lorenzo Musetti: “È una citazione molto da vincente, come il mister ha vinto tanto. In questo sport non esiste il pareggio come nel calcio. Ma il fatto di vincere nei momenti importanti, avere comunque il coraggio ha pagato in entrambi i match. Quella di oggi non è un corto muso, ma quella contro Matteo sì“.

D: Fisicamente ti senti bene?
Lorenzo Musetti: “Sì, il fastidio che avevo al braccio ad Hong Kong si è ristabilito, quindi ho affrontato bene questi due giorni. Sicuramente fisicamente mi sento bene. La partita di oggi non è stata così importante dal punto di vista fisico come quella contro Matteo”.

D: Che partita può essere quella contro Shelton?
Lorenzo Musetti: “Sì, diciamo che la partita più simile per condizioni di gioco può essere quella di Miami. Ci conosciamo molto bene e sappiamo tutti e due come giocare contro l’altro. Non sarà sicuramente una partita facile perché lui ha ottime qualità, ha un ottimo servizio, quindi credo che la chiave sia quella di scardinare il suo gioco, farlo entrare nello scambio nella parte in cui piace un po’ di più a me. Sicuramente due vittorie contro di lui possono pesare solo se riesco a fargli vedere che il pallino del gioco è sempre quello. Sono state due partite molto simili in cui ero sempre molto propositivo“.

Vanni Gibertini: Tartarini ha detto che è molto più contento dell’atteggiamento mentale che della parte tecnica. Cosa ne pensi?
Lorenzo Musetti: “Anche io assolutamente. Credo che nella prima partita si sapeva che non avrei brillato. Ma l’importante era vincere. Oggi già meglio, ci sono alcune cose che mi piacerebbe fare ancora meglio. Vi prendo come esempio una delle mie migliori settimane che è stata quella di Wimbledon dove ho giocato il mio tennis migliore con Fritz e con Nole. Secondo me bisogna soffrire perché prima vincevo tre set e poi appena c’era un po’ di lotta tutti i meccanismi saltavano”.

D: Cosa cambia per te quando giochi contro un mancino?
Lorenzo Musetti: “In generale quando gioco contro Shelton o Shapovalov che fanno del servizio la loro arma, la risposta può cambiare tanto. Oggi sono stato bravo a prendergli le misure, ho cercato sempre di più con avversari mancini e molto aggressivi di allungare gli scambi. Quello è andato a mio vantaggio ed è quello che cercherò di fare con Shelton. Se andiamo nello scambio da fondo campo posso prendere il pallino del gioco, certamente non posso pensare di batterlo sul servizio“.