Australian Open, Fonseca guarda avanti: “Sogno il numero 1 e lavoro per raggiungerlo”
Come spesso accade, non si fa in tempo a inserire qualcuno all’interno del “nuovo Big 3” che arriva l’inciampo. Intanto, insieme a Sinner e Alcaraz, ci sono Rune e Fonseca, ma tanto vale metterci anche Tien che nel giovedì (italiano e pure australiano) ha battuto Medvedev giocando per ore meglio al gioco di Daniil. E Mensik, dove lo mettiamo? Se “il computer non capisce di tennis”, il tennis non capisce di matematica. Intanto, gli Original Next Gen si guardano basiti la mano che da anni tiene il numerino salvacoda – ma forse è la coda sbagliata.
Torniamo però su colui che ha parecchio impressionato contro Rublev, Joao Fonseca, anche noto come il piccolo Sinner pur essendo più grosso. Quella con Andrey era stata la quattordicesima vittoria consecutiva per Joao, dalle Finali Next Gen passando per il Challenger di Canberra, e il diciottenne brasiliano pare avere tutti i mezzi per arrivare e restare molto in alto. Tuttavia, il suo torneo, il suo primo tabellone principale di uno Slam, finisce al secondo turno contro Lorenzo Sonego. Cose che capitano e pure spesso, niente di che. E infatti Fonseca si dice orgoglioso di quanto mostrato negli ultimi due mesi. “Una gran battaglia, oggi, la mia prima volta al quinto set”. Va da sé che, rispetto alla sfida con Rublev, la pressione si era spostata su di lui: “Non ho giocato il mio miglior tennis, ero parecchio nervoso nel terzo e nel quarto set. Le aspettative, del pubblico ma anche mie, erano maggiori. Ho lottato fino alla fine, ma l’esperienza ha fatto la differenza. Sapere quando aumentare l’intensità, perché ci saranno alti e bassi. Ho vinto il primo al tie-break, poi due set facili per lui. Devo lavorare per essere preparato a queste situazioni”. Ci ha provato il rumorosissimo tifo brasiliano, “è una cosa culturale, mi ha aiutato a rimanere concentrato”, ma non è stato sufficiente.
Grandi ripercussioni in Brasile dopo il successo su Rublev e congratulazioni da parte dei colleghi, “ma l’importante – sarò poco gentile – è ottenere il rispetto degli altri giocatori”. E, a proposito della sua provenienza, afferma che “vedere un brasiliano ottenere buoni risultati a 18 anni è un bene per gli appassionati”. Curioso perché dice che “non abbiamo un brasiliano. In realtà c’è Thiago Monteiro” si corregge subito, peraltro dimenticandosi di Seyboth Wild, fermo però da fine ottobre per un paio di operazioni chirurgiche.
Attualmente numero 112 del ranking, con gli 80 punti del bottino (qualificazioni comprese) Fonseca ha intanto ipotecato l’ingresso in top 100 tra due lunedì. Per lui, che nel 2024 ha partecipato a sei tornei ATP, si schiudono le porte del circuito maggiore, dei grandi tornei, ed la parte che più lo entusiasma: “Giocare nel Tour è il mio sogno, il vero Tour’, dove ci sono i top 50. i Masters 1000, gli ATP 500, i 250. Voglio vivere giocandoli, prendermi un posto in questo ambiente e lavorare per crescere, per salire in classifica. Il limite è il cielo. Devi lavorare sempre di più per realizzare il tuo sogno e il mio è diventare numero 1”.
La rincorsa di Joao Fonseca ripartirà dal Sud America, dalla terra battuta del Golden Swing con Buenos Aires e Rio de Janeiro, il torneo di casa.